Politica

FRANCO GRECO E’ FRANCO GRECO, MA SIRACUSA NON RICORDA L’ANNIVERSARIO DELLA SUA MORTE

Non ho dimenticato il primo ottobre l’anniversario della morte di Franco Greco. Non avrei potuto. Lo hanno invece dimenticato molti siracusani che pure gli dovevano tanto, la vita è anche questa. Ma parliamo d’altro. Quando era parlamentare Franco non tollerava le regole ferree dei comunisti e non tollerava il fatto di dover lasciare soldi al partito. Non per tenerseli per se, niente affatto, ma per aiutare chi non stava bene, chi lo conosceva lo sapeva perfettamente.

Quindi difendeva gratuitamente le persone, faceva la spesa a chi non poteva, aiutava anche padri di famiglia in difficoltà, senza mai nessuna pubblicità. Era un buono che amava litigare coi potenti, con le brutte persone, con quelli che avendo avuto successo avevano anche atteggiamenti paramafiosi.

Intendiamoci, Franco aveva anche le sue debolezze, e chi non ne ha?, tipo un bel cappotto in cachemire fatto a mano dal sarto di via del Collegio. Poi però continuava ad essere un vulcano in costante eruzione, non temeva le responsabilità, anzi era sempre pronto ad affrontarle così come non temeva le posizioni nette che anzi gli erano congeniali.

Personalmente l’ho amato moltissimo, con tutti i suoi difetti che praticamente non vedevo e lo stesso faceva lui con me. Ci incontravamo sempre per caso e poi parlavamo per ore, seduti dove capitava.

Era stato un vicesindaco con gli attributi, mai supino e accondiscendente. Aveva le sue idee e le difendeva sino in fondo e se per farlo si doveva dimettere non ci pensava più di un paio di minuti per farlo, non era attaccato alla poltrona, anzi non gli faceva né caldo né freddo.

Certo, non è che avesse sempre ragione, ma non era un falso, non aveva dietrologia e non faceva giochetti politici sporchi, operazioni di corridoio, o tradimenti per avere una poltrona, una poltroncina o solo uno strapuntino, come succede oggi con alcuni scappati di casa.

Franco Greco era Franco Greco. Col suo camion si divertiva, prima con Venditti e il suo mondo di ladri, nella maturità con Benigni e la sua vita è bella. E’ mancato a un mese dai 76 anni e seduto insieme a me sui sedili di legno bassi del tribunale, mi aveva detto di stare tranquillo. Lui a me. “Salvo, pensiamo a divertirci, il nostro per Siracusa lo abbiamo fatto. Continuiamo a farlo, ma senza troppe amarezze. Ho fatto anche l’ultima campagna elettorale, ma penso che sia stata sprecata. Ora che mi ricordo, sto preparando un intervento su questi imbroglioni, appena è pronto ti chiamo”. 

Non ha fatto in tempo, non ha potuto sputtanare questi mascalzoni che avevano sfruttato la sua generosità anche politica, almeno in questa vita. Sia a lui che a me piaceva molto la battuta di Franco Califano sulla morte: “Non escludo il ritorno”. Chissà.