FABIO SCANDURRA: LA QUALITA’ DELLA VITA A SIRACUSA E’ PURTROPPO MOLTO BASSA
Fabio Scandurra, sei un medico, se dovessi descrivere la qualità della vita a Siracusa cosa diresti?
Descrivere l’attuale qualità di vita a Siracusa, in tempo di covid19, significa dare facile difesa a chi avrebbe dovuto occuparsene da anni, che risponderebbe come se i problemi della città li avesse portati un virus cinese. In realtà la bassa qualità si respira da tempo e da sempre si dice che mancano le risorse per migliorare la situazione. A Siracusa non si prendono mezzi pubblici, non si vedono fermate con cartelli indicanti l’itinerario degli autobus, non se ne conoscono gli orari e non conosco nessuno che ne saprebbe di più. Le strade, gli edifici e il decoro urbano hanno un degrado che, anche volendolo, difficilmente si potrà colmare in pochi anni. Ai semafori c’è un accattonaggio tanto organizzato quanto indisturbato e i siracusani da tempo osservano sbalorditi le inutili disposizioni DASPO che contrastano alquanto con la severità delle regole per gli altri. Si, la qualità di vita è ai limiti bassi e non è pensabile dire il contrario.
Ma le piste ciclabili sono un orrore, un incubo. Penso a quelle monche fra viale S. Panagia e via Unione Sovietica, a quella di viale Scala Greca che incrocia decine di piccole traverse. Un incitamento alle disgrazie
Le piste ciclabili a Siracusa le abbiamo desiderate tutti, ma certo quelle attuali creano imbarazzo per l’apparente disparità tra la funzionalità e il costo sostenuto. A me piace andare in bici ma mi guardo bene ad usare le attuali piste ciclabili, sia perché andava rifatto buona parte del manto stradale nel decorso delle piste esistenti, sia perché sono mancanti di adeguata segnaletica ed anche perché è mancata una adeguata fase di educazione stradale per gli automobilisti.
SABATO L’INTERVISTA INTEGRALE