Politica

CARMEN PERRICONE SUI DPCM AUTORITARI / GOVERNO PASTICCIO E POSTICCIO, DUE GIORNI DI PROTESTA ANCHE A SIRACUSA

Ennesimo dpcm, ennesima batosta in capo ai cittadini. Stavolta il decreto del Presidente è andato giù pesante come un macigno contro bar, ristoranti, teatri, cinema, palestre, piscine, attività ritenute “non essenziali”. Chi può affermare ciò, in scienza e coscienza, quando queste attività rappresentano l’entrata principale o esclusiva per tanti titolari di partita Iva? Il tam tam di proteste ed agitazioni di piazza, partito da Napoli, ha visto rapidamente protagoniste le principali piazze d’Italia e, nella sola Sicilia, Catania, Palermo e Siracusa. Sembra strano a dirsi, perfino nella mia Siracusa, “bella e sciroccusa”, i cui cittadini si sono mostrati troppo spesso calmi, a volte apatici o indifferenti, si è innescata una protesta spontanea, di due giorni, che ha visto la partecipazione di numerosi titolari di partita Iva e di tanti giovani. L’aspetto più grave e doloroso, comunque, sono gli annunci, anche via social, di tante chiusure, si spera temporanee, da parte di titolari di attività, di ristorazione e non, quasi un “bollettino di guerra” che attesta la decisione, di certo dolorosa e sofferta, da parte di tanti imprenditori, di abbassare la saracinesca in attesa di tempi migliori. Una decisione che fa male, anche perchè a chiudere i battenti spesso sono attività avviate, conosciute nell’indotto siracusano (e non solo), con solida esperienza alle spalle, del tutto “sane” prima del Covid e che dopo il lockdown erano comunque ripartite in sicurezza, in regola ed adottando tutte le precauzioni del caso. Vorrei dire che queste chiusure rappresentano un DANNO non solo per gli imprenditori, i loro dipendenti ed i loro fornitori. Queste chiusure impoveriscono la città e la rendono meno sicura, con strade e bassi meno illuminati e vitali fino a tarda notte. Alla fine della fiera, queste chiusure impoveriscono anche noi, poichè il sistema della moneta non è a compartimenti stagni, ma circolare o, se preferiamo, basato sui vasi comunicanti. Un effetto a cascata, un effetto domino travolgerà altri settori e perfino quei lavoratori che si sentono “sicuri”, in smart working, dentro le loro case, in cuor loro legittimati a scrivere frasette su come “andrà tutto bene” o acide affermazioni contro chi si mobilita per il sacrosanto diritto al lavoro. Se le aziende chiudono, chi pagherà per stipendi e pensioni?Premesso che nessuna forma di violenza è ammessa o giustificabile, che l’Arma esegue degli ordini e compie il proprio dovere, che la salute è e rimane il bene primario, si può affermare, senza timore di smentita, che si muore anche di altri mali (del tutto ignorati o trascurati nell’era Covid) e, non ultimo si muore anche di fame, senza lavoro, senza reddito e senza prospettive.Dietro a tutto ciò troviamo un Governo che impone e dispone, con una raffica di provvedimenti che non passano dal Parlamento, con disposizioni spesso contraddittorie, anche due nella stessa settimana, che si sovrappongono alle normative regionali, che non tengono conto delle libertà costituzionali, che offendono la dignità personale e minano alla base  il tessuto connettivo delle piccole e medie imprese italiane, forza, sostegno ed ossatura stessa del sistema economico della Penisola. Un governo pasticcio e posticcio a cui – purtroppo – non fa da contraltare una vera opposizione, locale, regionale e nazionale. Gli unici due partiti “contro” l’agghiacciante sistema attuale si sono mostrati spesso inadeguati, a volte latitanti, in generale non sempre rappresentativi del largo e crescente dissenso. Non dimentichiamo e non dimenticheremo il SI all’ultimo referendum. La storia insegna e a volte impone scelte coraggiose. Su tutto questo aleggia lo spettro, mica tanto irreale ma anzi forse oltremodo vicino, di un nuovo lockdown, che comporterebbe nuove chiusure ed il rischio di default “tombale” e svendita dei gioielli di famiglia ai cinesi di turno.Con la stessa accortezza con cui indossiamo la mascherina, osserviamo prudentemente il distanziamento, evitiamo la movida e gli assembramenti, nel rispetto della salute propria ed altrui, quella stessa cura dovremmo metterla nel difendere i valori, le libertà costituzionali, i diritti, i propri cari, i nostri beni mobili ed immobili. Questo fa e così si comporta un popolo, il demos che è la base stessa della democrazia. Mi associo all’avv. Ezechia Paolo Reale quando afferma che chi ha votato per certi movimenti e partiti, chi li ha messi nei posti di comando e nelle condizioni di decidere per tutti, ha pesanti responsabilità e dovrebbe chiedere scusa. Basterebbe forse anche un mea culpa silenzioso ed un cambio di atteggiamento. Andremo avanti, si spera motivati ed uniti. Tutto il resto è morte, estinzione annunciata, servilismo sciocco ed inutile. 

Carmen Perricone