Politica

LUCIA ACERRA CONTESTA CHI AMMINISTRA: “QUOD NON FECERUNT BARBARI FECERUNT I BARBERINI”

Chi come me ha seguito per oltre 40 anni, nel bene e nel male, la vita culturale di questa città, che continuo a definire: “Immemore e Ingrata”, non potrà non  convenire su quanto discutibile sia oggi la condizione in cui è stata trascinata dalle ultime Amministrazioni le cui rubriche più importanti sono state affidate  spesso a personaggi    imbevuti di supponenza, miranti  al conseguimento del  proprio  interesse e  sprezzanti verso chiunque dimostrasse di agire per il bene  della città, cosa per loro inconcepibile. Anzi se ci si fate caso, i soggetti più capaci, preparati ed intellettualmente dotati, le migliori intelligenze sono state sempre emarginate e spesso, se giovani, costrette a lasciare la città.  Naturalmente le programmazioni culturali messe in campo hanno risentito e risentono della pochezza dei contenuti proposti e non riescono ad assolvere la funzione per cui sono istituzionalmente preposte di diffondere cultura per l’elevazione della cittadinanza. Avere trascurato questo importante compito nell’amministrare la città ha portato al degrado totale dei comportamenti civili e così siamo arrivati ai nostri giorni da cui  il titolo di questa mia “ pasquinata: quod non fecerunt  barbari, fecerunt Barberini” che   ben si addice  allo stato di grave degrado del nostro territorio in tutte le sue accezioni. E allora mi chiedo: come è stato possibile che in meno di 30 anni la città si sia  imbarbarita e ridotta in questo modo? Un tempo Siracusa si distingueva dalle altre province siciliane per la pulizia delle sue strade, l’educazione, l’ordine e il rispetto reciproco tra i suoi abitanti di qualunque ceto sociale. Ed era il tempo in cui le migliori intelligenze erano considerate la speranza del futuro e facevano parte di cenacoli  guidati dai grandi uomini che hanno onorato il periodo d’oro  della cultura di Siracusa. Mi riferisco ai Proff. Giuseppe e Santi Luigi Agnello, Gioacchino Gargallo di Castel Lentini, Salvatore Russo, ecc, a cui si deve soprattutto la salvezza di Ortigia dalle mire speculative che ne stavano decretando la fine in nome di un discutibile e malcelato piano di risanamento i cui risultati possiamo leggere chiaramente nella realizzazione di Corso Matteotti. Che nostalgia! Certo a qualche politico queste mie considerazioni sembreranno i “soliti lamenti” perché è molto più comodo  minimizzare  il brutto che ci circonda, nascondendo la polvere sotto il tappeto,  beandoci delle bellezze della città che la fortuna ci ha dato, non certo per merito nostro, ma che sono sfregiate da comportamenti incivili e dalla cattiva amministrazione.

La sola risposta che trovo alle mie domande è sempre la stessa: la superficialità, l’ignoranza, la supponenza, il volere apparire invece che essere, denigrare l’operato di chi con correttezza ed onestà intellettuale fa notare gli errori commessi indicandone le soluzioni per porvi rimedio, viene considerato “ provinciale” e arretrato.

Davanti a questo deserto di immoralità e di decadenza intellettuale c’è da restare senza parole soprattutto quando si constata che le Istituzioni preposte alla soluzione dei tanti problemi sono le prime a disinteressarsene e a non dare seguito alle legittime  richieste dei cittadini che attendono mesi per avere una risposta, infatti i Funzionari, investiti di poteri più grandi di loro,  preferiscono tacere e così passano i mesi e gli anni.

La nostra splendida città avrebbe meritato sorte migliore! Sono finiti i tempi in cui le nostre scuole attraverso i progetti dell’Assessorato alla cultura vincevano premi nazionali, distinguendosi per l’originalità e la qualità degli elaborati, (vedi “ la Scuola adotta un monumento “, “ I Greci d’Occidente” ,” Il museo tattile”, “ Conosci la tua città?” “Itinerari storico-artistici nel territorio di Siracusa” , ecc,) e che consentivano a centinaia di  alunni e  ai  docenti di conoscere attraverso ricerche programmate il territorio e i suoi Beni culturali  per comprenderne la loro importanza e la necessità di salvaguardarli perché segni del nostro passato. Questa era la funzione educativa che per anni è stata messa in atto contribuendo all’educazione dei giovani. Poi sono arrivati i “ Barberini” in giacca e cravatta che con la loro modesta conoscenza della città e del suo valore storico- artistico hanno improvvisato “progetti” senza anima, poco coinvolgenti, con scarso valore pedagogico e poveri di contenuto ma in compenso accompagnati da laute sovvenzioni concesse dal Ministero. Per venire alla cronaca dei nostri giorni la vicenda “prestito del Caravaggio” ci lascia senza parole e mette in evidenza quanto il parere della cittadinanza più impegnata e preparata, che ne contesta la discutibile operazione, venga considerato un atteggiamento provinciale perché in contrasto con le decisioni prese dai poteri forti che a poco a poco stanno venendo alla luce in questi ultimi tempi. Ci auguriamo che la situazione si normalizzi e che   l’Assessorato alla Legalità con il suo rappresentante     metta in atto i principi basilari della democrazia e della trasparenza che lo caratterizzano, di cui finora possiamo godere.

Solo così potremmo variare il pensiero della  pasquinata in :  Non fecerunt i Barberini

per il bene della nostra città che dobbiamo amare veramente e non solo scriverlo sulle fiancate dei minibus!

Lucia Acerra