LA STUDIOSA LUCIA ACERRA RACCONTA LA PREISTORIA DEL NOSTRO TERRITORIO
Rep: I frammenti di Storia e di Bellezze che presentiamo sulla città di Siracusa hanno lo scopo di diffondere la conoscenza del suo Territorio e dei Beni culturali ed ambientali che lo caratterizzano e che rappresentano le testimonianze lasciate dalle varie dominazioni che si sono susseguite nel corso della sua storia
millenaria. Territorio antropizzato sin dal Neolitico, custodisce testimonianze di quell’era rilevate da Paolo Orsi nel 1890, quali Stentinello, il più antico villaggio trincerato della Sicilia Orientale e la più antica testimonianza di coltura agricola della Sicilia. Elementi importanti per la storia del luogo sono stati il mare e l’esistenza di due porti naturali determinati dalla posizione dell’isola di Ortigia adagiata sulle acque del mare Ionio. Queste caratteristiche resero sicuramente appetibile il sito alle popolazioni antiche che vi si stanziarono, facendola diventare una delle più importanti città della Magna Grecia in grado di competere con Atene, Cartagine e Roma.
Premessa
La scienza della Preistoria ha lo scopo di ricostruire il passato dell’uomo nelle epoche prive di testimonianze scritte e comprendere le sue attività materiali e spirituali attraverso l’interpretazione di dati concreti forniti da discipline storiche e naturalistiche.
Attraverso un faticoso lavoro d’indagine è stata dimostrata l’esistenza di uno stadio culturale dell’umanità di lunghissima durata di cui sono state indicate le tappe evolutive e le loro peculiarità che ci sembra opportuno ripercorrere evidenziando le conquiste dovute alle capacità intellettive umane che, con il superamento delle difficoltà ambientali, hanno permesso la conquista del primato della Specie.
L’evoluzione della nostra specie
Dalle testimonianze fossili rinvenute, gli scienziati hanno collocato la presenza dell’uomo sulla terra nel Pleistocene, l’era geologica che ha preceduto quella in cui viviamo e durante la quale sono avvenute le migrazioni degli ominidi evoluti da stadi primitivi dall’Africa all’Eurasia. Il ritrovamento nell’Africa centrale, e precisamente nel deserto del Djurab nel Ciad settentrionale, di un teschio di individuo vissuto 6 o 7 milioni di anni fa (“Tomai” è il nome dato all’ominide rinvenuto), ha rimesso in discussione la datazione precedente portando a quel periodo la presenza sulla terra di ominidi, cioè creature con caratteristiche umane differenti dalla scimmie, da cui la nostra linea evolutiva si è separata. La causa di tale diversità è stata recentemente scoperta da ricercatori biologi ed antropologi della Medical School e dell’Università di Harvard che hanno individuato il gene “Tre2”, originato dalla combinazione di altri due geni appartenenti ai “primati”, in un processo durato da 21 a 33 milioni di anni. Tale gene si è evoluto a partire dai “primati” per cui può considerarsi il capostipite di una generazione di nuovi geni esclusivi dell’uomo, specializzati nel definire la barriera della speciazione, cioè quel meccanismo biologico che rende impossibili gli incroci tra specie diverse. “Tre2” avrebbe quindi determinato la speciazione degli ominidi.
L’HOMO ERECTUS
Un milione e mezzo di anni fa la specie denominata homo erectus era comparsa in Africa e in Asia per passare poi in Europa dove, nell’ambiente gelido e inospitale, si era sviluppata la specie di Neanderthal, composta da individui forti, intelligenti e altamente specializzati con una struttura corporea capace di sopportare le avversità del clima rigido e i pericoli dell’ambiente e che dominerà in Europa per oltre 250.000 anni. L’uomo di Neanderthal viveva in caverne di grandi dimensioni capaci di ospitare gruppi di 8-25 individui, mentre la territorialità degli stanziamenti fa pensare a nuclei familiari di tipo patriarcale con scambio delle donne per la riproduzione, cosa che spiegherebbe la lunga sopravvivenza della specie. Nel mondo neanderthaliano la sopravvivenza era di 43 anni e quella dei bambini al di sotto degli 11. La rigidità del clima li costringeva a coprirsi con pelli di animali uccisi che le donne ammorbidivano raschiandole con affilati raschiatoi di selce. Ma il pericolo maggiore per i neanderthaliani arrivò 35.000 anni fa per opera di una nuova Specie arrivata in Europa già da oltre un migliaio di anni.
IL CRO-MAGNON SAPIENS-SAPIENS
I nuovi arrivati erano avvantaggiati perché avevano sviluppato nuovi modi di convivenza e di pensiero: erano della specie di Homo sapiens, nota in Europa con il nome di Cro-magnon dalla località della Francia Sud-occidentale da loro più densamente abitata. Quando 45.000 anni fa il clima si era fatto più mite i Cro-magnon erano arrivati nel Sud della Francia e l’arma di cui si servirono per sopraffare i neanderthaliani fu il cervello, non perché fosse di dimensioni maggiore del loro, ma perché era capace di formulare nuovi modi di pensare. La loro specie era meno adatta al clima freddo, ma avevano costruito utensili che permettevano loro di vivere dove volevano. Avevano le fiocine per catturare i pesci nei periodi in cui le prede terrestri scarseggiavano, avevano aghi di osso per cucire le pelli con cui si coprivano, ma lo strumento più potente che possedevano era il linguaggio più ricco e complesso che rappresentava la molla per lo sviluppo dell’arte e della cultura. I nenderthaliani furono costretti a subire la loro superiorità, vennero cacciati dalla loro caverne e respinti verso luoghi impervi. Circa 30.000 anni fa, nelle zone remote della Spagna meridionale, dell’Italia centrale e della Croazia, morivano gli ultimi esemplari di neanderthaliani sconfitti dalla specie dell’homo sapiens-sapiens, che pertanto è da ritenersi il nostro primo, vero progenitore.
Le tappe dell’evoluzione e delle conquiste umane possono così schematizzarsi:
– Da 7 a 5 milioni di anni fa L’ultimo antenato in comune con le scimmie.
– Da 3 a 4 milioni di anni fa E’ comparso l’Australopiteco con andatura eretta
– Da 2,5 milioni di anni fa E’ comparso l’homo abilis-erectus
– Da 2 milioni di anni fa L’homo erectus ha colonizzato l’Europa
– Da 200.000 anni E’ comparso l’homo sapiens in Africa
– Da 100.000 anni L’homo sapiens-sapiens ha colonizzato l’Europa
IL LUNGO CAMMINO DELLA STORIA
Le ere della preistoria sono state indicate dagli archeologi dal nome del materiale in uso.
Il Paleolitico riguarda la prima parte dell’era quaternaria o Pleistocene durante la quale nel nostro emisfero si sono manifestate le quattro glaciazioni alpine e le tre interglaciazioni.
Il Paleolitico è stato a sua volta diviso in tre periodi per le facies culturali diverse:
Paleolitico inferiore che termina circa 120.000 anni fa.
Paleolitico medio che termina intorno a 35.000 anni fa
Paleolitico superiore che termina intorno a 12.000 anni fa.
Il Paleolitico inferiore
In questo periodo esistevano industrie litiche i cui prodotti ritrovati consistono in schegge e ciottoli bifacciali di forma ovale, simile alla mandorla, da cui il nome di amigdala.
Il Paleolitico medio
E’ presente l’uomo di Neanterthal che vive in grotte ed è nomade, lavora la pietra ricavandone punte, schegge, coltelli di selce, bulini e punteruoli. Prevalgono manufatti su schegge: punte e raschiatoi. Si hanno le prime manifestazioni di carattere religioso e cultuale. Il seppellimento avviene in fosse comuni con il corpo in posizione rannicchiata. Nei corredi funerari abbondano strumenti litici e scorte alimentari.
Il Paleolitico superiore
E’ caratterizzato da industrie per la lavorazione dell’osso, del corno e dell’avorio. Gli oggetti realizzati rivelano tecniche molto evolute, molto probabilmente sono parti di strumenti più complessi a cui non è possibile risalire. Tra i manufatti d’osso sono stati rinvenuti molti aghi con cruna e bastoni forati. All’homo sapiens si devono le prime produzioni artistiche di dipinti raffiguranti animali. Si afferma il culto dei morti e si introducono diversi criteri di seppellimento con il corpo in posizione rannicchiata, leggermente flessa o completamente distesa.
Il Mesolitico
Questa età di mezzo segna l’inizio dell’Olocene, l’era geologica in cui viviamo. Si afferma l’uso dell’arco per la caccia e avviene un notevole mutamento climatico che riscalda gran parte della terra.
Il Neolitico
Concluso il primo ciclo culturale dell’umanità, quello dei popoli cacciatori e raccoglitori, inizia l’era delle grandi invenzioni e delle sensazionali scoperte, giustamente paragonate alla moderna rivoluzione industriale. Le variazioni climatiche hanno ricoperto la terra di una nuova vegetazione, soprattutto di cereali spontanei, ciò consentirà all’uomo la scoperta dell’agricoltura e dell’allevamento. Si avrà come conseguenza la fine del nomadismo. L’uomo, divenuto sedentario, si costruisce l’abitazione, mentre il migliorato sistema alimentare favorisce l’incremento demografico. Iniziano le prime forme di commercio, specialmente dell’ossidiana, abbondante è la produzione ceramica.
L’età del rame
La sua datazione varia a seconda delle diverse aree geografiche e il suo nome indica l’utilizzo del primo metallo conosciuto: il rame.
Furono i popoli del Mediterraneo orientale a diffonderne la conoscenza in Europa attraverso la loro attività commerciale.
L’esplorazione del Mediterraneo da parte delle popolazione egee alla ricerca del prezioso metallo, permise la diffusione della loro cultura presso i popoli indigeni con cui vennero a contatto.
A tale proposito di rilevante importanza è la diffusione del rito dell’inumazione collettiva e il culto della dea-madre.
L’età del bronzo
Il Bronzo fu scoperto intorno al 3000 a.C. in Mesopotamia dai Sumeri che lo ottennero dalla fusione del rame con una percentuale di stagno. Nel Mediterraneo orientale l’antica età del bronzo inizia nel 2500 a.C. ed è seguita nel 2000 a.C. dalla media età del bronzo che caratterizzerà la società del mondo egeo per le grandi innovazioni quali lo sviluppo delle comunicazioni mediante strade e veicoli con ruote. L’organizzazione statale che dovrà amministrare le grandi ricchezze accumulate richiede l’adozione di una scrittura, prima geroglifica e poi nel II Millennio, il mondo egeo entrerà nella storia e Creta diventerà il centro di una grande civiltà destinata ad influenzare tutti i popoli vicini attraverso i contatti commerciali. Nell’età del bronzo si diffonde il rito funebre della cremazione con le ceneri raccolte in urne fittili coperte da ciotole capovolte e interrate.
Il bronzo tardo e l’età del ferro
Scoperto probabilmente in Anatolia, lungo le rive del Mar Nero, il ferro ebbe larga diffusione nella metallurgia intorno al XIII sec. a.C.
La prima regione europea in cui furono introdotti manufatti di ferro fu la Grecia. Sorta in seno all’età del bronzo, quella del ferro non portò grandi mutamenti nelle condizioni di vita tranne che per le guerre combattute per il possesso dei metalli. Il ferro venne prima usato per la realizzazione di piccoli oggetti di ornamento, in seguito si fecero armi e strumenti di lavoro: asce, scuri, bipenni e rasoi. Le continue guerre e le invasioni costrinsero gli uomini ad abbandonare le abitazioni all’aperto e a spostarsi in luoghi alti, trincerati, con mura e argini. Nei corredi funerari rinvenuti nelle tombe a fossa prevalgono armi di offesa e di difesa.
Lucia Acerra