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DONNE RIBELLATEVI, NON DOVETE SUBIRE MAI, PER NESSUN MOTIVO

Mary Daly, grande filosofa femminista americana, parla della diaspora delle donne, un’espressione che atterrisce perché, ahimè, la donna fugge, fugge ancora dal suo carnefice, una fuga che trova il suo epilogo purtroppo troppo spesso nella morte. Scena  di teatro è la propria casa che registra, anzi nasconde una tragicità inverosimile che lascia perplessi e nessuno ha saputo ancora arrestare. La violenza domestica è una forma di brutalità silente, ma più presente di quanto si possa immaginare. A farne le spese sono sempre le donne  che, preoccupate di difendere i figli o la propria condizione o l’immagine sociale, fanno sempre finta di niente e lasciano correre le angherie, fisiche e psicologiche, a cui sono costrette involontariamente a sottostare, abnegandosi. La donna che subisce non è una persona debole, al contrario, ha una grande resilienza,  ed è quella forza, quell’energia intrinseca  che la fa sempre rialzare, andare avanti  e dire: – Oggi è un altro giorno, sarà un giorno diverso! – Illusione!

Gli uomini violenti non cambiano. Diventano peggiori. Uomini che uccidono donne, perché sono donne. Secondo il rapporto EURES  da gennaio a maggio 2020 si sono registrate  29 vittime, donne uccise per mano del loro compagno. Una catastrofe. Un massacro vero e proprio. Un dato troppo  allarmante per non parlarne. Donne schiaffeggiate, prese a pugni, a calci, minacciate, violentate, stuprate, ricattate e infine uccise. Occorre sempre tenere la testa alta verso questo problema, veicolare l’attenzione, sensibilizzare perché il femminicidio deve finire e “l’uomo”, meschino, supponente e vigliacco, deve smetterla di pensare che il suo modo di vedere le cose sia l’unico e considerare la sua donna, la sua compagna,  solo un mezzo di piacere o un oggetto da disporre a suo piacimento. Donne ribellatevi, non annullate il vostro ego, non sottomettetevi, non permettete mai di subire. Mai! Per nessun motivo. Lasciate subito il vostro compagno al primo schiaffo perché ne seguirà un secondo e anche un terzo. Non si fermerà. E continuerà sempre di più, senza ritegno, senza pietà, sempre più violentemente. Non c’è nessuna giustificazione ai suoi esiziali gesti. E i figli? Anche loro avranno nel loro vissuto immagini oscene, urla strazianti, scene violente, figli dilaniati nel dolore e inermi, anche loro soli, vittime e testimoni. Figli invisibili di donne umiliate. Si può frantumare questa cultura maschilista con la denuncia  alle forze dell’ordine perché c’è sempre una via d’uscita. Sempre. Le donne, vittime di soprusi, possono rivolgersi ai centri antiviolenza, case protette, che assistono le donne accogliendole e tutelandole. Il numero verde che può salvare la vita è il 1522, risponderanno  operatrici che daranno supporto e assistenza a coloro che chiameranno. Ma risulta chiaro che è l’uomo a cui occorre il vero aiuto, è lui l’essere malvagio e farabutto che deve ricevere un soccorso terapeutico, l’unico mezzo  in grado di poterlo aiutare ed uscire dall’oscuro tunnel della sua cieca violenza.  Si rompe  il  silenzio della paura facendo rumore!

Graziella Fortuna