Politica

SALVO FERLITO: AL CGA SENTENZA DI PARTE CHE CI SPINGE A PARLARE DI POLITICA

Salvo Ferlito, dopo la sentenza del Cga sui brogli elettorali a Siracusa ci sono stati diversi a non restare sorpresi. Anche tu te l’aspettavi?

No caro Salvo, francamente non mi aspetto più nulla, diciamo che il livello italiano è scaduto così tanto che ormai non mi aspetto molto e quello che succede fa parte della trama di un film, di serie B, già visto. Batto ritirata su tutti i fronti, nonostante la grandezza della nostra Nazione e della nostra città, altrove ci sono condizioni di vita lavoro di gran lunga migliori.

In pratica una quantità industriale di brogli non sono bastati, ci voleva la pistola fumante..

Comunque sia è andata così, bisogna accettare il verdetto, c’è da dire che, nonostante la caterva di errori grossolani avvenuti in quei seggi, questa sentenza nella sua partigianeria – non c’è dubbio che hanno nominato un podestà che durerà in carica altri due/tre anni senza nessun meccanismo di controllo democratico – questa sentenza, dicevo, ci dice alcune cose chiarissime: la democrazia non si cerca nelle aule dei tribunali, quando si arriva lì siamo di fronte ad una extrema ratio, andiamo incontro a tutta una serie di meccanismi che non rafforzano, piuttosto indeboliscono il sistema democratico. In quell’atto giudiziario, nonostante venga il concreto dubbio sia di parte, credo che però nella sua essenza non si possa parlare di una sentenza politica, è una sentenza invece che ci spinge a parlare di politica. Ė difficile scorgere una narrazione quando leggiamo l’atto di un tribunale, eppure qui si ricostruisce bene il meccanismo delle urne e richiama all’attenzione alcuni punti cruciali, che sono importanti e che ci devono fare riflettere per il futuro. Nella confusione, nelle distrazioni che sono comuni a notte fonda alla chiusura dei seggi, tutte le parti dovrebbero essere teoricamente presenti con i rispettivi rappresentanti di lista. Ricordo gli anni ruggenti delle compagini politiche della prima Repubblica e le feroci liti per l’attribuzione appena di un voto. Ma ci stiamo riferendo ad un’epoca lontana, dove la macchina dei partiti era fortemente ideologizzata e dove vi era un’abbondanza di personale politico, che veniva motivato, selezionato e formato. Quello del rappresentante di lista era un ruolo importante: il motore elettorale era in mano a loro e alla loro capacità di difendere il lavoro di raccolta dei voti nelle sezioni. Ecco, credo che da qui si possano fare delle riflessioni sul senso da dare ai prossimi due/tre anni che ci separano dalle amministrative. Mi auguro che i siracusani lo stiano già facendo, e che si attrezzino per difendere la democrazia cittadina.

SABATO L’INTERVISTA INTEGRALE