Politica

SALVO SEQUENZIA: IL SINDACO ITALIA APPARTIENE A UNA DELLE CASTE PIU’ POTENTI DELLA SOCIETA’ ODIERNA

Salvo Sequenzia, a Floridia si torna a votare e devi scegliere il candidato che fa per te. Molti candidati sindaci.

La politica floridiana, purtroppo, ha la memoria corta.

Ha dimenticato, infatti, la lezione delle ultime amministrative del 2017, con uno scenario di ben otto sindaci candidati e di quattordici liste che determinò una frantumazione del voto ed una perdita di “rappresentatività” provocata da quelle liste che non superarono lo sbarramento, con centinaia di voti andati bruciati.

Ma, fatto ancor più grave, ha dimenticato anche che, con la legge elettorale con cui andremo a votare e che è la stessa del 2017, a vincere  – fatte salve le  eccezioni grilline o sovraniste la cui portata oggi appare definitivamente ridotta –  sono le coalizioni “piene”, cioè coalizioni consistenti che si agglutinano attorno ai due poli tradizionali: centro-destra e centro-sinistra. A Floridia, purtroppo, si prevedono quattro candidati a sindaco riferibili al centro-destra (Burgio, Fontana, Gallitto, Romano); uno riferibile al centro-sinistra (Faraci); due, infine,  espressioni di storie e di esperienze tra loro diverse ma complementari (Limoli, Carianni): la prima, quella di Limoli,  scaturisce dall’aspirazione a dare continuità ad un “discorso interrotto” dall’atto di sfiducia; la seconda scaturisce, invece, da un “discorso di rottura generazionale”  tutto giocato sull’impegno dei giovani e su una  presa di distanza da da un vecchio modo di concepire la politica.

Considerati questi scenari e i nomi in lizza, credo che  il finale di queste elezioni sarà scontato: ballottaggio con probabile apparentamento.

Io ho scelto già il mio sindaco, che è l’unico – sino ad oggi – che nell’ambito del centro-destra, confortato da importanti interlocutori – ha promosso un discorso serio di “alleanze” per il territorio parlando di primarie, di programma unico, di progetti e di linguaggi condivisi senza arroccarsi  dentro la propria cittadella e senza vantare primazie medievali o investiture celesti. Ovviamente, non farò il nome per rispetto della testata che mi ospita e per riguardo nei confronti degli altri candidati, tutte persone perbene.    

Per Floridia ci sono tre chiavi di lettura: il pensiero filosofico, il pensiero politico e il pensiero d’amore. Quale preferisci visto che anche tu sei un uomo d’amore come avrebbe detto De Crescenzo.

Hai detto bene. Sono un “uomo d’amore”. Ma essere uomini d’amore non esclude la riflessione filosofica e quella politica. Tutt’altro! I Greci, che la sapevano lunga, parlavano di un “eros” che impregna tanto l’attività filosofico-speculativa quanto quella politica. Per Platone, ad esempio, il filosofo è sia l’amante per eccellenza sia il politico perfetto, malgrado le “vicende siracusane” che lo coinvolsero e di cui egli parla nella celebre  “VII Lettera”, lo abbiano smentito. Purtroppo, Floridia paga oggi una colpa antica di cui si sono macchiate le classi che hanno guidato il nostro Paese tra la fine  degli anni Settanta e la fine degli anni Ottanta: non hanno favorito, e, in taluni casi, hanno finanche ostacolato il ricambio; hanno ostacolato, cioè, la rigenerazione socio-culturale, impedendo l’ingresso di nuove cellule per  garantire la continuità di una classe dirigente. L’avvento della società liquida, poi, ha fatto il resto, smembrando il tessuto sociale, alzando barriere tra “vecchi” e “giovani”, creando un corto-circuito tra linguaggi, paradigmi antropologici e visioni del mondo che ha trascinato tutto nella melassa della globalizzazione. Oggi, a Floridia, da un lato si contesta la tradizione, dall’altro ci si appella ad essa come la panacea per risolvere i problemi – e sono tanti – che attanagliano e soffocano la comunità. La verità è che entrambe le narrazioni sono appiattite al presente e sono rivolte al passato. Nessuno volge lo sguardo al futuro. Il vero innamorato, cioè il vero politico, non si macera nel piagnisteo e nel rancore; egli non vede l’ora che sia “domani” per rivedere la sua amata. E’ l’amore per la propria comunità a fare la differenza tra un vero politico –  sia esso sindaco, o assessore, o consigliere, etc. – ed un falso profeta, come insegna Castoriadis.. Fuor di metafora, vedo pochi “uomini d’amore” oggi a Floridia, pochi politici autenticamente appassionati della comunità e del territorio cui appartengono. E il linguaggio che parlano, intriso di banalità, livore e dietrologia, lo testimonia. Il linguaggio, come ha detto qualcuno, è la dimora dell’Essere.

Ad occhio vedi in giro più sardine o più squali?

Senza dubbio, più squali. Il pescecanismo è  una pratica disinvolta, ormai entrata a far parte del corredo antropologico aretuseo (e non solo). Nessuno ci fa più caso. Le sardine, che in natura sono uno straordinario modello di aggregazione e di convivenza sociale, hanno il loro punto debole proprio in ciò, ovvero nel fatto che non esistono se non come “moltitudine”.  In mare non si vede una  sardina singola, ma si vedono  banchi di sardine; così come non si vede mai  una singola pecora, ma un gregge di pecore. Il fenomeno delle sardine è il modello dei nuovi costituenti della politica: un aggregato fluido, permeabile, “striato”,  senza periferia e senza centro,  mosso soltanto dall’impulso di nutrirsi, procreare e difendersi. È  un modello che ha preso il posto dei partiti e dei movimenti, ma è destinato a scomparire dentro la pancia del pescecane di turno…

Ortigia, il centro storico delle leggende e di mille storie che raccontano (raccontavano) gli anziani. Tu lo frequenti, ti sembra in degrado, la strada scelta, per la verità invasiva, è quella giusta?

Sono solito dire – usando una iperbole – che Ortigia andrebbe amministrata dai cinesi o dai giapponesi. Giapponesi e cinesi sono riusciti a realizzare un modello perfetto di fusione tra tradizione e sviluppo, facendo convivere i rituali lenti del confucianesimo con le tecnologie più avanzate e gli stili di vita più progrediti del pianeta. Un mondo iper-contemporaneo si è completamente fuso a un mondo millenario senza danneggiare o alterare  quest’ultimo; anzi, il mondo antico è divenuto il cuore e la coscienza del mondo nuovo.

Cosa è avvenuto di tanto straordinario. Niente. Quelle società hanno realizzato modelli di convivenza fondati sul rispetto, sulla considerazione dei “riti” – cioè di quel complesso di credenze, idee, comportamenti, usanze e pratiche che si  identificano  in luoghi, in simboli e in espressioni della cultura e della civiltà – riconducibili ai “padri”, convinti che l’idea di progresso e di sviluppo non voglia dire distruggere, violentare e manomettere ciò che è esistito prima stato in nome del nuovo. Siracusa, alla fine degli anni Cinquanta, ha scelto un modello di sviluppo che tagliava i ponti con la tradizione, in nome del miraggio industriale. Ricordiamo tutti lo stato di degrado e di abbandono in cui versava Ortigia negli anni Ottanta. Oggi, la pratica di “usare”  i luoghi antichi come scenario ludico appartiene alle dinamiche e alle logiche  della società postmoderna, che incessantemente sfrutta, divora, violenta, inquina e deturpa luoghi, oggetti, simboli, spazi e dimensioni dell’esistenza per soddisfare i propri desideri. Ortigia è diventata un prodotto dell’industria del desiderio. Un prodotto da usare e consumare con la compiacenza di “vigilatori” poco attenti, poco sensibili o troppo interessati e con l’insufficienza di un sistema di norme di regolamenti  in materia che  si autoproclama il migliore d’Europa, ma, che, in realtà, mostra falle e vulnerabilità da ogni parte.      

Elio Tocco, che non è davvero il primo venuto, ha fatto un’analisi secca sui comunisti. Molti vecchi comunisti siracusani si sono riconosciuti e le reazioni sono state anche violente.

L’analisi del mio amico Elio Tocco ha toccato nervi sensibili. Ogni qualvolta leggo gli interventi e gli scritti del professor Tocco, mi convinco sempre di più che la comunità in cui viviamo oggi abbia bisogno di “cattivi Maestri”: cioè  di  pensatori ed intellettuali che  testimonino il linguaggio della demistificazione contro le imposture e i luoghi comuni, che insegnino a non cedere mai alla lusinga e al ricatto, che siano capaci di stanare con le sole armi del pensiero, della cultura e del dialogo  i finti “custodi dei valori” che, in realtà, si rivelano servi di regimi, di ideologie e  di poteri politici.

A Siracusa è tutto commissariato, anche il Consiglio comunale. Fra non molto per decreto verrà stabilito che non è più la città di Archimede, Vittorini e Quasimodo, sono tutte fake news. Musumeci, da catanese doc, ci considera una colonia dell’impero…

Il “commissariamento” è uno dei dispositivi attraverso cui si estrinseca quello “stato di eccezione”  che  ammorba la società contemporanea. L’eccezione è divenuta regola, in ogni campo. Un “commissario” può fare tutto, e tutto gli è consentito, “in nome della legge”. Il commissariamento de-responsabilizza i veri responsabili da oneri, fastidi, gatte da pelare, grattacapi.

È l’eterno fascismo di cui parlavano Sciascia, Borgese, Eco,  che lo chiamava ‘Ur-Fascismo’. L’Ur-Fascismo è ancora, sempre, intorno a noi, talvolta in abiti civili, normali. Ed è quello più minaccioso per la democrazia, per la libertà e la convivenza umana.

Guarda Francesco Italia pur essendo la risultante di brogli elettorali acclarati da una commissione prefettizia e da una sentenza del Tar continua a non dimettersi. Ma come fa?

Il sindaco Italia appartiene a una delle nuove espressioni di casta più potenti della società odierna. Una casta ancipite, inverificabile, inattaccabile, proteiforme, indifferente a divieti, obblighi, censure. È presente dappertutto ed è in grado di condizionare, blandire, irretire…

Per un concerto di Baglioni al teatro Greco tutti lì a fare la guerra al direttore del Parco Archeologico che non vuole fare altro che tutelare un bene che ha 2400 anni.

La verità è che sulla questione della concessione del Teatro Greco per uso ludico nessuno prende una posizione chiara e definitiva una volta per tutte. Se il Teatro versa in condizioni precarie, allora il suo uso va vietato in modo assoluto:  per concerti, per rappresentazioni teatrali, per banchetti, etc. Se, invece, esso si trova in condizioni tali da poterne consentire la fruizione, bisogna stabilire con un atto formale ciò che può essere consentito e ciò che deve essere vietato. La discrezionalità e la “doppia competenza” non possono essere tollerate.

Se indovini senza fare ricerche su Google chi sono i deputati siracusani ti offro una crociera non appena finisce l’imbroglio del Corona virus.

Vediamo…Prestigiacomo, Marzana…e poi?!

Chi sarà il sindaco di Floridia? Cosa decide il Cga l’8 aprile sui brogli elettorali a Siracusa? Chi vincerà il prossimo Premio Vittorini?

Non ho la sfera di cristallo né virtù profetiche, ma penso proprio che il prossimo sindaco a Floridia sarà un uomo del centro-destra. Spero sia il mio candidato Innominato…! Per quanto riguarda la vicenda  dei brogli a Siracusa, tanto rumore per nulla. Nessuno schioderà  Italia dalla sua poltrona (mi gioco con te una cena al ristorante cinese!).

Il Premio Vittorini? Mi auguro che a vincere  sia Simona Lo Iacono.