Politica

VOGLIONO METTERE IL SILENZIATORE SULLO SCIPPO DI UN PEZZO DI AMP A SIRACUSA. MOBILITATO LO STAFF DEL SINDACO SUB JUDICE

In tre sono andati a portare personalmente a Roma la delibera che di fatto stabilisce lo scippo di un pezzo dell’Amp a Siracusa. Cioè in tempo di Corona virus dirigenti comunali e dell’Amp hanno fatto il massimo per consumare in fretta lo scippo. Il tutto per una delibera voluta dal sindaco sub judice e da un commissario regionale almeno singolare nel suo agire. Al riguardo spiega meglio di noi la nullità dell’atto l’avvocato Salvo Salerno (nella foto). Ecco quello che scrive: “Tre organi di stampa di diverso orientamento danno una notizia apparentemente burocratica e cioè che il Commissario regionale, nominato in sostituzione del decaduto Consiglio comunale, ha approvato (per la parte comunale) la modifica dello statuto del Consorzio Plemmirio, cioè l’ente pubblico associativo tra Comune e Provincia, cui è stata affidata la gestione dell’omonima Area Marina Protetta.
La modifica statutaria consiste nell’inserimento di una Istituzione scientifica (privata?) napoletana tra i costituenti il Consorzio, con i due Enti territoriali siracusani.
Sono andato a leggermi, sull’albo pretorio comunale, la delibera commissariale e ho accertato che, nella motivazione, non si dà atto delle necessarie procedure propedeutiche, previste nello Statuto del Consorzio. E cioè che lo Statuto, per consentire la sua stessa modifica, richiede un preciso procedimento a cura del consiglio di amministrazione del Consorzio. Domanda : è stato istruito e perfezionato quel procedimento a monte, PRIMA che si predisponesse la delibera commissariale a valle?
Ed altra domanda : come mai la predetta delibera commissariale è stata dichiarata immediatamente esecutiva, senza una specifica motivazione, come richiede la legge?
Altra questione di merito è la seguente. Se, sempre lo Statuto del Consorzio, prevede che eventuali partnership con organismi pubblici o privati avvengano, non nella forma strutturale, bensì nella forma esterna e cioè con accordi, convenzioni, etc., come si ritiene anche sotto tale profilo, che sia stato rispettato lo Statuto..?
Un’ultima osservazione derivante dall’ultima domanda: lo Statuto del Consorzio costituisce corpus unitario con l’Atto Costitutivo del Consorzio medesimo. Ed è proprio nell’Atto Costitutivo, redatto con rogito notarile, che trovano espressione e legittimazione i due Enti territoriali costituenti. Così operando, il Commissario non ritiene di aver deliberato in un ambito sottratto ai suoi poteri? E niente ha avuto da eccepire il segretario comunale, al riguardo?
E chi potrebbe essere legittimato ad impugnare davanti ai giudici tale delibera, se il Commissario non la annullera’ in autotutela?
Peraltro, ove mai il consiglio di amministrazione del Consorzio avesse omesso di adottare il procedimento di modifica statutaria, ritengo che la delibera commissariale sia nulla per difetto di un elemento essenziale e quindi priva di effetti.
Se tutto ciò che ho scritto ha un senso e una fondatezza, ci troveremmo di fronte all’ennesimo atto di dispregio della legalità e dei Beni Comuni”.

 Ma ricordiamo per completare il quadro quello che per prima ha denunciato su questa ambigua vicenda la vicepresidente della commissione bilancio alla Camera, Stefania Prestigiacomo che, lo ricordiamo, a suo tempo questo Consorzio lo ha letteralmente creato. Leggiamo insieme. E’ sorprendente e preoccupante ciò che sta accadendo all’Area Marina Protetta del Plemmirio. Nei giorni scorsi il commissario regionale che fa le veci del Consiglio Comunale, dichiarato decaduto, ha approvato la proposta di modifica dello Statuto dell’AMP che permetterà di proseguire nell’assurdo disegno di cessione del 33% delle quote del consorzio alla “Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli” in cambio di 50 mila euro e di consulenze varie. Attualmente il consorzio è composto al 50% dal comune e al 50% dalla ex provincia. Avevamo lottato tanto per mantenere in capo al nostro territorio la gestione della riserva marina, ma oggi nel silenzio assoluto con un procedura politicamente discutibile, si vuole svendere un altro pezzo del nostro territorio senza comprenderne le reali ragioni. Se ci si vuole avvalere della collaborazione di un ente esterno perché non farlo senza regalargli il 33%? Quanto accaduto appare inspiegabile, inquietante e dannoso per Siracusa. Perché se proprio c’era bisogno di un supporto scientifico e proprio napoletano – si è deciso addirittura di regalargli un terzo del consorzio? Per cinquantamila euro e alcune consulenze? E’ questa una scelta ragionevole? 

E poi che la giunta abbia proposto al commissario una delibera notoriamente molto contestata in città e che nel consiglio decaduto molto difficilmente avrebbe trovato una maggioranza in grado di approvarla appare come un atto di arroganza che non comprendiamo e non si offenda il sindaco se dico che ha il sapore del colpo di mano. 

Non si comprende poi perché ci si sia rivolti ad un istituto di ricerca di Napoli per seguire un tratto di mare siciliano. Come mai non si è chiesto, ove se ne sentisse il bisogno, di partecipare a una università siciliana ad esempio? Non avrebbe avuto più senso che ad occuparsi del mare e della biodiversità isolana fosse chi di queste materie e di questi luoghi si occupa perché in Sicilia vive e opera? O noi in Sicilia non abbiamo queste professionalità? 

Perché il sindaco Italia ha deciso di svendere un pezzo dei beni di famiglia, approfittando d’essere “podestà” della città senza opposizione democratica?

Per fermare questa ennesima pazzia c’è solo una possibilità: che il commissario della Provincia, titolare dell’altro 50% del consorzio dell’AMP si opponga a questa operazione di potere a danno di Siracusa. 

Essendomi spesa in passato per la creazione dell’area protetta, avendo quindi col Plemmirio un rapporto anche “sentimentale”, spero davvero che questo ennesimo scippo sia evitato. Faccio quindi appello a nome dei siracusani che hanno a cuore il nostro mare e la nostra costa, al commissario della Provincia Regionale perché dica di no all’intera operazione impedendo che sia scritta una pagina vergognosa di storia siracusana”.

In conclusione siamo di fronte ad un atto a danno della comunità siracusana, un inghippo che non si capisce ancora bene perché abbia così tanti sostenitori nello staff di Italgarozzo al Comune e all’Amp. Ci sarà pure il Corona virus, ma non possono certe passare nel silenzio così tante profanazioni etiche e giuridiche e l’ennesimo scippo ai danni di Siracusa. Per quanto ci riguarda continueremo a parlarne. Anche da soli. Per molti versi ci stiamo abituando alla solitudine e ad avere a Siracusa questa informazione monca.