Politica

I LECCACULO PEGGIO DEGLI ULTRAS, MANIPOLANO L’INFORMAZIONE SU ORDINI DEL CAPO

Il giornalismo libero e indipendente non è mai stato il garante della democrazia bensì una sua emanazione, mentre invece è sempre stato il cane da guardia del potere. Ma le cose oggi sono cambiate. Internet ha distrutto le barriere in entrata è quindi chiunque può creare un canale di informazione, o farla in altri modi anche sui social, senza dover passare dai cd “custodi della verità”: i giornalisti selezionati di un tempo e pertanto ligi ai loro dettami deontologici, per intenderci.

Internet ha invece aperto il libero mercato delle notizie e delle opinioni, che avendone cosi aumentato a dismisura l’offerta sul mercato dell’informazione, di questo ne ha anche fatto crollare il valore, e quindi il prezzo.

Ma così facendo lo ha anche consegnato nelle mani del potere, politico e privato, che ovviamente non ha perso l’occasione di accoglierlo tra le sue amorevoli braccia; facendone direttamente il suo personale cavallo di Troia da infiltrare nella società!

Pertanto, al giorno d’oggi il mercato dell’informazione ha ormai margini ridotti al minimo della sopravvivenza, trasformandolo così in un ambiente estremo nel quale i media elaborano prima e applicano poi diverse strategie di sopravvivenza ma anch’esse tutte estreme.

Ad esempio: essere al servizio accondiscendente, quando non direttamente alla mercé, delle forze politiche, dal momento che questi gestiscono i miliardi derivanti dalle tasse dei cittadini e che quindi sono ben felici di aiutare chiunque ne faciliti l’azione e quindi anche la carriera; a prescindere dal tipo di azione e dalla qualità della carriera.

Ma si applicano anche nella polarizzazione delle ideologie, che spesso trasformano in una vera e propria hooliganizzazione da ultras sportivi: considerando che un ultras andando sempre allo stadio, comprando il pay per view in tv e avendo pure le mutande coi colori della sua squadra fa quindi incassare molti più soldi rispetto a un tifoso occasionale o moderato. Perché come l’ultras ama alla follia la propria squadra e odia quella nemica, la stessa cosa vale per le fazioni politiche. Pertanto, più i media riescono a creare “ultras” irrazionali più incassano.

E per realizzarlo al meglio si dedicano al “clickbaiting” professionale (in italiano acchiappaclick o esca da click) e lo fanno non solo con titoli accattivanti studiati a tavolino da esperti della comunicazione mediatica per spingere gli utenti a cliccare in modo da ottenere ritorni di visibilità o pubblicitari, ma anche con articoli sensazionalistici studiati appositamente per creare fobie, manie, ossessioni; perché, per esempio, e per stare all’attualità, veicolando con insistenza un cambiamento climatico catastrofico e imminente si possono suscitare forti emozioni e creare così ambientalisti fanatici, che come gli ultras fanno ottenere più click e interazioni che a loro volta fanno incassare più dell’aver veicolato un più veritiero e magari moderato cambiamento climatico probabile ma incerto.

Per non dire delle mirate creazioni di “fake news” ed “hate speech” (in italiano “notizie false” o bufale e “linguaggio d’odio” o incitamento all’odio), perché questi ultimi due sono l’arma definitiva partorita inizialmente dal simbiotico rapporto tra il mainstream dei media e la politica per prendere o riprendere il controllo della narrativa dominante e dell’immaginario collettivo e poi diffusosi a dismisura ad ogni livello di ogni strato sociale. Quella che oggi possiamo tranquillamente definire la vera arma di distrazione di massa di cui si avvalgono i peggiori sfruttatori del mercato dell’informazione, inquinandolo ormai irrimediabilmente ma ottenendo quello che si erano prefissati, quello che vogliono e quello che vorranno anche in futuro.

Ma se la battaglia contro le “fake news” e gli “hate speech” non può essere vinta, contro tutto questo ci è rimasto il sempre prezioso dubbio: quello che nasce istintivamente come diretta conseguenza del pensiero critico.

Diventa quindi imperante sviluppare o mantenere il pensiero critico… perché bisogna sempre ribadire che contro tutto questo non ci rimane nessun’altra difesa!

Salvo Cultrera