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GLI ULTIMI GIORNI DI GENNAIO OVVERO I GIORNI DELLA MERLA

Nella lontana Cornovaglia, la’ dove l’oceano lambisce con le sue onde gigantesche le lande della brughiera, in cima a un albero viveva una famigliola di merli dal piumaggio tutto bianco, così bianco che quando nevicava, si confondeva tra un fiocco di neve e l’altro. Mamma Merla, come ogni mattina era solita rassettare e mettere in ordine il suo nido e con tre merlini da mantenere, ne aveva da fare! Finite le faccende, andava a ricercare il cibo necessario a sfamare tre beccucci. In quei giorni, era sul finire di gennaio, c’era un tempaccio mai visto prima! La neve era alta cinque metri  e ricopriva  tutto  con un manto soffice  e candido. Così  mamma Merla, con la sua sciarpetta rossa al collo, guanti e berretto, incurante del maltempo, del vento gelido e della tormenta che non faceva vedere al di là del proprio becco, salutò i piccolini che, rimanendo soli nel nido, raccomandò loro di non litigare, ma soprattutto di non uscire perché erano piccoli e i pericoli fuori erano tanti. Finite le raccomandazioni,  cominciò il suo viaggio alla ricerca di un buon pranzetto. Ma più si allontanava dal suo nido, più si accorgeva che era difficile trovare qualcosa da mettere sotto il becco. Neanche l’ombra di un vermetto, o un ragnetto o una lumachina. Niente! Del resto il terreno era ricoperto dalla neve e, con quel fortunale, tutti erano rintanati nelle loro tane. Ma mamma Merla, imperterrita, continuava a volare e a volare e a volare. E volava e volava. Doveva portare del cibo ai merlini. E intanto la tormenta impazzava e le ali si intorpidivano sempre più e diventavano più pesanti. Ma la forza di una mamma si sa, non ha eguali e l’amore per i suoi piccoli era così tanto che la indussero a non fermarsi e ad andare avanti, a non arrendersi. Mai! Il buio intanto calava, quando mamma Merla intravide da lontano un bel e caldo comignolo fumante. – Quasi, quasi mi riposo un po’ e nello stesso tempo mi riscaldo. –  Pensò la sfortunata! Contenta di aver trovato un posto caldo su cui poggiarsi, si rannicchiò pensando che da lì a qualche minuto, il tempo di ristorarsi, avrebbe ripreso il volo. Ma la stanchezza era davvero tanta, poverina, che si addormentò in un batter baleno. Passò  così tutta la notte, ma udite udite, l’indomani mattina,  quando si svegliò, si ritrovò con le piume tutte nere nere, di un nero intenso e lucente a causa di quel denso fumo che usciva lentamente dal comignolo. Mamma Merla, non si scoraggio’. Voleva dire che avrebbe mostrato alle sue amiche merle un nuovo look. E fu così  che da quel giorno i merli dal bianco piumaggio che avevano, diventarono neri come la pece. E i piccoli? Mamma Merla, una volta riposata e con tante energie in corpo, riprese il volo. Un tiepido sole fece capolino tra le nuvole che fece sciogliere un po’ di neve, così trovò  tanti vermetti e insettini.  Li portò  ai suoi figlioletti che li divorarono in un attimo. La famigliola ora zirlava felice . Ed è per questo che gli ultimi giorni di gennaio, il 29, 30 e 31 sono definiti i “Giorni della merla” che dovrebbero corrispondere ai giorni più gelidi dell’inverno!

Graziella Fortuna