MARIO CAVALLARO: NON SI DEFINISCONO COMUNISTI, MA RESTANO SEMPRE COMUNISTI.
Mutano periodicamente nome di partito, inventano sigle e movimenti ” spontanei” e “autogestiti “( le sardine è l’ultima trovata ! ) , ma restano sempre quelli che sono stati storicamente. Non si definiscono più comunisti, consapevoli del fallimento storico del socialismo reale, ma la loro è una forma mentis . Hanno sostituito l’ internazionalismo con il globalismo, l ‘ Unione Sovietica, paradiso in terra, con l’ Unione Europea dell’euro- burocrazia, la lotta di classe con la dittatura finanziaria, il proletario con l’immigrato, le femministe con le lobby Lgtb, Mosca, dove il sol dell’avvenire è tramontato prima di sorgere, con Francoforte. E , se ti opponi al loro mainstream, cercano di chiuderti la bocca con ridicole accuse. Hanno una particolare idiosincrasia per chi dissente, considerato non avversario, ma nemico. Sono portatori di una cultura intollerante, prima nel nome di una ideologia totalitaria, oggi nel nome del pensiero unico politicamente corretto. Il loro nemico è sempre lo stesso: identità, appartenenza, tradizione, mito, responsabilità, dovere, famiglia, religione. E se , nonostante il trasformismo, non riescono ad essere maggioritari, allora non si indicono elezioni, perché la democrazia è tale se vincono loro, altrimenti è deriva populista.
Mario Cavallaro