IL PASTORELLO BENINO E’ ORMAI LA STAR DEL PRESEPE
Il fascino del presepe non tramonta mai. Grande, piccolo, di cartone, con materiale pregiato o di riciclo, esso costituisce fonte di studio. Non si conosce con precisione la data storica del primo presepe, probabilmente si fa risalire all’anno 1223 a Greccio, ad opera di San Francesco. Molteplici i personaggi che lo compongono, ma quello che proprio non può mancare, a parte i personaggi della natività, è Benino il pastorello dormiente, trasformato in Benito durante il periodo fascista. Il giovane Benino è posto lontano dalla capanna, disteso su un giaciglio di erba con il capo su una pietra, circondato da cespugli ed attorniato da caprette brulicanti in uno scenario bucolico. Ed è proprio intorno a questo giovane pastorello che nasce una curiosa leggenda…Benino dorme e sogna che mentre s’incammina attraverso una strada lunga e tortuosa verso la mangiatoia, incontra malviventi di ogni specie, furfanti malvagi e infami, belve feroci, ladri, soffre la fame e il freddo e lui, con pazienza, con amore ed ispirato da una forza interiore, riesce a superare tutte le difficoltà e a mettersi in salvo. Possiamo svegliare Benino? Assolutamente no perché, nel suo sogno, è lui il protagonista del presepe e destarlo proprio non si può, rischio la disgregazione dello stesso Natale e, siccome Benino non si sveglia mai, ogni anno l’umanità assiste devotamente alla magia della creazione, portando a compimento il significato intrinseco del presepe, nella speranza di un mondo più giusto e più equo. Il sonno di Benino ha una valenza fortemente simbolica che rappresenta la natura ingiusta dell’uomo, per poi redimersi con il miracolo della Natività. Attenti allora a non svegliare Benino, diventato ormai protagonista di ogni presepe che si rispetti e lasciamolo quindi dormire pacatamente nel suo sogno.
Graziella Fortuna