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GIOVANNI PAOLO II A SIRACUSA: SIA LODATO GESU’ CRISTO E MARIA SIRACUSANA

Siracusa era già celebre in tutto il mondo per la grandezza della sua gloria nei secoli,  per la sua potenza ai tempi più prestigiosi culminati nel V secolo a.C. nella sua splendida vittoria riportata contro gli stessi Ateniesi, per la maestosità dei suoi monumenti, tra cui il grandioso teatro greco, l’ara di Ierone e l’anfiteatro, per la solennità dei suoi templi, tra cui quello di Minerva, quello di Diana e quello di Giove, per l’ingegnosità delle  sue fortificazioni, come le mura dionisiane e il castello Eurialo, di cui ancora da ogni parte vengono i forestieri ad ammirare le vestigia….
Siracusa era già celeberrima per la sua storia che ebbe sicuramente inizio prima di Roma, visto che quando Archia da Corinto vi giunse con i suoi nel 734 a.C., la città laziale  aveva visto solo da meno un ventennio i suoi primi albori per opera di pochi rozzi pastori, mentre nella città aretusea, nel suo entroterra, come a Pantalica, di cui non finiscono di stupirci i grattacieli lapidei dove già dal XIII secolo a.C. vennero custodite le salme dei loro trapassati, vi erano popolazioni molto progredite che vi abitavano da secoli, chissà se non addirittura da millenni!
Siracusa, anziché vedere impallidire la sua fama, l’ha vista improvvisamente aumentare ai nostri tempi, dal 29 agosto 1953: quella data segna, infatti uno dei più prodigiosi episodi che siano avvenuti nel nostro secolo.
Tutta la stampa, locale, nazionale, estera, si impadronì della strabiliante notizia, che in brevissimo tempo si diffuse in tutto il mondo: la Madonna lacrimò proprio nella città aretusea, non solo quel giorno, ma anche nei giorni successivi!
Ci piace ricordare quello che molti lo hanno definito il miracolo del secolo. All’annunzio giunsero a Siracusa migliaia e migliaia di forestieri da ogni paese, soprattutto dalla provincia di tutta la Sicilia.
Ogni giorno i giornali riportavano l’eco delle numerose straordinarie guarigioni che vi accedevano, al pregare, al toccare il cotone bagnato da quelle lacrime, l’eco delle testimonianze raccolte, l’eco delle opinioni che si esprimevano da parte delle autorità, soprattutto quelle religiose, l’eco delle prove e delle analisi che venivano eseguite per verificarne la veridicità, l’eco del numero delle persone che vi si recavano in devoto e speranzoso pellegrinaggio,
Abbiamo voluto registrare la documentazione dalla viva voce di chi tra tanti assistette a quell’evento memorabile: è il signor Antonio Rubino di 56 anni. Abbiamo scelto proprio lui perchè proprio in questi giorni e nell’ambito del santuario della Madonnina, assieme al signor Antonino Trovatello ha organizzato la 105 mostra, oltre che delle cartoline d’epoca di Siracusa, quella delle immagini sacre, tra cui quelle della Madonna delle lacrime, dimostrandone la più viva devozione:
“ Allora avevo 11 anni comincia a raccontare con commozione
e abitavo alle… grotte..
Proprio dentro una delle grotte che vi erano nella zona?
“No! Io proprio no, perchè abitavo in una modestissima casa di via
Bologna. Ma c’era chi si può dire fino all’altro ieri, in quelle della balza d’Acradina, a due passi da noi, vi abitava e vi lavorava da falegname…La zona ancora oggi viene chiamata delle grotte e noi allora la chiamavamo anche d’’e manniri, delle mandrie perchè c’erano le grotte piene di mucche, di cavalli, di asini, di ovini e vi si faceva anche la ricotta. C’erano poche abitazioni con una o due stanze, pur se si vivevano famiglie molto numerose.”
Che strada prendevate per recarvi da via Bologna a via degli Orti, dove avvenne il miracolo?
“ Andavamo d’’o Funnareddu, via Milano.”
C’era, per caso qualche forno, per cui lo chiamavate furnareddu?
“ Non ho detto furnareddu da forno, ma funnareddu , da fondo, perché lì era la parte bassa, dove l’acqua si raccoglieva, che poi arrivava o’ vadduni, nei pressi di Viale Luigi Cadorna, una delle cui traverse più vicine o’ ponti ’i ferru era proprio via degli Orti di
San Giorgio. In quella zona ricordo che c’era un punto che bisognava attraversare sopra ’na tavula ’i ponti….”
A quei tempi c’era lì il cancello del vecchio cimitero?
“ No! C’era ancora perfettamente il cimitero! Me lo ricordo benissimo perchè, venendo da Testa ’o Re, eravamo obbligati a passare da via Torino e noi avevamo paura a passarci perchè in via Torino, dove ora c’è l’Istituto Chimico, il “ Fermi”, c’era il cimitero. Allora, quando io cominciavo a capire qualcosa, vedevo che toglievano le ultime tombe per trasferirle ne cimitero nuovo attuale, che era molto lontano dalla nostra  zona e dove perciò noi ragazzini non arrivavamo.”
Allora, per tornare in via degli Orti, ci andò al primo giorno a vedere la lacrimazione della Madonnina?
“ No! Ci sono andato l’indomani, se ben ricordo, quando si diffuse la notizia che piangeva la Madonnina. Allora, giustamente, come ogni ragazzino, sono andato a curiosare.”
Vuole raccontarci esattamente cosa vide? La dinamica del
prodigioso evento?
“ Ci andai, dunque, prima che il capezzale di gesso rappresentante il volto della Madonnina venisse esposto in una nicchietta alla parete esterna della casa di fronte che, essendo un po’ sollevata dal piano stradale, si prestava meglio all’osservazione e alla devozione della marea di gente che assiepava l’abitazione e la via, nonché le vie circostanti.”
Potrebbe affermare con certezza di aver visto uscire lacrime dagli occhi dell’immagine in bassorilievo?
“ Sicuramente! Essendo ragazzino, non ebbi difficoltà a intrufolarmi fra tutta quella folla. Così arrivai fino alla porta di casa Iannuso, anche se non vi entrai. Proprio in quel momento vidi un uomo che usciva e aveva in mano il capezzale. Prima l’asciugò con un batuffolo di cotone, per far vedere alla gentile te che gli occhi della Madonna erano asciutti; poi lo sollevò in alto con entrambe le mani. Fu allora che notai benissimo che gli occhi cominciavano a bagnarsi e uscivano lacrime che le solcavano le gote. Non  so chi fosse quel signore, ma non era Iannuso, nè un prete, forse un vigile urbano.”
E la gente in quel momento?
“ Lei può immaginare le grida che si alzarono: Chianci! ’A Madunnuzza chianci! Chianci pi daveru! E lì, grida di invocazione: Viva Maria! Viva Maria!… Madunnuzza pruteggici!”
Assistette a qualche miracolo?
“ Ad un certo punto l’uomo riportò dentro il capezzale. Ricomparve dopo qualche minuto, per fare quello che aveva fatto prima. Stessa scena, stesse invocazioni da parte della folla. Così una terza e una quarta volta. All’improvviso un grido altissimo: Bedda Matri ! Caminu!…A quel grido rispondono altre grida altissime: Camina! Ha’ jittatu ’i stampelli!…”
E vide chi era?
“ E come potevo? In quel momento la calca si fece più stretta, asfissiante! Tanta altra gente accorse, che prima sostava nelle strade vicine, in attesa che qualcuno che aveva già visto si decidesse a sfollare. Io che era un ragazzino, a momenti ebbi la sensazione di perdere il fiato, soffocato da tutta quella massa di persone che mi spingevano da ogni lato. Cominciai a dare spintoni alla disperata, finché non mi feci un varco dove e come
potei, purtroppo non nella direzione da dove si erano sollevate quelle voci. ché lì la calca era più spessa, schiacciante!”
Ha visto, comunque qualche miracolo?
No. Ne ho sentito parlare ma non avuto il privilegio di assistervi personalmente né allora né mai.”
Ha conosciuto il figlio dei coniugi Iannuso, che si disse doveva nascere la stessa notte in cui nacque Gesù e doveva essere un uomo straordinario, un santo, un profeta?
“ Certo! E nacque proprio la notte di Natale! Ma di straordinario non presentò mai nulla.
E’ vero che a scuola elementare era persino meno bravo di tanti altri, come ha sempre sostenuto qualche suo compagno, come Pippo Rizza, Ugo Miccichè, che con lui frequentò la quinta classe in via Isonzo?
“ Questo non lo so. Tutti sanno, comunque, che un grande profeta o un uomo eccezionale o un santo, come tutti si aspettavano allora, a Siracusa non ne è nato nel nostro secolo. Ma questo non c’entra con il miracolo della lacrimazione, mi pare!”
Ha visto piangere altre volte la Madonna?
“ Veramente, se vogliamo, la Madonnina da allora a Siracusa ha sempre pianto! Una volta, quando il prodigioso capezzale rimase per anni esposto a piazza Euripide, e per chiesa fu fatta una baracca, dovetti assistere a tre sante messe, in attesa che finisse una di quelle…. lacrimazioni che pare vogliano fare annegare la città quando avvengono!”
E quando ci fu la visita del Papa a Siracusa? Cosa disse il Santo Padre in occasione di quel terribile nubifragio?
Noi siamo stati gli unici che ci siamo… salvati, perchè avevamo la mostra a sfondo religioso. Giovanni Paolo II, che doveva recarsi alla Balza d’Acradina, vedendo quel… diluvio universale che si scatenò proprio in quel momento, si dice che abbia esclamato scherzosamente: O Madonnina, adesso non stai piangendo anche troppo”
Quando cominciò a costruirsi il Santuario, lo ricorda?
“ Ero già sui 25 anni. Ricordo che lì prima c’erano si può dire solo orti di cavoli. Andai a vedere quando fu scoperta la cripta. A noi parve una specie di piccola catacomba che man mano però scendeva. Mi ci calai a vedere che cosa c’era dentro mentre gli operai scavavano ma non vidi nulla di importante che destasse la mia curiosità. Forse l’importanza era solo dal punto di vista storico, non so; era questo lo ricordo benissimo la primavera dell’anno 1966.” Da allora la devozione alla Madonnina delle lacrime è cresciuta sempre di più ed annualmente la ricorrenza di quel lontano 29 agosto 1953 è celebrata dai Siracusani si può dire quasi con la stessa solennità con cui si celebra la festa della Santa Patrona, Santa Lucia. Certo, se uno mi domandasse perchè la Madonnina abbia pianto proprio a Siracusa, come la celebre statua di Santa Lucia al sepolcro sudò tutta nel ’700 per alcuni giorni,  non saprei rispondere…. Forse perchè da provincia babba e pulita già prevedeva che sarebbe diventata provincia fin troppo sperta e a rischio, oppure che i suoi figli avrebbero sofferto più di tanti altri per la crisi sociale, economica e occupazionale? Mistero!
Arturo Messina