CORRADO GIULIANO: IL SINDACO NON MI PIACE, E’ FIGLIO DELLA CITTA’ CHE CONTA, E’ PERMALOSO E SI PRENDE TROPPO SUL SERIO
Corrado Giuliano parliamo del nuovo ospedale. Tutti e due sappiamo che forse lo vedranno i nipoti, la nostra politica di oggi non è in grado . Sei stato in una prima fase giustamente critico con la gestione Italgarozzo, oggi sei più accomodante, temi l’arrivo dei fascisti al Vermexio?
Mi pare che la querelle sull’Ospedale dimentichi le emergenze vere della nostra sanità.
Penso che, con tutti i suoi limiti e le sue carenze, questa Giunta comunque è più di garanzia di quanto non lo sarebbe stata quella di Reale, con tutta la stima che nutro per Paolo che sorprendentemente, come pochissimi, riesce a coniugare professione ed amministrazione, ma che alla fine si è lasciato sedurre dalle solite sirene della politica politicante, politica che ha creato sudditi e non cittadini, e mi riferisco ai Vinciullo, ai Foti, ai Consiglieri ripetenti da legislature in Consiglio Comunale, a tutto quella parte di città, ai vari gradi e livelli, che ha tenuto le fila del clientelismo e della gestione nepotistica della cosa pubblica, che è stata responsabile della crescita distorta della città e della formazione di questa burocrazia che non ha colto la importanza della dignità che le grandi riforme hanno portato, qui solo sulla carta, alla separazione di ruoli fra indirizzo politico e gestione.
Sono accomodante soltanto perché non voglio spuntare l’arma della critica, gridare sempre al lupo al lupo alla fine non ti crede nessuno. E come sai il mio tasso di popolarità è già bassissimo, riuscire a vedere quel poco che si muove dal molto che non si fa mi consente di sentirmi più libero di denunciare e criticare.
Non mi piace il Sindaco, perché certo è figlio della città che ha contato, anche Lui frutto di riproduzione sociale, se fosse meno permaloso, se si prendesse meno sul serio, probabilmente potrebbe assai meglio mettere a frutto le sue indubbie qualità mediatiche, la sua immagine moderna e sicuramente accattivante.
Sono convinto tuttavia che come Paolo Reale ed altri, sia a destra che a sinistra, è una risorsa per la città, risponde più all’idea di una Siracusa in moto che ad una città stagnante dentro vecchi ambiti di una politica usurata, che dà solo la immagine incomprensibile di autoreferenzialità.
Dopo essermi in questa esperienza riavvicinato al corpo ed alle ossa della nostra città sono sempre più convinto che con questa macchina amministrativa sotto zero chiunque faticherebbe a dare risposte e risultati diversi e soddisfacenti.
Soltanto una pattuglia di monaci guerrieri, senza famiglie, padrini, ascendenti e clienti, potrebbe accelerare i tempi della ripresa, peccato che sicuramente non avrebbero i consensi necessari per essere eletti.