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SONO DUE LE LEGGENDE SIRACUSANE PER LO SCOGLIO RE DU’ FRATI

Ridiscendendo dalla balza di Acradina, sito di leggende e tradizioni di Siracusa affascinanti, arriviamo nuovamente lungo la costa, che qui diventa già alta scogliera: esattamente ai due scogli che nella lingua locale sono detti ’i du’ frati. Il termine frati sarà stato quello che ha ispirato una doppia leggenda: infatti esso vuol dire tanto frate, monaco, che fratello. E a due frati, a due monaci viene riferito il primo fantastico episodio, forse perchè nei paraggi vi è il ben noto Convento: quello dei Cappuccini, che risale al Cinquecento. Si tramanda, dunque, che in quel tratto di mare, che è stato sempre uno dei più ricchi di pesce di ogni genere, di ricci, di polpi, di granchi, di vuccuna, di conchiglie …. il Padre Guardiano d’un tempo remoto soleva mandare un cucuzzuni, un converso, di quelli che non venivano avviati alla filosofia e alla teologia per poi consacrarli sacerdoti, ma stavano in convento a servire gli altri nei lavori più umili, come, appunto, badare a servir messa, alla cucina, alla questua… – Tu prega il Signore- gli soleva dire il Padre Priore- e cerca fra gli scogli, smuovi le pietre: troverai con facilità polpi e pesce! Prendi questo retino e sarà un giochetto! – Ma io, reverendissimo, non so nuotare- gli avrebbe voluto far nuotare il fraticello converso; ma quello, armato di tutta la sua autorità: – Abbi fede, figliolo! La fede appiana le montagne!…. – Ma chissà se riesce a riempire il mare!- rispondeva fra di sè il frate converso. E tuttavia andava, per fare l’obbedienza ma non molto convinto. – Ricordati di essere già in convento prima di mezzogiorno, perchè i confratelli aspettano che tu fai trovare pronto, ben cucinato, ciò che il Signore ti avrà concesso di prendere! Vai! Magra, la pesca, ai primi tempi, e, di conseguenza, scarso il pranzo per i fraticelli: qualche polipetto di piccola taglia, qualche mazzuneddu che il fraticello, dopo aver molto pregato, riusciva a prendere fra le mani smuovendo le pietre lambite dall’onda.

L’apparizione di una misteriosa signora un bel giorno, quando già il cucuzzuni era sceso fra gli scogli da qualche ora e pure avendo nel frattempo scorso ben tre volte tutto il rosario, con tutti i misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi, non era riuscito a catturare che qualche granchietto merdoso, come sogliono chiamarsi quelli poco o nulla commestibili.

Ad un certo punto sentì a chiara voce: “ Santa Maria, Madre di Dio…” , si sporse e lo scorse là in fondo, proprio quasi sotto di lui: La sorpresa del Priore e la fine dei due frati – Ma che fa? Invece di cercare fra gli scogli, se ne sta seduto comodamente e si dice il rosario? Ancor più crebbe la sua meraviglia quando si avvide che proprio in quel momento un grosso polipo, per lo meno di tre chili, uscendo dal mare, di dietro le sue spalle, pian piano andava a depositarsi nella gerla! Gli venne spontaneo affrettare il passo per scendere fino a lui, mentre gli gridava a squarcia gola: – Piglialo! Piglialo! Non fartelo scappare! Fu proprio in quel momento che mise un piede in fallo e perse l’equilibrio precipitando nel vuoto. Lì il mare è subito profondo diversi metri. Il Povero Priore, non sapendo nuotare, prima scomparve nell’acqua, poi riemerse, dimenandosi disperatamente, poi scomparve di nuovo, inghiottito dall’ onda. Il fraticello si rese subito conto di quello che stava accadendo al Padre Guardiano: noncurante del pericolo, non riflettendo che neanche lui sapeva nuotare, si tuffò, nel disperato tentativo di trarlo in salvo ma un’altra ondata inghiottì pure lui.

La leggenda narra che fu in quel momento che apparvero i due scogli, uno più piccolo e l’altro più grande e che da allora quel sito è il più pescoso di tutta la zona.

La seconda leggenda non parla di frati cappuccini, ma di due fratelli; è meno fantasiosa della prima ma ha pure il suo alto significato: lo scoglio più piccolo era un ragazzino che un giorno non aveva voluto andare a scuola e se ne era andato a mare, proprio in quel mare che da un momento all’altro cambia umore e dacché è calmo improvvisamente impazzisce e ingoia come un drago chiunque per avventura si trova tra quelle acque così traditrici. I genitori, non vedendolo tornare, avevano mandato a cercarlo il fratello più grande e quello, dopo lunghe e vane ricerche, lo aveva scorto proprio su quella pericolosa scogliera che va lungo l’attuale strada ferrata. Cominciò a correre per raggiungerlo, gridandogli: – Torna indietro! Andiamo a casa ché papà e mamma sono in pensiero! 23 Il ragazzino, anziché fermarsi, non intendendo farsi raggiungere e farsi condurre a casa, temendo che poi sarebbe stato punito per la marachella commessa, cominciò ad accelerare ancor più la sua corsa.

L’aveva quasi raggiunto il fratello maggiore, allorché il ragazzino perse l’equilibrio e precipitò: dice la canzone: “…arruzzulò di la scugghiera Vicinu lu fratuzzu granni c’era, ca appi lu curaggiu ’i si jittari; ma l’unna l’agghiuttiu e li fici anniari!” Così il fratello più grande perì pure lui per salvare il più piccolo. Il finale, le due leggende, l’hanno in comune: “ Ora ’n menzu a lu mari li du’ frati du’ scogghi su’ d’allura addivintati pi diri a tutta ’a genti ca l’amuri nun sapi sacrifizi né duluri.” Però conclude esortando a stare attenti perchè lì il mare è sempre in agguato: “ Ma l’unna c’agghiuttiu li du’ criatura di ’ddu dilittu infami ’un è pintuta: aspetta ca zoccu autru s’avvintura e un mostru t’addiventa in tempu ’n’ura ’nta ’ss’acqua ca accussì ´’mpruvvisa muta!”

Tuttavia i due scogli sono stati la meta preferita di tanti siracusani, soprattutto di Enzo Maiorca quando era ragazzo e si compiaceva di tenere i compagni con l’animo sospeso, quando tuffandosi all’angiulina da uno di quelli, spariva alla vista di tutti e riemergeva oltre cento metri lontano!

Arturo Messina