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SANZARO (CISL) RACCOGLIE L’APPELLO DEL PRESIDENTE BIVONA: ABBIAMO UNA MISSION COMUNE, DIFENDERE IL LAVORO E STARE INSIEME CONTRO LE CRITICITA’

L’appello del presidente di Confindustria Siracusa, Diego Bivona, è stato raccolto a distanza di poche ore dal segretario della Cisl,  Paolo Sanzaro. Bivona e Sanzaro chiedono infine la stessa cosa: pensare al lavoro e mettere le imprese nelle condizioni di dare occupazione. Punto. La polemica sull’ordinanza prefettizia, secondo i due, va superata, anche perchè nessuno mette in dubbio il diritto di sciopero, insomma andiamo oltre.

L’appello di Bivona:

“Non voglio entrare nella querelle politica seguita all’Ordinanza Prefettizia volta ad impedire i blocchi delle portinerie nelle raffinerie dell’area industriale ma poiché la nostra mission è difendere  il lavoro e lo sviluppo della libera imprenditoria, ritengo necessario precisare che l’Ordinanza non mette in discussione il diritto sacrosanto allo sciopero da parte del sindacato. La questione va valutata con senso di responsabilità, poiché la pratica del blocco delle portinerie, che sul piano del diritto non può certamente considerarsi legale, impedisce l’accesso del personale dedicato ad impianti ad alto rischio, che richiedono, sotto il profilo della sicurezza, una continua manutenzione. Senza considerare che le imprese si trovano di fronte a dispute tra lavoratori ed aziende appaltatrici che non vedono alcun loro ruolo né responsabilità, se non quella di continuare a dare lavoro e a creare occupazione nel nostro territorio. Faccio appello, pertanto, alle forze sindacali e alle forze politiche di guardare alla sostanza dell’Ordinanza Prefettizia e di confrontarci con un dialogo costruttivo per risolvere responsabilmente le criticità che possono presentarsi, come avvenuto in passato, in tante occasioni, anche grazie alla mediazione della Prefettura”.

Il riscontro di Sanzaro:

“Da tempo auspichiamo confronto e mediazione sui temi – aggiunge Sanzaro – Le querelle politiche rischiano, spesso, di allontanarci, se non distrarci, dalle emergenze reali. Ora è il momento di superare il dibattito sull’ordinanza prefettizia. Andare oltre, tornare a quei tavoli tematici che la stessa Prefettura, se la memoria non ci inganna, aveva inteso riunire nella sede di Confindustria. Bisogna intervenire sugli appalti, sul sistema degli appalti. Le aziende devono riuscire a produrre una scaletta di investimenti reali e di maggiori controlli quando commissionano e assegnano lavori. Una maggiore lungimiranza garantirebbe stabilità occupazionale, sicurezza, velocità nell’economia di impresa. Abbiamo ribadito con convinzione che nessuno può mettere in discussione il diritto costituzionalmente riconosciuto allo sciopero. Abbiamo altresì ribadito, con altrettanta convinzione, che bisogna ripartire dal metodo delle proposte. Quella del confronto, del dialogo costruttivo resta la strada maestra per andare nel merito delle questioni, superare posizioni e trovare le soluzioni migliori per garantire l’occupazione, i diritti dei lavoratori, quindi l’economia. Adesso è il momento di guardare alto. Di guardare ai cinquantenni che fuoriescono dal mercato del lavoro e ai trentenni che non riescono ad entrarci. La politica, le istituzioni, le imprese, lo stesso sindacato, hanno il dovere di lavorare insieme. Senza alcuna distrazione. Alle proteste politiche si affianchi l’impegno della proposta. Lo si faccia sedendo ai tavoli operativi, lo si continui a fare nel proprio ruolo per rilanciare questo mezzogiorno. La zona industriale siracusana, tutto il mondo del lavoro, – conclude Paolo Sanzaro – esigono l’impegno di tutte le parti in gioco. Nessuno deve e può sentirsi escluso, nessuno deve o può escludere una parte. Il sindacato è pronto, come sempre, a svolgere il proprio ruolo. Nel confronto bisogna guardare all’obbiettivo migliore, a quello che, per noi, significa tutela del lavoro e del lavoratore. Incontrarsi significa concedere all’altro qualcosa; nessuno pensi, però, che debbano essere soltanto i lavoratori a concedere. Si tornerebbe indietro, si smonterebbe il senso di quella concertazione che, in passato, ha prodotto buoni frutti. Nell’economia di scala le vicende che coinvolgono la singola impresa e i suoi lavoratori devono diventare principio aggregante e non divisivo. Solo con questa visione complessiva potremo aggredire le criticità e lavorare, insieme, per individuare soluzioni.”