Politica

SALVO SALERNO: BISOGNA AZZERARE TUTTO E AFFIDARSI AI MOVIMENTI PER AVERE UNA LINEA POLITICA CREDIBILE

«Mi dimetto perché mi manca la politica, il governo della politica e credo che questo manchi alla città, al suo presente e al suo futuro …. Ho cercato di far capire che non si può rimanere chiusi nei tecnicismi e che occorre cercare di rendere quanto più possibile chiara l’azione di governo. Ho spinto, quando necessario, perché ci si assumesse la responsabilità neglierrori. Ho cercato di sviluppare il senso del rispetto verso partiti, corpi intermedi, movimenti. Ho cercato di porre al centro i temi dello sviluppo e dell’economia senza i quali non si va da nessuna parte». … Una logica autoreferenziale non porta lontano.
Serve apertura e riconoscimento anche delle altrui ragioni».

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Se Giovanni Randazzo non fosse stato il candidato sindaco del “corpo intermedio” Ortigia Sostenibile, poi lasciata (a torto) per Lealtà e Condivisione, probabilmente Fabio Moschella sarebbe stato il mio possibile candidato (ancora ricordo i duri attacchi che gli mosse Fabio Granata in campagna elettorale). Ma sarebbe stata una scelta fredda, politica, appunto, perchè gli riconoscevo quell’esperienza e lucidità necessaria a dare i connotati di profilo politico all’eventuale azione di governo.
Invece, proprio nel momento in cui sarebbe stata necessaria quella sapienza politica, cioè nelle ore della pattuizione con Francesco Italia, le due personalità sopra citate, tralasciata ogni prudente valutazione, imprudentemente rinunciati gli apparentamenti politici (il CGA li ha da poco graziati, per fortuna dei loro consiglieri comunali), cosa scelsero di fare..?! Entrarono, senza guarentigie sostanziali, nella giunta personalistica di Italia, circondati dai suoi assessori di fiducia e da un Fabio Granata che aveva ed ha col sindaco, un patto separato e gioca le sue carte per i fatti suoi, con la copertura di Italia.
La circostanza fu evidente già quella sera del 15 giugno 2018, quando ci si presentò l’accordo già tacitamente siglato. Qualcuno ricorderà che fu in quel momento, che scelsi di dissociarmi pubblicamente e motivando. Ho “vinto facile”…
Da allora, il governo cittadino ha proceduto, come solo oggi dichiara Moschella, non con il profilo “politico” che lui vagheggia, ma col profilo personalistico del sorridente e piacione sindaco fortunosamente eletto, in bicicletta.
Nessuna politica, vero, soltanto lo stile e quella cultura personale di Italia, che intende lo sviluppo sociale ed economico della comunità solo come liberismo incontrollato e ingovernato a favore di poche categorie ed a spese della cittadinanza e del Patrimonio storico-culturale della città. Se ne accorgono adesso..?!
Le emergenze finanziarie del Comune… siamo sicuri che questo governo cittadino sia incolpevole? Che si tratti di una maledizione solo ereditata..?!
Abbiamo già dimostrato, per tanti mesi, che il vicesindaco poi diventato sindaco, non seppe, non volle agire, nei confronti dell’Agenzia del Demanio e dei privati, la leva delle royalties economiche per il Comune, nella gestione, anzi privatizzazione di importanti beni ambientali-culturali siti nel territorio comunale.
Anzi, una politica progressista e lungimirante avrebbe dovuto investire una vera programmazione a tappeto per la messa a reddito del Patrimonio comunale, nel rispetto dei valori storico-paesaggistici. Invece, come si fa nelle famiglie ignoranti e servili, si sono praticamente regalati tesori culturali e paesaggistici a baristi e ristoratori spregiudicati, secondo la logica “intanto facciamoci amici a giornata, poi si vede”.
Con l’intervento dell’assessore Coppa è stato smantellatato il jolly di una possibile politica lungimirante e cioè l’Assessorato Ortigia e l’Ufficio Tecnico Speciale per Ortigia, in modo da lasciare le mani libere al sindaco ed al suo fiduciario nella Commissione Unica. E così sono venuti fuori scempi come il chiosco Maniace, il Solarium sotto la fonte Aretusa, il chiosco dal nome intestinale, tutta opera di questo modo “lasco” di intendere la gestione della cosa pubblica, del Bene pubblico.
Un sindaco che non è stato capace di trovare imprenditori per salvare la squadra di calcio cittadina, eppure dimostrò la sua particolare abilità nel trovare imprenditori pronti a “sacrificarsi” per appropriarsi dei più eleganti e suggestivi siti paesaggistici del centro storico.
Ma, che si vuole..?! Una città, una comunità che neppure in borgata riesce a esercitare i suoi diritti di cittadinanza, con un semplice accesso da bagnanti al mare,
una città, una comunità, che non riesce a muoversi con i mezzi pubblici e che viene diseducata a veder fare del Bene pubblico quello che a ciascuno pare, la dice lunga sul suo declino morale e legalitario.
Infine, con la (necessitata.?) delibera sulle onerose concessioni cimiteriali, la cittadinanza si è ribellata e con essa le opposizioni, e qui Moschella pare accorgersi dello scollamento e del disagio dei cittadini. Ma se l’amministrazione avesse usato la sua inventiva per migliorare le condizioni di vita dei siracusani, anzichè industriarsi nei fantasiosi e a volte ridicoli marchingegni per eludere evidenze pubbliche negli affidamenti, oggi forse staremmo a commentare quantomeno problemi diversi.
Apprezzo il riferimento di Moschella al “senso del rispetto verso partiti, corpi intermedi, movimenti”, tuttavia sarebbe stato preferibile e gradito, beneficiare di quel rispetto, proprio mentre facevamo le nostre osservazioni all’amministrazione comunale e invece lo stesso assessore ci liquidava come “fuoco amico” e nient’altro aggiungendo, se non battute ridicolizzanti.
Il contesto davvero ridicolo, però è un altro, purtroppo. E cioè quello di amministratori che gridano allo scandalo per un cassone sotto la Fontana Aretusa, dimenticando che il loro sindaco lo aveva autorizzato, oppure si stracciano le vesti per la demolizione di Villa Abela purtroppo non assistita da vincoli, mentre si beano per lo scempio di Piazza d’armi, invece super corredata di vincoli a più non posso.. Questo è il livello politico-culturale che ci condanna, tutti.
Con l’uscita di Randazzo e Moschella, appare in tutta la sua solare chiarezza la fisionomia, anzi la non fisionomia politica di questa giunta comunale di uomini e donne di stretta osservanza neoliberista e elementare cultura consumistica, spiace che Lealtà e Condivisione ne nobiliti ancora, con la sua presenza, l’inesistente profilo progressista e legalitario. Ma non è facendosi vedere mentre si sale sulle carrette dei disperati, nè esponendo bandiere lgbt, che si costruisce una credibilità in quella direzione.
Con questo profilo, il prossimo rimpasto non porterà le risposte che, un pò tardivamente, seppur legittimamente, oggi Moschella richiede.
Agli amici che ancora si affannano al capezzale dell’ammalato, pensando illusoriamente che la responsabilità dello stallo amministrativo sia tutta di questo consiglio comunale ostile e infido, oppure dei dirigenti infedeli e incapaci, io vorrei porgere una soluzione politica, non provocatoria.
Si chieda, anzi si imponga al sindaco di azzerare tutta la sua giunta e accettare integralmente la linea politica da quei “corpi intermedi, movimenti” evocati dall’assessore dimissionario, ma che, a me pare, tornino buoni solo in campagna elettorale…

Salvo Salerno