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MINACCE MAFIOSE / IL SINDACO LUCA CANNATA SI COSTITUISCE PARTE CIVILE

Rep: Il sindaco di Avola, Luca Cannata, si è costituito parte civile oggi nel processo che vede 14 indagati al Tribunale di Catania nell’ambito dell’operazione Eclipse. Alla sbarra Sebastiano Amore, Monica Campisi, Giuseppe Capozio junior, Concetta Cavarra, Vincenzo Distefano, Giovanni Di Maria, Corrado Lazzaro, Paolo Liotta, Paolo Nastasi, Davide Nobile, Giuseppe Tiralongo, Corrado Vaccarella, Gianluca Vaccarisi e Paolo Zuppardo che devono rispondere a vario titolo di estorsione, danneggiamento seguito da incendio, associazione finalizzata al commercio, trasporto, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti nonché detenzione, porto e cessione di armi clandestine, tutti aggravati dal metodo mafioso e della finalità di agevolare il “clan Crapula” di Avola e arrestati dai Carabinieri su delega della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Catania. Le investigazioni hanno confermato elementi già emersi riguardanti l’attività estorsiva, permettendo altresì di appurare come il gruppo criminale avesse dato fuoco, nella notte del 3 giugno 2017, della ditta incaricata della raccolta differenziata dei rifiuti del Comune di Rosolini, G. V. Ecologica di Guglielmino Vincenzo per ottenere l’assunzione di alcuni suoi sodali e di come lo stesso si fosse adoperato, agevolando il clan Crapula di Avola, nell’attività di spaccio di sostanze stupefacenti, accertando canali di rifornimento provenienti da Catania, Siracusa e Palermo.

Paolo Zuppardo, tra le altre cose, deve rispondere anche del reato di minaccia nei confronti del sindaco Cannata e associazione mafiosa perché con un post su Facebook usò espressioni intimidatorie nei confronti del primo cittadino il 25 marzo del 2017: “ti prometto il giorno che ti dimetti sarai il primo a mandarti in ospedale – scrisse tra le altre cose, allegando l’immagine di una pistola – e te lo giuro davanti a tutti”. Lo stesso Zuppardo, peraltro, si è reso protagonista di altre minacce nei confronti di Paolo Loreto (dipendente della ditta che si occupa di igiene urbana) e del giornalista de La Spia Paolo Borrometi che aveva scritto l’articolo dal titolo “Avola non sono né i Crapula né gli altri delinquenti: cacciateli” Nomi foto e affari dei boss in città”.

Secondo i Carabinieri, come risulta dalle intercettazioni , il disegno criminale progettato da Zuppardo , in collaborazione a Gabriele Li Gioi (già pregiudicato), per inserirsi all’interno dell’amministrazione comunale di Avola passava dalla caduta politica del sindaco Cannata che stava per affrontare le elezioni amministrative del giugno 2017 appoggiando un altro candidato di una lista civica. Zuppardo appoggiò Daniele Calvo facendo inserire nella lista civica che lo appoggiata tra i candidati a consigliere l’amico e socio Corrado Lazzaro (indagato in questo procedimento) per cercare di inserirsi nella futura amministrazione. Ma ciò non avvenne per la rielezione di Cannata, che intanto il 4 maggio dello stesso anno ricevette una busta contenente una lettera minatoria che il sindaco consegnò ai Carabinieri e il 27 maggio denunciava al commissariato di Polizia un’altra minaccia in piazza Corridoni. Durante quel periodo, il sindaco ottenne dalla prefettura una vigilanza radio collegata per le minacce ricevute. L’interesse di Capozio e Zuppardo di inserirsi nella futura amministrazione emerge anche da un’intercettazione tra il primo e il cugino, quando ammette: “stiamo scugnannu (stiamo mandando via, ndr) a quello che c’è sindaco. Dobbiamo far salire a un altro”.

Tutto ciò oltre che per salire al potere del comune anche per ottenere una futura autorizzazione per aprire un chiosco nella zona marittima di Avola. Le minacce nei confronti del sindaco proseguirono anche a ridosso delle consultazioni elettorali, quando Zuppardo gli gettò volantini in faccia. L’11 giugno, giorno delle elezioni, mentre il sindaco Cannata si trovava in un bar di viale Lido, Zuppardo riservò al primo cittadino frasi ingiuriose (“si deve perdere il nome mio se non ti fanno danno – tra le altre invettive – se non ti levo di mezzo appena ti levi la fascia”) invitando le persone in sua compagna ad allontanarsi. Le minacce si sono concluse dopo la rielezione a sindaco di Cannata, grazie all’ordinanza di custodia cautelare in carcere che permise di fermare ogni altra azione criminale . Procedimento rinviato a mercoledì 10 a Catania per la decisione sul rinvio a giudizio.