GLI AFFASCINANTI AFFRESCHI NELLE CATACOMBE DI SANTA LUCIA
Ecco un’altra notizia di antiche curiosità locali che intendo farvi conoscere.. Chi viene a Siracusa, o meglio ancora chi vi abita, sapendo che la città aretusea è celebre non solo per lo splendore di cui godeva prima che venisse distrutta dai Romani nell’anno 212 a.C., in cui fu ucciso anche il famoso scienziato siracusano Archimede, ma anche per aver dato i natali a Santa Lucia e per essere stata la prima città italiana visitata da S. Paolo, è attratto dal fascino che arcanamente promana dalle catacombe. Il primo cristianesimo è collegato direttamente alle catacombe e ve ne sono diverse a Siracusa. Ovviamente le catacombe più importanti sono, oltre quelle di S. Giovanni, (per-ché nello stesso luogo vi è la cripta di San Marziano, il primo vescovo di Siracusa,) quelle dove venne seppellita la martire siracusana: le catacombe di S. Lucia. Ma esse esistevano prima ancora del Cristianesimo. Lo provano anche gli affre-schi che ancora oggi, malgrado l’umidità e le frane, vi si possono ammirare. Appena varcata la porticina in fondo alla navata di destra della antica chiesa, per chi ne guarda l’altare maggiore, si scende per un corridoio abbastanza largo, fino ad arrivare al cancello che ci introduce all’interno delle catacombe. Prima, nel IV secolo, quel tratto doveva far parte anch’esso di un corridoio che portava ai vari settori del cimitero cristiano. Era una zona con gallerie ciniteriali. Tra il Settecento e l’Ottocento ( VIII-IX secolo d.C.) una parte di queste gallerie venne tagliata e manomessa perché lì, con ingresso dalla parte più vicina a quella dove ora sorge la chiesa, venne ricavato un piccolo oratorio, che fu abbellito con delle pitture murali. Si nota ancora oggi molto marcatamente il taglio che venne operato per realizzare la parete di ingresso dell’oratorio: Era un oratorio di modeste dimensioni, come del resto erano modesti i santuari paleocristiani, vedasi quello di Santa Panagia o l’ipogeo di Valeria, o la Grotta dei Santi, alla Trota, che incontreremo lungo il nostro percorso ideale.Nel fondo di questo spazio cultuale era stata realizzata una specie di piccola abside, ancora ben visibile. Le pareti erano state interamente dipinte, come pure il soffitto, al contrario della “ Grotta dei Santi”, che rimase con il macigno di copertura così come vi era stato posto. La pittura che vi venne realizzata era di ottimo livello artistico; peccato che oggi non si veda più nulla, se non in determinate condizioni, cioè attraverso una forte illumi-nazione messa opportunamente. Essa è stata, perciò, oggetto di ripetuti e approfonditi studi. Si tratta di pittura bizantina superstite a Siracusa, che perciò meriterebbe maggior riguardo e soprattutto un restauro molto attento.
Nel 1600, quando furono fatti i lavori di ampliamento del convento annesso alla chiesa, per esigenze del monaci del convento si volle fare una cisterna, un deposito d’acqua, per cui fu creato lo scavo che ancora oggi si può ben notare e la trasformazio-ne dei volumi, rispettando sommariamente quello che poteva essere rispettato dell’antico sacello, visto anche che, già da molto tempo prima, delle catacombe si era perduto non solo l’uso ma perfino la memoria. Naturalmente, facendo questa trasformazione ed i tagli opportuni al nuovo uso, tuta la rete di gallerie in quest’area fu eliminata….E la pittura?Un’intera parete e tutto il pavimento furono asportati, Non solo; ma anche al di sopra delle pitture il che spiega il cattivo stato di conservazione-fu stesa un’intonacatura ab-bastanza spessa, di cui a tutt’oggi sono rimasti ampi tratti e, per meglio stenderla, fu scalpellata buona parte della pittura sottostante. Com’è stato possibile, allora, ritrovarla? Per devozione venne risparmiata dalla sovrapposizione dell’intonaco un tondo: quello dov’era dipinta l’immagine della Vergine Santissima. Paolo Orsi, nel periodo intorno alla seconda guerra mondiale, avendola osservata atten-tamente, rimase lì per lì sorpreso e fece un’ovvia riflessione:“ E’ impossibile che fosse stato dipinto semplicemente quel piccolo tondo riiproducente il volto della Vergine! Ci sarà sicuramente altro; non possono aver fatto solo quel tondo con laVergine così, a se stante, senza null’altro!.”Egli doveva essersi reso perfettamente conto, osservando altri luoghi sacri simili, che gli antichi cristiani usavano rappresentare con la pittura molti soggetti e molti motivi reli-giosi.Iniziati i sondaggi e iniziato lo spicconamento, riuscì a trarne fuori buona parte di pittura, tanto della volta quanto della parete destra dell’oratorio.Essendo d’una importanza incalcolabile, essendo molto vicino all’ingresso delle stesse labirintiche catacombe, sarebbe facile renderlo fruibile ai visitatori, anche se il re-sto o buona parte delle catacombe stesse ( che fino agli anni Sessanta era possibile visi-tare e durante la guerra addirittura furono adoperate addirittura come rifugio antiaereo, col pericolo che, se vi fosse caduta una bomba, le numerose persone che vi si andavano a rifugiare , avrebbero fatto indubbiamente la fine dei topi…) attualmente non fosse a-gibile per frane già avvenute o per tema di altri possibili crolli.Restaurato, dunque, e fornito di un adeguato impianto di illuminazione-attual-mente la luce gli perviene esclusivamente dal lucernario abbastanza ampio realizzato al centro del cortile del convento, come bocca della cisterna, sarebbe un altro motivo di at-trazione per i turisti che vengono a visitare Siracusa.Solo in questo caso, escogitando un motivo molto valido per attirare i turisti a visitare questo importantissimoe interessantissimo luogo, si potrebbe dare ragione a coloro che insistono a volere riportare al suo posto il capolavoro del Caravaggio: “Santa Lucia dei fossari”. A tutti è noto, infatti, che quella grandiosa tela era posta sull’altare maggiore, proprio di questa chiesa: il gioco di luci ed ombre della celebre pittura venne ad essere studiato appositamente per raccordarsi con il gioco di luci e ombre che veniva a crearsi, attraverso il grande rosone lapideo della facciata, all’interno del luogo sacro: per cui la visione dell’opera sicuramente è di gran lunga superiore a quella che può attualmente offrire lo spazio riservatole al Museo di Palazzo Bellomo.
97“ Le opere d’arte devono trovare il massimo della fruizione”-sostiene il legisla-tore; pertanto potrei mutar parere, se finora il mio è stato quello di non far fare alla tela del Caravaggio la stessa fine che ha fatto la statua marmorea della Madonna delle Gra-zie, di Francesco Laurana, che, relegata nella chiesa della Madonna delle Grazie, in con-trada Palazzo , di Palazzolo Acreide, nessuno si sogna si andare ad ammirare.Mentre al Museo son tanti i turisti che si recano, perché contemporaneamente hanno l’opportunità di ammirare tante altre opere d’arte, chi credete che venisse a vede-re il solo Caravaggio, se fosse riportato al suo posto di partenza, da dove venne rimosso per il restauro, se nessuno oggi si reca ad ammirare il Laurana a Palazzolo?Se, invece, nello stesso posto, si riuscisse a creare un altro polo di attenzione, come la visita delsacello contenente l’unica pittura bizantina che si possiede a Siracusa, le cose andrebbero sicuramente per un altro verso: e ancora più diverse sarebbero se al turista si potesse offrire l’opportunità di vedere, nella stessa chiesa, oltre che il Cara-vaggio e il sacello-cisterna, anche il sacello pagano, con i suoi tre curiosi affreschi e tut-to il resto delle latomie….Ma degli affreschi pagani parleremo più avanti; seguiteci.
Arturo Messina