FINALMENTE L’ARCHIVIO DI STATO DI SIRACUSA HA TROVATO UNO SPAZIO ADEGUATO AI SUOI TESORI NASCOSTI
L’Archivio di Stato è a Siracusa dal 1932 e la sua esistenza diventerà centenaria fra 13 anni, nel 2032. Per la verità questa struttura è stata sempre sistemata in siti poco agevoli, spesso inadatti, non in grado insomma di avere una sistemazione armonica e funzionale. E’ sempre mancato lo spazio necessario. Tutto va meglio da 8 anni in via Turchia dove l’Archivio dispone di quasi 4mila metri quadri. Ma partiamo dal principio.
Con decreto 11 ottobre 1817 e a partire dal 1° gennaio 1818, le tre grandi valli di Mazara, di Noto e di Demone vennero ripartite in sette valli minori e ventitré distretti, divisi a loro volta in comuni.
Siracusa era capoluogo di valle e comprendeva i distretti di Siracusa, Modica e Noto.
A seguito dei tumulti del 18 luglio – 6 agosto 1837, il governo borbonico declassò Siracusa da capoluogo di valle a capoluogo di circondario (decreto del 23 agosto 1837).
Capoluogo di valle divenne la città di Noto, mentre, con successivo Decreto del 5 ottobre 1838, Siracusa divenne capoluogo di distretto.
Degli uffici provinciali conservarono la loro sede in Siracusa solo quelli giudiziari.
In esecuzione della Legge organica sugli archivi del Regno del 1° agosto 1843 furono disciplinati gli Archivi provinciali per cui le carte confluirono di massima nell’Archivio provinciale di Noto.
A Siracusa rimase un Archivio suppletorio, diretto da un vice-archivario, che trovò sede nell’ex convento dei teatini.
Nel 1865 Siracusa ritornò ad essere capoluogo di provincia; venne soppresso l’Archivio provinciale di Noto con conseguente trasferimento dei fondi a Siracusa, che li accolse nei vecchi locali sottostanti la Prefettura.
Nel 1927 fu istituita la provincia di Ragusa, ma solo con l’istituzione della Sezione di A.S. di Ragusa, nel 1955, i fondi archivistici attinenti al territorio ragusano furono trasferiti in quell’Archivio.
L’Archivio provinciale di Siracusa divenne Archivio provinciale di Stato in virtù del R.D. 22 settembre 1932, n.1391; assunse la denominazione di Sezione di Archivio di Stato con la L. 22 dicembre 1939, n. 2006; conseguì infine l’attuale denominazione in virtù del D.P.R. 30 settembre 1963, n. 1409.
Nel 1968 l’Archivio venne trasferito dalla Prefettura ai locali di via Francesco Crispi 66, dove rimase fino al 1993, quando a seguito del terremoto di Santa Lucia (13 dicembre 1990) fu trasferito nella sede di via Tucidide, 24. Dal 2014 l’Archivio di Stato ha sede in via Turchia n. 4/s, nella zona alta della città dove si trovano gran parte degli uffici amministrativi e giudiziari dello Stato. L’immobile, in locazione da privati, consiste in un prestigioso fabbricato di nuova costruzione e l’Archivio ne occupa quattro piani per una superficie complessiva di 3.900 mq. Due piani sono adibiti a depositi archivistici, opportunamente compartimentati e dotati di scaffalatura compattata. Gli altri due piani ospitano gli uffici, la sala di studio, la biblioteca e la sala per la didattica. L’Archivio, inoltre, è dotato di un’ampia attrezzata sala polifunzionale utilizzata per mostre, conferenze e stages.
In occasione dell’Expo 2015 l’Archivio di Stato di Siracusa ha presentato al pubblico una mostra documentaria dal titolo “Storia dell’alimentazione nei documenti d’Archivio. Una mostra interessante e di spessore, basta evidenziare che è stata esposta, e quindi ammirata, una documentazione che abbraccia l’arco temporale 1600 – 1938 relativa alla produzione agricola del nostro territorio, consumi, mete annonarie, importazioni e de esportazioni con particolare riguardo all’estrazione del sale, alla pesca nelle tonnare, alla vendita di neve, alla nascita dell’industria vinicola delle Cantine di Rudinì e alla produzione e trasformazione del pomodoro ciliegino di Pachino. apertura straordinaria per sabato 19 settembre dalle ore 9,00 alle ore 13,00.
In esposizione documentazione che abbraccia l’arco temporale 1600 – 1938 relativa alla produzione agricola del nostro territorio, consumi, mete annonarie, importazioni e de esportazioni con particolare riguardo all’estrazione del sale, alla pesca nelle tonnare, alla vendita di neve, alla nascita dell’industria vinicola delle Cantine di Rudinì e alla produzione e trasformazione del pomodoro ciliegia di Pachino. Insomma, il nostro Archivio di Stato rientra a pieno titolo nei tesoretti di Siracusa sconosciuto ai più, in ogni caso poco utilizzato se non dagli addetti ai lavori. Una dimenticanza da cancellare alla svelta.