CHI AMMINISTRA E’ UN BEL VOLPINO, NON C’E’ CHE DIRE: BRAVI, FURBISSIMI
Rep: “Oggi in Giunta abbiamo deliberato l’accettazione di una donazione di grande pregio che arricchisce il patrimonio e l’offerta culturale della Città. Un grazie di cuore a Remo Romeo per aver raccolto con passione straordinaria presso il suo “Museo del Cinema” tasselli straordinari della storia della produzione cinematografica e fotografica del ‘900 e averli con generosità donati alla sua Siracusa”. Lo dichiara l’assessore alle Politiche culturali, Fabio Granata, che prosegue: “Un lascito che insieme a Francesco Italia e alla nostra Giunta accogliamo con gioia e che ci impegniamo a valorizzare al meglio per i nostri cittadini e per i viaggiatori. Una bella pagina di cittadinanza attiva e di socializzazione di un grande patrimonio materiale e immateriale legato all’arte del cinema e della fotografia”.
Sin qui il comunicato. Siamo contenti della donazione del dottor Romeo, il suo museo del cinema è di gran valore. Siamo meno contenti che tutto questo finisca nelle mani del Comune. Altre donazioni – Reimann e Monteforte – non è che abbiano goduto del rispetto di chi si siede nelle seggiole importanti del Palazzo, anzi l’esatto contrario. Può darsi che vada meglio, ma è difficile molto difficile visto che Italgarozzo per 5 anni ha ignorato e disprezzato villa Reimann accodandosi alla fine alla volontà forte di alcuni amici di questa città. Del lascito Monteforte meglio non parlarne, i punti oscuri sono tanti così come i traccheggi più o meno palesi. Ne sentiremo parlare. Detto questo va messa in evidenza la furbizia di Italgarozzo. C’è il finimondo sull’ex convento affidato senza bando? Il consiglio comunale ha chiesto la revoca del provvedimento? Ci sono le sculture false col blitz dei carabinieri? C’è il cartello sulla falsa manutenzione? Insomma, c’è un casino e un coro che chiede le dimissioni di Granata? Che fanno allora i nostri furbetti? Parlano del castello Eurialo che interessa tanto ad un fedelissimo del sindaco in bicicletta e oggi aggiungono, colpo da maestro, la delibera sul museo del cinema, delibera rinviata da tanto, tanto tempo. Diventata però improvvisamente urgente per coprire i clamori. Sempre più in attesa della liberazione.