BANDIERA DISCEPOLO DI MICCICHE’, PER RESTARE IN GIUNTA IGNORA GLI SCHIAFFONI ALLA SUA SIRACUSA
Dice l’assessore regionale all’agricoltura Edy Bandiera: “Forza Italia ha un grande leader in Sicilia: il presidente Gianfranco Miccichè, che in questi lunghi mesi ha condotto un’importante azione politica e che ha avuto il coraggio di mettersi in discussione, creando una lista aperta e inclusiva, una lista competitiva, al centro di non poche polemiche ma che nonostante tutto è stata portata avanti con decisione, determinazione e grande visione politica di prospettiva. La linea “Miccichè” è stata vincente, perchè ha saputo interpretare a viso aperto i temi importanti che guardano ai valori della solidarietà sociale ed alle emergenze sul tema dell’accoglienza, nodo cruciale di tensioni a livello politico, che in Sicilia ha premiato, la linea portata avanti dal Presidente, in controtendenza al resto del paese. Voglio sottolineare il lavoro svolto per Forza Italia a Siracusa e provincia in questa campagna elettorale, che con soddisfazione ha visto Giuseppe Milazzo arrivare primo, rispetto al competitor diretto di questa bella ed avvincente sfida. Un segnale importante che ci ha permesso di aggregare tante nuove energie e risorse umane per il partito, proprio in ragione delle scelte fatte dal Presidente. Un patrimonio umano, che servirà a dar vita ad una comunità forte e radicata da cui far ripartire Forza Italia. Con affetto, Ringrazio i tanti amministratori dei Comuni Siciliani, che hanno manifestato la loro adesione al progetto elettorale e politico, sottolineando stima e fiducia al mio operato di Assessore. Questo risultato ci fa serenamente affermare, che Forza Italia è al centro dell’attenzione del popolo dei moderati. Con Giuseppe Milazzo, al Parlamento Europeo, lavoreremo insieme incidendo con forza sulla nuova politica agricola comunitaria, cercando di attrarre tutte le risorse fondamentali per lo sviluppo della nostra terra e difendendo quanto ottenuto. La sfida sulla pesca, a difesa e rilancio del nostro mare dei nostri pescatori e delle nostre tradizioni, sarà al centro del modello di sviluppo che vogliamo per la pesca Siciliana, spesso non valorizzata e troppe volte colpita al cuore da misure europee inique.
Come si evince siamo al grande amore politico di Edy Bandiera per Gianfranco Miccichè. Le parole di Bandiera non sono equivocabili, parla da discepolo ed è pronto a tutto per difendere Miccichè e le sue sacrosante battaglie. Quest’ultimo da parte sua si è meritata tanta sudditanza, ha infatti detto che Bandiera è un assessore del governo Musumeci che non si tocca. E questo nonostante Stefania Prestigiacomo la pensi esattamente all’opposto.
In ogni caso Bandiera afferma in maniera autoreferenziale che a Siracusa e provincia lui si è fatto in quattro per il candidato di Miccichè, al secolo Giuseppe Milazzo. Con questo percorso, che Bandiera evidenzia con molta enfasi, è evidente che il politico siracusano si senta in una botte di ferro. Se rimpasto ci sarà certamente non lo riguarderà, lui ha tutta la potenza contrattuale di Miccichè dalla sua parte. Insomma lui resterà in Giunta con tutti gli onori, i bonus della carica di assessore regionale. Il resto non lo interessa più di tanto.
Questi i giochetti della politica.
Veniamo ora ai fatti concreti.
Sull’ex Provincia, sul nuovo ospedale, ma anche sull’agricoltura e la pesca made in Siracusa, cosa ha fatto l’assessore siracusano Bandiera?
A Siracusa e provincia è del tutto assente dal novembre 2018 quando è entrato a far parte del governo regionale. In tutto questo tempo ha avuto cura di evitare come la peste prese di posizione o pensieri che in qualche modo potessero urtare la suscettibilità del suo “patron” Musumeci e ancora di più del suo vero “patron” Miccichè. Sul nuovo ospedale di Siracusa il governo di cui fa parte ha dato schiaffoni in serie a Siracusa, tutto finalizzato a far restare Catania la sanità vera e funzionale e ridurre Siracusa e Ragusa a colonia/bancomat dei catanesi.
E’ stato subito chiaro che il pupillo di Musumeci, Razza, non voleva fare un amato cavolo, altro che nuovo ospedale. Così sistemando uomini di fiducia a Siracusa e all’Asp si sono messi a giocare alla tela di Penelope. Bandiera muto. Sull’ex Provincia molto peggio. Non solo il giochetto “ecco i fondi, niente fondi” per esasperare 600 famiglie, ma anche il sì della Floreno alla privatizzazione della Sac e alla conseguente svendita delle quote azionarie della stessa Sac. Bandiera anche qui muto. Siracusa era stata già spogliata della Camera di Commercio e oggi il giochetto è quello di portare tutta la Sac nella camera di commercio del sud est a trazione catanese. Bandiera muto.
Ma cosa avrebbe potuto fare Bandiera per tutelare gli interessi della sua città e della sua provincia? Avrebbe forse potuto chiedere aiuto al suo dante causa Miccichè che di politica ne mastica bene? Avrebbe potuto dare battaglia sul nuovo ospedale, sui tormenti all’ex Provincia, avrebbe potuto cercare di tutelare il suo territorio? Ma questa “ribellione” poteva comportare la perdita dell’assessorato, la possibilità di dimettersi dal suo amato incarico? E’ vero, il rischio era questo. Ma in politica ci sono momenti in cui bisogna tirare fuori gli attributi e rischiare. Per il bene della propria comunità, ma anche per la credibilità personale. Diceva Giovanni Falcone: Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola. Ma che c’entra Bandiera con il credo di Falcone? Già che c’entra? Nulla, proprio nulla.
Antonio Saracino