QUATTRO STORIE SULLA CASA DEI TRE TOCCHI E ALTRE CASE INFESTATE DA FANTASMI
Ecco alcune delle “dicerie” sulla casa dei tre tocchi fra Siracusa e Ognina:
I DUE BARONI DI FONTANE BIANCHE
Io so la storia di due baroni che vivevano con la figlia ragazzina…una sera dei ladri entrarono in casa per cercare il tesoro, uccisero i due baroni, tagliarono la testa alla ragazzina e la buttarono nel pozzo…però non trovarono il tesoro (nessuno l’ha mai più trovato)!!! si dice che si suoni tre volte per le tre anime delle vittime e si racconta che nelle notti di luna piena in fondo al pozzo si veda la testa della ragazzina che piange e si lamenta! Andai nei boschi per vivere con saggezza ed in profondità, per succhiare il midollo della vita e sbaragliare tutto ciò che non era vita…e non scoprire in punto di morte che non ero vissuto!!!
STRADA OGNINA
“Strada Ognina, anni Ottanta: periodo di feste e discoteche all’aperto, periodo di vacanze. Un gruppo di ragazzi, dai quindici ai vent’anni, con i motorini, il sì, il Bravo, il Ciao, tirano l’acceleratore per fare più in fretta. Il vento caldo sulle magliette appiccicate dalla velocità: qualcuno grida agli altri di suonare il clacson tre volte perché la «casa dei fantasmi» lo impone. Uno di loro non lo fa, schiantandosi immediatamente dopo sul terriccio: la ruota scoppia, qualche graffio e contusioni sparse, per fortuna niente di grave; ma la superstizione: quella sì rimbalzò nella mente dell’infortunato che non sapeva o semplicemente aveva deciso di non dare retta alla leggenda. Sapevo la baggianata che si racconta a proposito di quella casa di campagna ma non conoscevo la versione raccontata da Francesco, il solito provocatore ” ca ci abbagna u pani”. Avete considerato la velocità delle auto e moto e la strada dissestata e stretta che insieme all’ignoranza e alla credulità che fa fare e dire certe cose? Quando una menzogna ha già fatto il giro del mondo, la verità deve ancora calzare gli scarponi, ma prima o poi trionfa.
L’INNAMORATO SGRADITO
Una villa ottocentesca, si dice appartenuta in tempi più recenti alla famiglia Giaracà; un edificio dalle finestre ampie, dal cortile interno più un ballatoio che danno alla campagna sul retro; un posto che, come tanti in Sicilia, nel corso degli anni è stato vittima e carnefice di eventi spiacevoli. Carnefice perché additato come storico luogo siracusano portatore di ielle stradali. Vittima perché attentato dal vandalismo più estremo, dall’immondizia accumulata agli scempi dei vetri rotti e delle scritte deturpanti. La leggenda più accreditata vuole che nell’Ottocento il proprietario della villa e del terreno circostante amasse più di ogni altra cosa la sua unigenita. Che questa si fosse innamorata di un militare di ventura, e che al Cavaliere, il padre, non andasse giù la scelta della figlia. La storia, a questo punto, va a offuscarsi. Si tramanda, in ogni caso, come i due amanti a un certo punto morissero e che il Cavaliere, spinto da insopprimibili dolore e rabbia, gettasse una maledizione a chiunque, passando di fronte alla sua dimora, non lo onorasse con un rispettoso saluto, che nel tempo fu tradotto in tre colpi di clacson.
LE TRE SORELLE
Un’altra versione della leggenda vede la casa abitata da tre sorelle, le quali, rimaste per troppi anni nubili, e quindi esacerbate da tale subìta condizione, avrebbero gettato una maledizione a chiunque passasse senza adempiere alla nota «riverenza». Ad ogni modo, tanti sono stati gli spiacevoli episodi che fino ai primi anni Novanta hanno visto coinvolti i passanti. Per lo più incidenti che venivano attribuiti al mancato strombettare, tutt’oggi ancora udito (e insomma..molto meno!) in quel tratto della strada provinciale 104.
Poi ci sono le case infestate dai fantasmi (vedi foto sopra) e la chiesetta sconsacrata dove appariva la bambina morta (vedi foto a lato), ma di questo parleremo in un’altra occasione.