SONO TRASCORSI GIA’ SEI MESI, IL TAR S’INCARTA, IL BAR RESTA AL MANIACE E ITALIA VUOLE PORTARCI SPETTACOLI INDA
Oggi i vecchi e nuovi leccaculo di chi amministra dicono tutti la stessa cosa: Non vogliono più sentire parlare del bar al Maniace, per carità, non ne possiamo più, parliamo di tutto ma non del Maniace. E’ il loro modo di essere cani fedeli, di imbonire il nuovo padrone, anzi i nuovi padroni. Per prendere le distanze ripubblichiamo quello che il nostro giornale scrisse il 15 luglio 2018. La Panvini è stata cacciata, c’è un ordine di smontaggio impugnato, si aspettano le conclusioni della Procura. Dimenticavamo, noi del Maniace ne parliamo e continueremo a farlo. Non siamo stati stoppati e diffidati come certi ambientalisti a gettone.
La verità vera è che l’impennata che fa scempio del Maniace fosse solo il pesce pilota di altre ulteriori brutture lo avevamo pensato in tanti. Non per essere Cassandre, ma perché conosciamo bene come non abbia limiti l’impresario, per caso sindaco, Francesco Italia. Come anche il suo amico Marco Zuccarello che aveva fatto già con gli Abba le prove di misfatto al Maniace. In ogni caso i timori erano reali visto che a fine giugno mentre in mezza Italia e in mezzo mondo si polemizzava per i 120 metri quadrati 120 di piattaforma di cemento armato a dieci passi dal castello di Federico II, mentre c’era questa polemica rovente l’Agenzia del Demanio trasmetteva alla Sovrintendenza di Siracusa un’ulteriore richiesta riguardante il complesso monumentale del Castello Maniace. Per riqualificare erano nel mirino la spiaggia e lo storico fossato del castello, che come è noto è parte integrante del monumento stesso. Scriveva al riguardo Emanuele Giliberti: “Aspetto con curiosità la certamente rivoluzionaria posizione della Sovrintendente in merito alla “riqualificazione”del fossato e della spiaggia sotto il Maniace. Poi superata questa stupida formalità penseremo al Foro Siracusano che cosi come è può solo essere riqualificato con una bella gelateria e poi …avanti …con tutti gli altri stupidi monumenti che sono inutilmente non utilizzati al loro meglio….”
Finalmente parlava il vicesindaco Giovanni Randazzo:. “Alcuni giorni prima dell’insediamento mio e della nuova Giunta, ho appreso che era in corso di costruzione una struttura nella ex Piazza d’Arme, in esito alla concessione rilasciata dall’Agenzia del Demanio regionale ad un’associazione privata aggiudicataria della gara. Ho quindi verificato che la costruzione della struttura era stata autorizzata dal Comune, previo parere favorevole rilasciato dalla Soprintendenza ai Beni culturali di Siracusa. Ritengo l’iniziativa in controtendenza rispetto al programma elettorale della Lista “Lealtà e Condivisione x Siracusa” già da me guidata e condivisa in sede di ballottaggio; programma che prevede la promozione di una politica volta a decongestionare il Centro storico, rispettandone la residenzialità e le bellezze architettoniche, e nel contempo favorendo l’organizzazione di eventi e concerti anche in altri luoghi suggestivi della città. Quindi, sebbene l’apertura della Piazza D’Arme al pubblico costituisca in se un fatto positivo, ritengo che sia stata in parte un ‘occasione perduta, almeno fino alla scadenza della concessione, dato che a mio avviso sarebbe stato opportuno che fosse il Comune a conseguire dall’Agenzia del Demanio la concessione dell’area in questione, per poterne governare l’utilizzo nell’esclusivo interesse dei cittadini, senza necessità di ingenti investimenti economici e con la previsione di un intervento più sobrio. In ogni caso ho già condiviso con la Giunta appena insediata e di cui faccio parte, la contrarietà ad un eventuale affidamento a terzi dell’area inerente al fossato e alla spiaggetta antistanti il Castello federiciano, e mi riprometto di operare perché siano garantiti, anche tramite una corretta interlocuzione con la concessionaria, una adeguata fruizione della piazza d’Arme da parte del pubblico ed il rispetto dei diritti degli abitanti della zona.
Caro vice sindaco Giovanni Randazzo, prendiamo atto del suo intervento di resa con tanto di braccie alzate. Noi la pensiamo diversamente…era meglio…forse il Comune doveva gestire in prima persona…si poteva prevedere un intervento più sobrio. Tutto un periodare ipotetico che porta al nulla, anzi alla resa, senza condizioni. Il fatto è l’impennata di cemento di cui Randazzo non parla facendo intuire molto alla larga un qualche dissenso. In concreto invece va bene il progetto di Italia, da vicesindaco prima e da sindaco ora, con l’imprenditore amico Marco Zuccarello. Il vice sindaco abiura “lealtà e condivisione per Siracusa” che diventa “lealtà e condivisione per Francesco Italia”. Ricapitolando prese per i fondelli del nuovo sindaco che opera al 100 per 100 in Ortigia distruggendo monumenti come il castello di Federico II e se ne continua a fregare delle periferie, di tutte le periferie. Prese per i fondelli del vicesindaco Randazzo che accetta gli scempi come l’impennata di cemento al Maniace come se fossero sviluppo sostenibile. Prese per i fondelli di Granata che voleva andare oltre, rigenerare. Ma cosa rigenera? Gli imprenditori rampanti che violentano i nostri migliori monumenti? Per carità, niente che non sapessimo, oggi alla scarsezza nullista della Garozzo Band si sono aggiunti gli intellettuali affamati di potere, costi quel che costi. Altro che lealtà coi siracusani. Imbroglioncelli. Diceva qualcosa anche il Comitato per Ortigia sostenibile (singolare come questo Comitato scriva solo a testate filogovernative e non faccia normali comunicati per tutta la stampa): Visti i precedenti, non sembra avventato aspettarci che, con il placet della Sovrintendenza, il fossato possa diventare un lido, oppure un approdo per le imbarcazioni turistiche, e a fianco ancora un “chiosco” in ferro e cemento finto amovibile ma naturalmente “splendido”.Mamma mia che durezza! Da restare sconvolti dopo tanti farfugliamenti incomprensibili nelle ultime due settimane. Farfugliamenti continuati anche dopo la paginata del Corriere della Sera, gli articoli duri del Giornale e del Fatto Quotidiano, il doppio intervento dell’ex assessore regionale ai Beni culturali Vittorio Sgarbi, gli improperi di Oliviero Toscani su Radio Radicale. Per completezza dobbiamo aggiungere che c’è stato anche un pezzo a favore commissionato il giorno dell’Urban Center, il giorno allucinante di progettisti e amministratori che parlavano bene di quello che loro stessi avevano fatto e approvato. E’ bellissimo questo pezzo da leccaculista doc. Ecco uno stralcio: “Mille metri quadrati di verde, orti aromatici, area bambini e illuminazione notturna artistica sarebbero altri interessanti aspetti del progetto. Ma a dominare il dibattito pubblico è la caffetteria, la sua struttura (non permanente, è stato detto a più voci anche se la Soprintendenza spera in una donazione futura vista la bellezza dell’installazione)”. Fantastico, abbiamo saputo che vista la bellezza dell’impennata la Panvini farebbe carte false per avere la donazione della struttura, le piace un sacco, è affascinata. Insomma, minchiate d’Italia con leccaculisti oltre i limiti massimi di lecchinaggio. Certo poi Italia va a Radio radicale, gli dicono di non raccontare balle e lui si chiede “ma che giornalismo è mai questo?”. A lui evidentemente piace quello prono. E basta. Questo pezzo che purtroppo annuncia la resa degli ex ambientalisti in Giunta lo colleghiamo a una foto. E’ l’ingresso del Maniace, peggio di una casbah. Noi ci vergogniamo, loro no! Ci sono stati anche i carabinieri per gli operai in nero al Maniace, ma agli ex ambientalisti continua a non fregare nulla. Ci dicono che sta succedendo di peggio. Beh, il peggio ci sta, anzi è benvenuto se sono le decisioni che la città aspetta.
Così ad ottobre 2018.
Sono trascorsi sei mesi e le novità sono praticamente una barzelletta. Il Tar aveva dato un termine per sanare la situazione del bar nel castello. Poi il termine non è stato rispettato perché qualcuno aveva dimenticato di notificarlo. Insomma, per farla breve il bar continua ad esistere, non contano prima gli operai in nero e poi i dipendenti malpagati. Il bar voluto da Italia-Zuccarello non si tocca. Protestano solo quattro persone fra cui orgogliosamente gli scriventi. Italia non si ferma, non fa nulla per la città, ma sulla movida non transige. Ha cercato persino, da presidente pro tempore della Fondazione Inda, di portare una decina di eventi proprio al bar del Maniace con una società comunque vicina a Zuccarello. Certo, deve superare il no secco del consigliere delegato Mariarita Sgarlata e del cda e non ci pare un ostacolo facilissimo. Randazzo, l’assessore che si autorigenera e tutti gli altri ambientalisti, come si dice dalle nostre parti, per un motivo o per l’altro “ciana livatu manu” e restano ben seduti sulla loro poltroncina.