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IL CASINO BIANCA MONTI, UNA LEGGENDA PER INTERE GENERAZIONI DI SIRACUSANI

Il casino Bianca Monti, a due passi dalla stazione marittima di Siracusa, è stato una leggenda per intere generazioni di Siracusani. Per i pochi (anche per questioni di età) che lo hanno frequentato e per tutti quelli che ne hanno sentito parlare. Lo fa rivivere col suo scritto Armando Greco, un grande giornalista siracusano.

 

Si faceva di tutto per creare l’atmosfera preparatoria per i clienti, mentre le ragazze con atteggiamenti e frasi più o meno sguaiate si davano da fare per farsi scegliere e andare …in camera. Qualcuna si presentava a seno nudo, con mutande e calze nere a rete, un’altra con un solo velo trasparente posato sapientemente sul corpo nudo. Ma c’era sempre quella più libera, la “pazzarella”, che si mostrava interamente nuda, quasi a voler dimostrare, con sfacciataggine, che lei era fatta così, che non aveva nulla da nascondere al contrario di qualche sua collega. In un angolo la scrivania dietro la quale stava, come una regina, la cassiera che fungeva anche da “segretaria” invitando, chiamando, rimproverando, magnificando “la merce” in esposizione e vantando le “specialità” di chi sfilava, parlando in continuazione, cantilenando atona e monotona come un registratore sempre in funzione. Dalla sua bravura, dal suo saper fare, dipendeva la fortuna di una casa. La sua presenza metteva d’accordo i diversi caratteri delle ragazze provenienti dalle più disparate parti d’Italia e i clienti stessi, di ognuno dei quali conosceva preferenze e gusti. Il primo piano del casino Bianca Monti era arredato con un certo buon gusto – se di gusto si può parlare riferendoci ai bordelli – dai mattoni del pavimento in ceramica fiorita, ai muri tappezzati con eleganti carte da parati. Quadri su tela, sempre con donnine nude in atteggiamenti scabrosi, opere di abili pittori di provincia. Qualche statuetta di finto marmo riproducente Venere, la dea dell’amore. Tendaggi, divanetti e poltroncine.

Armando Greco

 

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