I FATTI SIRACUSA SCRIVE AL PRESIDENTE NELLO MUSUMECI: PENSI AI SUOI IMPEGNI PER L’EX PROVINCIA E NON GIOCHI CON LA NOSTRA SANITA’. SIRACUSA NON E’ UNA COLONIA DI CATANIA, BASTA COMMISSARI ETNEI
Il 18 luglio 2017 scriveva l’allora deputato Nello Musumeci: «Nei confronti dei cinquecento dipendenti della Provincia di Siracusa e di Siracusa Risorse è stato compiuto un vero e proprio crimine politico. La più nera delle ingiustizie: costringerli a lavorare ogni giorno privandoli però dello stipendio per cinque mesi. Responsabile il governo Crocetta, che continua a negare a quei lavoratori ciò che invece è stato assicurato a tutti gli altri loro colleghi siciliani. Il governo dispone oggi di 26 milioni di euro: ne basterebbero 15 per ridare serenità e dignità a centinaia di famiglie ed impedire il dissesto dell’Ente. Sappiano il governatore e il prefetto, ma lo sappiano anche i sindacati, che la esasperazione di quei dipendenti pubblici potrebbe presto esplodere in una incontenibile protesta sociale. Ed allora ognuno risponderà delle proprie responsabilità, commissive e omissive».
E’ questo uno degli impegni che oggi vogliamo ricordare al presidente della Regione, Nello Musumeci. Abbiamo ascoltato ed apprezzato il suo messaggio pasquale ai siciliani, il suo impegno a risollevare la nostra isola e quindi a dire basta a clientelismo e spregiudicati business. Non mi impensieriscono, ha detto infatti Musumeci, i sondaggi, gli attacchi social dei frustrati, di tutti quei soggetti incattiviti che sfogano livore e altro davanti a una tastiera. Sono tutti mezzucci che non ci fermeranno, oggi per la Sicilia non ci vuole l’aspirina, ma il bisturi. C’è bisogno di dire dei no ed è quello che sto facendo. Ognuno di noi, singolarmente, si deve impegnare, fare del suo meglio e non ci saranno i soliti malandrini a prendere scorciatoie, sempre pronti a sfruttare, a strumentalizzare per fare i loro comodi. Li scoprirò e li caccerò. Insomma, Musumeci ha ribadito la sua voglia di legalità per ridare speranza a tutti i siciliani. “Sono forte – ha concluso – visto che non cerco voti, ma volti”,
Condividiamo queste parole, riconosciamo l’uomo onesto che abbiamo votato nel 2013 e nel 2018. Ma ci sono fatti che riguardano Siracusa che allarmano e non poco. Intanto le ex province e l’impegno personale assunto da Musumeci per i dipendenti dell’ex Provincia e di Siracusa Risorse. Musumeci nella lettera pubblicata qui sopra parla di questi lavoratori senza stipendi come di un vero e proprio crimine politico. Ma oggi sono ancora senza stipendi e il crimine quindi continua. Cosa fa Nello Musumeci? Perché nella trattativa con lo Stato non fa eliminare il prelievo forzoso per tutte le ex province siciliane? Perché lascia questi lavoratori ancora senza stipendi visto che come lui stesso sottolinea è “la più nera delle ingiustizie”?
Ma c’è altro. Il governatore sostiene tramite il suo assessore di fiducia una rete ospedaliera siciliana che non dà a Siracusa e Ragusa un solo ospedale di 2° livello. Una rete che ha causato la protesta fortissima, civile ma assai pericolosa di Noto. Il tutto per continuare il predominio catanese per gli ospedali di eccellenza, con ben 3 ospedali di 2° livello? Insomma, Siracusa e Ragusa bancomat della sanità catanese? Non va, è un’altra ingiustizia nera, inaccettabile. Dovrebbero difenderci i deputati eletti da queste parti? E’ vero, ma non si può approfittare così di una deputazione nazionale inconsistente e oggettivamente scarsa.
E poi, caro governatore, basta coi commissari catanesi. Ha trasformato Siracusa in una colonia, in una provincia dell’impero catanese. Commissari all’ex provincia, a Siracusa Risorse, alla Soprintendenza e ora, probabilmente, anche per la nomina del direttore del Parco Archeologico. Lei, presidente, ha detto che per risollevare la Sicilia, ci dobbiamo impegnare tutti, ma perché questo succeda dobbiamo tutti credere che la sua azione sia super partes, se così non è, o comunque se così non appare, la sua mission si dequalifica. Scade da impegno per i siciliani a impegno per i catanesi, a dispetto delle colonie, come Siracusa.
I Fatti Siracusa