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OGGI LA CASA DI CAROL RAMA DIVENTA MUSEO A TORINO, ALDO PALAZZOLO VENNE SFRATTATO DAL SUO ATELIER IN ORTIGIA

Ecco una notizia di oggi che riporta in mente l’amara vicenda del grande fotografo siracusano Aldo Palazzolo. Leggiamo insieme: “La dimora torinese lungo il Po, in via Napione, dove Carol Rama (nella foto) visse per 70 anni, diventerà una casa museo aperta al pubblico. Una casa già diventata leggendaria, con le sue pareti grigie e le tende nere e, tutto intorno, opere, cimeli, strumenti, suppellettili, una infinità di oggetti di varia provenienza, dei quali Rama amava circondarsi. Ma anche regali e omaggi di Picasso, Man Ray e altre grandi personalità, che raccontano la vita della grande artista torinese, scomparsa il 24 settembre 2015, a 97 anni. La casa acquisirà lo status di bene storico vincolato dalla Soprintendenza come studio d’artista e aprirà al pubblico dal prossimo autunno. «La città si appropria di un gioiello che correva il rischio di perdere, grazie a un mecenate culturale, la Fondazione Sardi per l’Arte che ha acquistato i beni contenuti nella casa per concederli in comodato all’Associazione Archivio Carol Rama, nata nel 2010 per tutelare le opere dell’artista», hanno spiegato gli assessori alla Cultura di Regione Piemonte e Città di Torino, Antonella Parigi e Francesca Leon, in occasione della conferenza stampa di presentazione, insieme a Pinuccia Sardi, presidente Fondazione Sardi per l’Arte, Michele Carpano, presidente Archivio Carol Rama. «La speranza – ha concluso Parigi – è che a breve vengano messi in sicurezza anche i muri della casa di questa grandissima artista che in vita non venne valorizzata come meritava».

Siracusa avrebbe potuto fare qualcosa di simile, già qualche anno addietro con la casa in Ortigia dell’artista Aldo Palazzolo. Una casa da cui Palazzolo, fotografo di fama mondiale, venne sfrattato senza che né il Comune né la Soprintendenza muovessero un dito. Fummo in tanti a sostenerlo, ma l’assessore alla Cultura del tempo, lo stesso che oggi fa il sindaco, lo liquidò facendo spallucce. A lui piacevano le gelaterie al castello Maniace, non aveva che farsene di uno studio di artista, ricco di storia e gloriose testimonianze di acclarato valore internazionale. Memorabile la lettera scritta da Palazzolo prima dello sfratto.  Ecco il testo:

“Sono Aldo Palazzolo, fotografo siracusano: scrivo dalla casa d’artista con annessa Terrazza degli Eremiti, dove abito serenamente da quasi trent’anni, alla fine di una calda giornata di sole; panorama mozzafiato vista mare barocco, a levante. Una fortuna condivisa con i miei concittadini, gli stranieri stanziali o di passaggio, organizzando ogni sorta di eventi: presentazione di libri, esposizioni, concerti, proiezioni cinematografiche, letture poetiche e quant’altro. Da qui sono stato testimone (un amico parigino mi ha nominato La Vedetta di Ortigia, per la posizione veramente invidiabile e strategica) della trasformazione dell’isola (prima colpevolmente abbandonata, adesso rimessa a nuovo, oggi preda dei riccastri di mezzo mondo che hanno comprato le case più belle per abitarle un mese l’anno e abbandonarle ben serrate i restanti undici mesi).
Sono nato a cinquanta passi da dove abito e vivo da quasi mezzo secolo ormai: qui ho ospitato e fotografato i più grandi nomi del mondo della cultura internazionale: il mio studio è una terrazza en plein air nove mesi l’anno. Tutto perfetto fino a quando il furbetto del quartiere ha subodorato l’affaire; una ben ricca speculazione immobiliare: l’eremita non serve più, siamo globalizzati, serve l’emiro. Operazione già riuscita con l’appartamento adiacente comprato e rimesso sul mercato a prezzo adeguato. Detto e fatto: contratto scaduto a gennaio 2014. Il signor Giusto Giudice che con saggezza e lungimiranza, tutto giudica fa giustizia in soli quattro mesi (caso unico nell’universo della giustizia universale [e che, ci vogliamo pure lamentare dell’unico caso al mondo in cui la giustizia fa giustizia a passo di carica?]) e decreta: sfratto per finita locazione. La legge (lo sappiamo!) è uguale per tutti, nessun distinguo: così da maggio sono diventato abusivo. Ho un tetto in virtù del blocco degli sfratti. Così gira l’economia e si produce ricchezza: il resto è fuffa. Dov’è lo scandalo?
Ecco: in questa casa sono custodite circa 1500 stampe vintage del mio lavoro, i ritratti di centinaia di siracusani, di personaggi dell’arte, dello spettacolo e della cultura mondiale (Nureyev, Borges, César Restany, Pistoletto, Patti Smith, Philip Glass, Adonis, Kounellis, Sinopoli, Savall, per fare qualche nome) oggi nelle collezioni dei più prestigiosi musei internazionali (New York, Paris, Amsterdam etc. La mia collezione di foto, dipinti, libri, migliaia di negativi e lastre antiche che mi sono state donate, che ho raccolto e salvato dal deterioramento e che conservo con cura. Qui c’è una storia unica per questa città unica: una storia sedimentata nel tempo senza elemosinare contributi: un’utopia realizzata, come dono gratuito a chi ha voluto condividerla; la mia casa è da sempre una finestra spalancata sul mondo. Qui sono raccolti i ricordi di una vita dedicata alla cultura dello scambio; qui è nata una rivista d’arte di grande prestigio internazionale, Charade, di cui vado fiero; in questa casa, in questa terrazza, Salvo Basso ha scritto le sue liriche in dialetto siciliano, ispirate dalle mie foto da cui è nato il libro ‘U tempu cc’è’; la gente in visita a Siracusa ha potuto godere anche della Terrazza degli Eremiti abitata da aldo palazzolo, una risorsa di cultura a costo zero per la città. E non son frottole. Amici generosi sono disposti a comprare l’appartamento e a rinnovare il mio contratto d’affitto, per dare continuità a questa utopia. I proprietari nicchiano. Il primo gennaio il governo ha eliminato il blocco degli sfratti anche per le categorie sociali a rischio alle quali appartengo (ultrasessantenne con pensione miserrima): il 2 gennaio la legge si presenta per gli auguri di rito: il 30 gennaio sarò invitato a lasciare al più presto l’appartamento. Non è del tutto vero che la giustizia in Italia è piuttosto lenta, nel mio caso corre eccome. Complimenti, finalmente un caso esemplare di buona amministrazione. Ho presentato istanza ai sensi art. 11, 13 e 51 Decr. Legislativo n. 42 del 2004 che dispone: è vietato modificare la destinazione d’uso degli studi d’artista nonché rimuoverne il contenuto, costituito da opere, documenti, cimeli e simili, qualora esso, considerato nel suo insieme ed in relazione al contesto in cui è inserito, sia dichiarato di interesse particolarmente importante per il suo valore, chiedendo un sopralluogo urgente al Soprintendente ai BB. CC. Ambientali e Archeologici di Siracusa, al Sindaco, all’Assessore ai BB. CC. Ambientali e Architettonici della Regione Sicilia per verificare la dettagliata documentazione acclusa. Se non dovesse esserci un sollecito riscontro tutto sarà inutile, gli speculatori avranno la loro preda e sarò costretto, mio malgrado, a trasferire tutto altrove: una perdita per la città e per la cultura italiana”.

 Aldo Palazzolo è stato sfrattato, a Siracusa il Comune e la Soprintendenza se ne sono fottuti. Oggi a Torino per Carola Rama invece è stato fatto proprio quello che l’artista siracusano aveva chiesto inutilmente al Comune e all’assessore Italia. «La speranza – ha detto l’assessore alla Cultura della regione Piemonte, Antonella Parigi – è che a breve vengano messi in sicurezza anche i muri della casa di questa grandissima artista che in vita non venne valorizzata come meritava». Un altro mondo che rispetta e valorizza i suoi figli geniali.

Oggi Palazzolo vive altrove. Hai nostalgia di Siracusa, di Ortigia?

Certo. C’è una nostalgia ancora forte per quella mia casa al centro di Ortigia, la meraviglia di un paesaggio ‘vista mare barocco’ come mi sorpresi una volta a scrivere. Sono nato a pochi passi da dove ho vissuto per trent’anni, che diventano quasi quaranta se sommiamo la residenza sopra Fonte Aretusa… Insomma, non roba da poco. Poi però anche una grande frustrazione: a Siracusa ho vissuto le più grandi e rovinose delusioni della mia vita. I miei concittadini (soprattutto i politici e chi detiene un qualche potere [i culi chini, pieni e ben inchinati davanti ai potenti di ogni risma, dico]) hanno sempre fatto in modo di danneggiarmi con ogni mezzo. E dire che qualcosa ho dato ai miei concittadini.

Già.