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ECCO L’INTERVISTA INTEGRALE COL PARROCO DELLA CHIESA DI SAN PAOLO / PADRE ROSARIO LO BELLO: HO SCELTO DI SERVIRE CRISTO UMILE E POVERO. QUESTO IO VOGLIO, QUESTO IO DESIDERO

Rosario Lo Bello, se dovesse descrivere per lettera le condizioni di Siracusa a fine gennaio 2019 cosa scriverebbe?

Vuole che scriva un elogio funebre?

Abbiamo seguito su Facebook un litigio furioso sulla gestione del simulacro della patrona Santa Lucia e poi abbiamo notato come il 13 dicembre ci fosse poca gente in piazza Duomo.

Sì, la devozione a Santa Lucia diminuisce vistosamente. Molti cattolici preferiscono rimanere a casa. Prima la processione era affidata a gruppi più o meno identificabili di fedeli. Si trattava di confraternite che trovavano il proprio humus negli strati più popolari e genuini della città. Oggi sembra invece un momento di consapevolezza ideologica dell’élite cittadina. Bisognerebbe dare la festa in mano alle parrocchie e quel che rimane delle confraternite, coinvolgendo tutti su un ambito decisionale. Infine è necessario dare un significato all’immagine di Lucia: la tautologia ‘Siracusana è’ – ‘Siracusa ama santa Lucia’ non basta. Bisogna riscoprirne il significato evangelico più profondo: il martirio, una esperienza di Cristo totalizzante, la capacità di dire no alla corruzione e alla mondanità. Chiunque ama la nostra patrona santa Lucia e lavora per la festa, non può che condividere quanto dico.

Lei è un acuto osservatore della situazione politica cittadina. Attualmente a palazzo Vermexio c’è un’alleanza Pd-M5s?

Sicuramente. Ma più grave è stato il ripiegamento in maggioranza dei due consiglieri di centro-destra. E così si ha una maggioranza Pippo Gianni – Italia – M5S. Io stimo moltissimo Zito e Ficara.  La situazione al Vermexio sfugge a loro stessi. Credo vi sia molto malumore nel movimento. Probabilmente non vogliono sconfessare i loro consiglieri e rimanere senza rappresentanza in Comune, ma secondo me loro ne soffrono. In sin dei conti è possibile dire che il M5S, almeno in Sicilia, è permeabile a infiltrazioni di circuiti economici e consorterie. E’ una cosa che deve dispiacere tutti. Non è un problema solo dei 5S. Piuttosto vuol dire che a Siracusa quasi nessuno pensa più al bene comune. Di per sé non è male entrare in una maggioranza. Bisogna capirne però il fine. Se il fine è costituito da interessi privati, allora è un guaio. Cosa fa di lavoro il consigliere, o sua moglie o suo fratello? Che interessi hanno in città? Un bravo giornalista dovrebbe indagare in tal senso … chissà che ne esce. Se invece si prova a condizionare il Sindaco su gli interessi pubblici è un bene. Io stesso ho avvicinato sempre politici e amministratori (anche a livello regionale) di cui non mi interessava un bel niente, certe volte turandomi il naso, e sono riuscito a persuaderli perché arrivassero a decisioni importanti, a favore del bene comune.

Qualcuno dopo la performance sulla Sea Watch di Prestigiacomo e Italia parla di un’alleanza fra i due anche al Vermexio, con un paio di assessori azzurri

Vale il ragionamento della precedente risposta. Si può entrare in maggioranza e provare a non far passare inutilmente questi cinque anni, lavorando su ambiti che la maggioranza attuale trascura.

Ma intravedo una difficoltà. Vi sono stati dei gravi brogli elettorali. E’ un dato oggettivo. Se l’avvocato Reale andasse a parlare come ospite nelle reti nazionali, il caso acquisterebbe la visibilità che merita. Noi non sappiamo più chi è stato eletto come sindaco perché sappiamo con certezza che le elezioni sono state manomesse. Ipotizziamo che la democrazia abbia eletto Reale e non abbiamo Reale come sindaco. E’ uno schiaffo in faccia a tutti i siracusani. Nessuno dunque del centrodestra può abbandonare Reale e passare in maggioranza con un sindaco che, con molta probabilità, risulterà illegittimo a fine 2019. Sconfessare Reale, vittima di un grave maneggio, vuol dire sconfessare l’intero centrodestra, vuol dire sconfessare se stessi. E in questo senso il problema del centrodestra è più grave. Mi sembra che lì non si accettino leader che non confessino un berlusconismo di maniera. Vedo tanti professionisti in voga che con le loro mogli sostengono Forza Italia: pensano che accedere al potere voglia dire tornare alla bella vita degli anni Novanta. Niente di più sbagliato: l’epoca dei vitelloni è finita da un pezzo. Solo gli ex rampanti professionisti siracusani non se ne sono accorti. Mancanza di letture? Poca cultura? Non so. E’ poi significativo che buona parte di questo elettorato da salotto ha votato Italia o Randazzo. Ora vedi questi elettori girare in città delusi. Non hanno capito che i tempi sono cambiati. Consulenze ben ripagate, posti nei consigli di amministrazione, ruoli di legale per grandi enti o società pubbliche, sono ormai un miraggio.

Un monitoraggio recente parla per Siracusa di un 62 per cento di giovani disoccupati, di un 20 per cento di cittadini in povertà e di un altro 25 per cento sulle soglie di povertà.

E’ un po’ la condizione del Sud. L’economia della Cina sta rallentando. Una intelligentissima ragazza della Bocconi, che ogni tanto viene in chiesa, mi racconta quello di cui si parla nei convegni a Milano: il Regno Unito assorbe una fetta notevole del nostro export e nessuno si occupa di regolamentare su un piano bilaterale gli scambi. Quando il Regno Unito uscirà della Comunità Europea, per l’Italia saranno guai. Al di là di tutto ciò, credo a Siracusa prevalga un atteggiamento di chi campa con le bolle di sapone. Prima Bufardeci parlava del villaggio Asparano come di un grandioso volano per l’economia. E illudeva tutti i siracusani. Così infatti non è stato. Per fortuna la Pillirina e Ognina sono rimaste intatte. E ci batteremo fino alla fine per queste stupende coste e per tutto il resto. E del resto come affidarle a imprenditori che si inventano finti profili per screditarti? Neanche l’Innominato arrivava a tanto. Poi è stata la volta dei porti turistici che avrebbe richiamato a Siracusa tanti ricchi russi, che avrebbero speso nella nostra città chissà quali grandi cifre. Qualcuno mette in giro la storiella che i porti non si fanno per quei cattivoni di ambientalisti. Ma in verità due progetti hanno già ottenuto tutte le autorizzazioni. Gli imprenditori siracusani non sono capaci di portare a termine il progetto e sperano che qualcuno li compri, cosa che non sta accadendo. Il porto della società Acqua Marcia è all’asta. Sembra che grosse società se lo contendano e forse già qualcuno ne è in possesso. Fossi sindaco già sarei andato a contattarli: ‘avete intenzione di chiudere il porto alla città e creare altri negozi in competizione con quelli siracusani o farete un porto in collegamento alla zona commerciale di corso Umberto? Se lo aprite alla città, ecco che provo a trovarvi delle agevolazioni’. Ma a me sembra che il sindaco Italia non abbia alcun interesse a tutto ciò. Lui preferisce parlare di puppet, lampadari dolce e gabbana. Poi mi sembra che un assessore attuale era tra quelli che hanno permesso di sfregiare il castello federiciano. Adesso mi sembra che Italia sia convinto che Ortigia rappresenti chissà quale fonte di economia. Ovunque case vacanza, sporcizia e odore di frittura. Nessun negozio di lusso, dove un ricco possa comprare. Nessun cinema. Anche i ristoranti di buon livello risentono di queste concessioni date a tutti. Ortigia è snaturata. Tutto ciò durerà per poco. Io prevedo un crollo tra un paio di anni. Il tempo che ci facciamo conoscere per il mondo e poi non saremo più una meta turistica ambita. Per il resto non credo che questa maggioranza abbia chissà quale idee. Basta andare nella zona balneare: cipressi abbattuti, cooperative edilizie ovunque, insomma Siracusa è una grossa borgatona schifosa. Ovunque ville edificate a metà che nessuno riesce ad acquistare. Le varianti apposte al PRG quella fatidica notte hanno saccheggiato la città. E’ in opera un sacco degno di don Vito Ciancimino. Puzza di fognatura per tutta la zona di mare. Corso Gelone sembra poi Zagabria negli anni Ottanta: la desolazione più totale. Facciate di palazzi che si sgretolano e saracinesche chiuse. Poi c’è una visione delle cose che lega tutte le amministrazioni da Visentin a Italia: sono tutti convinti che bisogna allargare strade di campagna, aggiungere l’illuminazione, attaccare guardrail dove c’erano muretti a secco. Pacchianerie su pacchianerie. In Toscana li avrebbero presi a calci.

C’è qualcuno che gioca sporco sul parco archeologico di Siracusa, si parla di appetiti edilizi consistenti. E c’è qualcuno che ha lo stesso interesse per le aree del nuovo ospedale.

Come al solito sono gli imprenditori edili della città, che vogliono annullare un possibile futuro turistico. Mi piace invece la posizione del nuovo ospedale. Quando gli ospedali vengono fatti a ridosso di autostrade, diventano cattedrali nel deserto, e iniziano a circolare nei dintorni spaccio e prostituzione. Un ospedale dentro la città può dar via a tutto un sistema di negozi e servizi. La scelta dell’attuale Amministrazione è correttissima. Tutta la Pizzuta ne potrebbe giovare.

La sua è una parrocchia di poveri mentre prima San Paolo era la chiesa della ricca borghesia siracusana. E’ comunque riuscito ad attirare le attenzioni concrete di poveri, meno poveri, benestanti. E’ solo un bravo prete o c’è qualcosa di più?

Non penso. Dal primo giorno in cui sono diventato prete, ho capito che questo ruolo non ha più riconoscimenti. L’autorevolezza te la guadagni sul campo. Allora ho deciso di non mettermi mai su un piedistallo. Tanti cattolici convenzionali e bigotti sono scandalizzati da ciò. Tanti altri invece, che prima non venivano a chiesa, decidono di camminare insieme con me: dall’ambientalismo, dal servizio caritativo, dalla cultura, si arriva poi al Vangelo e alla Eucarestia. Un prete mi disse una volta: adesso che sei parroco devi essere super partes, la gente non deve sapere neanche se tifi Inter o Milan. Io invece penso che non sia così. La gente ha bisogno sentire che anche un uomo di Dio ha curiosità, passione, amore per questo mondo. Don Milani ricordava sempre il detto ‘I care’, ovvero ‘a me interessa’. Se ami Cristo, non puoi fregartene di questo mondo, devi capirlo, devi studiarne i linguaggi, devi pregare per saper leggere tutto alla luce del Vangelo. Ultimamente mi sembra importante quanto trovi nel linguaggio medievale: ai poveri non vanno contrapposti i ricchi, ma i potenti. I potenti sono un pericolo costante per i poveri. E un cristiano, dunque anche un prete se è cristiano, si schiera sempre dalla parte dei poveri, e li difende dai potenti. Ho poi una validissima squadra: Gianmaria, Cettina, Rosario, Emanuele, Matteo, Arturo … e tanti altri.

Per quanto ci riguarda la consideriamo uno studioso, un’eccellenza siracusana. Un uomo di chiesa che magari spesso la stessa chiesa non ama, ma forte d’ingegno.

Non so nulla di me. Per le parentele che ho, per la formazione che mi hanno dato i miei genitori, sarei potuto diventare una eccellenza in tanti campi. Ma ho scelto di servire Cristo umile e povero. Questo io voglio, questo io desidero.

La nomina di Mariarita Sgarlata a consigliere delegato della Fondazione Inda.

[sorride]

Come Siracusa, come città, come capoluogo, abbiamo toccato il fondo o può andare anche peggio?

Stiamo entrando in una fase irreversibile e davvero brutta. La gente è involgarita: ovunque musica orrenda, inquinamento acustico, discoteche e droga. Non esistono altri divertimenti. Avete sentito a che decibel è arrivata questa estate la musica al Maniace?? È stato terribile.

A ferragosto mi trovavo nel lungomare Alfeo. In una barca vicinissima alla costa, avevano messo musica ad altissimo volume, dalla barca accanto gli hanno lanciato addosso un razzo segnaletico. Sono sicuro che delitti ispirati da depressione e sociopatie aumenteranno, ci saranno più scontri per strada.

Peraltro, mi dispiace dirlo, l’Amministrazione non fa molto per i più deboli. I ragazzi devono pagare per fare sport, gli asili non esistono …

Poi verranno le multinazionali e si approprieranno dei nostri beni: coste, mare, riserve, campagne. Verranno creati finti bisogni (come fare la scampagnata di domenica all’Auchan), ma quelli veri ci saranno sottratti: accumulation by dispossession.