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STEFANIA PRESTIGIACOMO: LA RETE OSPEDALIERA PROPOSTA DALL’ASSESSORE RAZZA E’ A TRAZIONE CATANESE E RAPPRESENTA UNA PIETRA TOMBALE PER LA SANITA’ SIRACUSANA. METTIAMOCI TUTTI INSIEME PER FERMARLO

Scrive l’ex ministro Stefania Prestigiacomo, in atto vicepresidente della commissione bilancio della Camera dei deputati:

La nuova Rete Ospedaliera proposta dall’assessore regionale alla Sanità Razza al Ministero della Sanità, rischia di rappresentare la pietra tombale per il diritto a una sanità civile e moderna per i siracusani, ma anche per i ragusani.
Il progetto di una Regione “a trazione catanese” è quello di fare del siracusano un serbatoio di utenti e un bancomat per la sanità etnea prevedendo un sistematico drenaggio di pazienti e risorse dalla nostra provincia, cristallizzando problemi e carenze invece di affrontarle e risolverle sul territorio.
Ben 45 milioni di euro son stati versati nell’ultimo anno dalla nostra Azienda Sanitaria ad altre strutture pubbliche e private della Sicilia, principalmente di Catania. Infatti ogni ricovero di cittadino della provincia, determina uno specifico rimborso economico a favore della Azienda Sanitaria che fornisce il servizio e una conseguente perdita di risorse economiche del nostro territorio provinciale: meno tecnologie, meno posti letto, meno personale, in generale meno servizi.
Il progetto dell’assessore Razza intende perpetuare se non aggravare questa situazione che deriva essenzialmente da due cause: ricoveri in reparti specialistici non presenti nella nostra Provincia (ad esempio cardiochirurgia, neurochirurgia, ecc.) o ricoveri in reparti specialistici che pur presenti nel Siracusano non vengono preferiti, per varie ragioni, dai nostri concittadini che scelgono quelli fuori provincia (moltissime puerpere, ad esempio, vanno a partorire a Catania). Peraltro nella situazione attuale, che la Regione intende perpetuare, si lascia campo libero sul territorio alla sanità privata che deve essere aggiuntiva non sostitutiva di quella pubblica come in molti casi accade oggi a Siracusa.
Ma invece di creare a Siracusa un nuovo ospedale, ma di 2° livello con i reparti specialistici che mancano (dove costruirlo a questo punto è problema secondario) si ipotizza che per una provincia con oltre 400 mila abitanti bastino 2 ospedali di 1° livello a Siracusa e Avola con il nosocomio di Lentini derubricato a presidio di base. Nel ragusano con un terzo degli abitanti in meno, di ospedali ne sono previsti 3 ma sempre di 1° livello.
Un esempio. Per l’oncologia toracica è fissato a 100 il numero dei ricoveri necessari a giustificare un presidio. Da Siracusa 165 nell’ultimo anno sono stati ricoverati all’Humanitas di Catania.
Una sana programmazione, preso atto delle deficienze attuali, dovrebbe invece prevedere l’ apertura di reparti specialistici oggi non presenti e il miglioramento della attrattività delle specialità che determinano la “fuga” e la “spesa fuori provincia” con un nuovo Ospedale della Provincia di con tutte le specialità oggi non presenti e il potenziamento di tecnologie (ad esempio robotica chirurgica, neuro e radiologia interventistica, ecc), di competenze (percorsi formativi specifici, acquisizione di specialisti di aree mediche e chirurgiche, ecc.) e di confort alberghiero adeguato alle esigenze attuali.
Il documento di rete ospedaliera non può e non deve essere inteso come una rigida classificazione dell’esistente ma come uno struzzo mento di realizzazione nel tempo di un virtuoso percorso che colmi le carenze di sistema e adegui l’offerta sanitaria, non solo a standard quantitativi, ma anche a criteri di accessibiltà e di equità per la popolazione di un territorio.
Invece il progetto dell’assessore Razza si muove nella direzione opposta, diventata ormai la solita direzione che vuol far diventare Siracusa un quartiere di Catania, una periferia da cui trarre denaro e potere da concentrare a Catania. E’ accaduto con la Camera di Commercio, è stato tentato con l’autorità portuale di Augusta, si sta provando anche con la sanità.
Per questo io voglio lanciare un appello a tutta la classe dirigente siracusana, dai parlamentari nazionali e regionali di tutti gli schieramenti, ai sindaci e ai consigli comunali, alle forze sociali, sindacati in primo luogo, per far fronte comune a sostegno della qualità e della quantità dell’assistenza sanitaria pubblica siracusana. Il livello dell’assistenza sanitaria è uno dei parametri fondamentali per la qualificazione anche economica del territorio.
Io non cerco primogeniture né prime file in questa battaglia, chiedo solo coesione per una mobilitazione che sia di tutti e per tutti, anche a costo di scendere pacificamente in piazza per difendere la sanità siracusana.