Politica

OPERAI IN SOFFERENZA FRA UNA SINISTRA ELITARIA E UNA DESTRA POPULISTA

Rep: E’ proprio triste questo tempo dove non vi è più il senso della misura e dove sembra che tutti siano terribilmente lontani dalla realtà-quella più immediata-che viviamo affrontando i problemi di quelli che una volta venivano considerati la massa critica del paese. Adesso che la massa critica non c’è più, siamo di fronte a una lunga e non ancora completata “scomposizione di classe”.

Ma loro ci sono ancora! Parliamo di quegli strani mostri, in tuta da lavoro, che si chiamano operai, in sofferenza atroce. E per questo viviamo un mondo paradossale. Da una parte una sinistra profondamente elitaria che. in questo territorio come in altri. ha smesso di fare la sinistra da troppo tempo e si occupa di iniziative benefiche solo per gli immigrati che sono assolutamente encomiabili (va detto) e di gran spessore solidale ed a cui spesso partecipiamo senza alcun tentennamento, ma rappresentano una neo condizione di insufficienza, poichè abbandona totalmente le istanze degli operai (senza alcun distinguo etnico, noi siamo fratelli di ogni individuo che rivendica pari dignità ed egual diritti) a cui non arriva uno straccio di adesione ideale e partecipativa da tempo incalcolabile, soprattutto in occasione delle classiche vertenze che hanno prodotto-magari qualcuno se ne sarà accorto nel frattempo-autentici eserciti di disoccupati ( 100.000 nel siracusano).

Dall’altra abbiamo una destra impegnata in una violentissima aggressione populista che ha risvegliato nel ceto medio, ma anche in quello che un tempo consideravamo la base popolare della sinistra, le peggiori pulsioni xenofobe ed incostituzionali. Questo sta condizionando fortemente l’opinione pubblica attraverso il messaggio(pericolosissimo e profondamente ingiusto) secondo il quale sarebbero proprio gli immigrati, causa di gran parte dei problemi di questo paese. Ma mentre questo messaggio è diventato dirompente visto che chi l’ha prodotto ha assunto la responsabilità di governo, le risposte continuano a  non arrivare nemmeno da qui. Basti pensare alle promesse fumose fatte in campagna elettorale e puntualmente smentite nella prima legge di bilancio.  Due per tutte? La flat tax, l’illusoria promessa di meno tasse per tutti, si è trasformata in meno tasse per qualche partita iva, un po’ di condoni a pioggia e pressione fiscale inevitabilmente più altra per i lavoratori dipendenti; e poi la mancata  reintroduzione dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori. Una destra lontanissima dai lavoratori. L’arco costituzionale è completo.

La Fillea-CGIL, ma più in generale tutte le organizzazioni sindacali vicine ai lavoratori vivono drammaticamente questo isolamento a cui ha contribuito una generale campagna di delegittimazione che indebolendo il sindacato non ha fatto altro che indebolire i lavoratori, senza ombra di dubbio.

Vorremmo solo un po’ più di realismo. Per esempio rispolverare quella vicinanza alle istanze del lavoro, quel lavoro mortificato e decimato dalla crisi; violentato dalle politiche neo liberiste che hanno sostanzialmente fatto arretrare i diritti conquistati dalle battaglie del sindacato e dai lavoratori nella straordinaria storia del movimento operaio di questo paese. Obiettivo perseguito con lucidissima  caparbietà da tutti quelli che si sono avvicendati nel Governo di questo paese nell’ultimo quarto di secolo. Da Berlusconi a Conte, passando per Renzi, Monti e Gentiloni.

Per istruzioni su come riavvicinare idealmente quei mostri chiamati lavoratori, seguiteci con più attenzione nelle battaglie di civiltà contro il lavoro nero, le politiche degli appalti, il dumping contrattuale o la lesione del sacrosanto diritto allo sciopero. Tutte condizioni non frutto della fantasia ma della drammatica realtà che viviamo soprattutto nel siracusano. Non rimarremo mai indifferenti alle istanze di tutti i deboli  di qualsiasi religione ed etnia. Siamo vicini, per Statuto ed ideali, agli ultimi; per questo rifiutiamo ogni logica corporativa da qualsiasi parte provenga. La ricondivisione degli ideali attraverso  il ricompattamento delle lotte del lavoro, per esempio, è lo strumento per uscire dall’oblio del populismo e dell’elitarismo.

 

Salvo Carnevale

Segr. Gen. Prov.le Fillea-CGIL Siracusa