LOREDANA FARACI: SUL SISTEMA SIRACUSA SONO D’ACCORDO CON ROSARIO LO BELLO E GIUSEPPE PATTI
Loredana Faraci, è in corso una verifica per presunti brogli elettorali ordinata dal Tar che riguarda praticamente i due terzi della popolazione elettorale siracusana. Su questa vicenda almeno scandalosa visto che ad essere vilipese sono la trasparenza e la certezza del voto di ogni cittadino elettore, non ci sono state dichiarazioni del sindaco che pure è sub judice, nessuno si è indignato, silenziosi anche i grilli parlanti abituali.
Non mi stupisce più nulla, oramai, di questa città. Siracusa è stata capace di rieleggere lo “stesso sindaco”, sotto sembianza diversa, dopo che per cinque anni si è lamentata, si è sentita oltraggiata. Cosa altro dire? Oggi ad incontrarne uno che ha voluto questa giunta e questo sindaco…. Nessuno, ad oggi, ha votato o ha voluto questa amministrazione. A volte mi chiedo dove vivo. Cosa ci faccio e perché da professoressa e pubblicista abbia scelto di impegnarmi politicamente. Poi, penso ai più di 20mila voti presi da Paolo Reale e dico che per quei 20mila, e sicuramente molti di più, oggi rimango in questa città. Sull’attuale sindaco non so dire nulla di diverso da quello che sento dire a tanti altri: appare spesso, come la sua Giunta, fuori dalla realtà.
Eccellente, diretto da Gianni Bonina, ha denunciato come, quando e perché si stanno privatizzando i beni culturali siracusani. Prossima obiettivo il Teatro Greco. Stupiscono non poco poi i meccanismi e i personaggi. Qual è la tua lettura di questa vicenda?
Gianni Bonina, a Siracusa, ha lavorato molto e dai politici siracusani di allora venne pure allontanato. Il suo carattere difficile si accompagnava, però, anche ad una assoluta libertà di pensiero oltre che ad una indiscutibile preparazione. Non so nulla sul teatro greco, potrei pure pensare che la sua sia stata pura provocazione, dinanzi a cui i siracusani non farebbero nulla comunque, edulcorando tutto. Ho già apertamente manifestato e preso posizione, con una mia opinione attraverso un comunicato a mia firma, sul teatro comunale. Poi ho ascoltato un assessore nervoso che cercava di svilire il nostro impegno. Penso che la città, oggi, meriti un teatro con un vero direttore artistico, un bando che permetta in modo serio e trasparente, a tutti di concorrere, parlo di chi il teatro lo fa da sempre. Credo, anche, che si debbano tra loro, gli amministratori, chiarire sul modello da proporre, e magari dare versioni condivise. Penso anche che quel teatro debba diventare, senza troppa falsa poesia e luoghi comuni, una piccola macchina teatrale. Piccola perché piccola è la dimensione e perché si comincia, quando non si hanno le idee chiare con piccole cose di qualità. Penso che a quel teatro debba poter accedere chi fa teatro da sempre. Ovviamente senza affitti indecenti.
Mariarita Sgarlata, nuovo consigliere delegato dell’Inda, ha detto la sua sul parco archeologico e sulla gestione del teatro comunale. Condividi, non condividi, hai la tua idea personale?
La presenza di Mariarita Sgarlata credo sia davvero tra le poche note positive di questa città. Una persona colta, preparata, al posto giusto. Soprattutto, una persona che non si è mai preoccupata di esprimere pareri quando era necessario farlo. Condivido gran parte delle sue posizioni sul teatro comunale, come ho detto io stessa attraverso Progetto Siracusa, e la necessità di rimettere al centro della Fondazione Inda la qualità delle scelte e l’esigenza di internazionalizzazione le offerte culturali. Credo binomio vincente in una città che di internazionale finora ha ben poco. Fermo restando l’ottimo lavoro fatto da Roberto Andò che porta la firma di Pier Francesco Pinelli.
Per quanto ci riguarda l’assemblea sulla buona scuola mentre a febbraio siamo ancora senza asili nido, con le scuole smandruppate, senza refezione, ci è sembrata una forzatura di chi ha perso la testa.
Un’assemblea di questo tipo si fa a settembre, tra l’altro contestatissima da genitori giustamente inferociti. Diciamo che il disastro era previsto, anche questo i genitori sapevano. Lo sapevano tutti. Solitamente le assemblee si fanno a settembre come si pensa ai riscaldamenti a ottobre. Per evitare sempre gli stessi disastri. Leggo….ci avevano promesso….ci avevano detto…..ma così non è stato. Forse negli uffici competenti dei buoni amministratori dovrebbero “sfinire” gli impiegati per assicurarsi i soldi del gasolio in tutte le scuole? Forse. Forse bisogna avere rapporti di stima e rispetto con tutti, quando si hanno dinanzi amministratori di altra area politica a cui parlare, con cui aprire confronti veri sui bisogni di una città? Forse. Per cinque anni c’hanno detto che era sempre colpa di Crocetta..e Crocetta stava dentro la Regione con lo stesso schieramento che a Siracusa lo derideva. Gli stessi che poi si facevano fotografare dopo mesi di offese. Cosa vogliamo poi che si abbia in una città…quello che abbiamo….per giunta, ci viene raccontato con una naturalezza e leggerezza qualunque… Hanno dei figli queste persone che amministrano? Noi li abbiamo ed il mio ha messo tre maglioni per seguire le lezioni. La vivono questa realtà? Non ci sono né sabato né domeniche per risolvere le cose. Come giustamente diceva Enzo Vinciullo che nelle scuole ci sta. Siracusa non conosce più la normalità da tempo.
Che ne pensi dei consiglieri comunali grillini (Scala, Burgio, Ficara) che votano e fanno maggioranza con Italgarozzo e poi fanno finta di protestare contro chi amministra (cioè loro stessi) per una strada o una lampadina
Non li conosco. Di qualcuno ne apprezzo la serietà, quando ho possibilità di seguire i lavori in consiglio. Di altri non mi interessa parlare. Soprattutto, non mi interessa sapere da che parte stanno, da chi ricevono continue telefonate. Vecchi modi da vecchia politica, da poltroncine da occupare. Io per questo sto con Progetto Siracusa e dalla parte di Paolo Reale. Rivoluzionari e coerenti. Quelli che sono andati via da Progetto, con i nostri voti e il volto di Reale addosso, non li ricordo più. Sicuramente non avevano princìpi nobili per muoversi.
Loredana Faraci, perché eccellenze siracusane come Roberto Cafiso, Flavia Zisa, Manuel Giliberti, non scendono in campo per amministrare e difendere una città meravigliosa come la nostra?
Manuel Giliberti è consigliere Inda. Lo trovo sempre impegnato, per fortuna. Il dottore Cafiso è tra le persone più coerenti e preparate in campo ma indicato come assessore tecnico di Reale nel 2013, anno in cui già Reale doveva essere sindaco (c’è in corso un processo per firme false, a settembre 2019 le prime udienze, giusto per non dimenticare) e accettò di stare al fianco nostro. Evidentemente o qualcuno ancora lo ricorda e, quindi, non lo chiama oppure, cosa molto probabile, il dottore Cafiso non ha ascoltato altre sirene. Di Flavia Zisa, anche lei indicata da Reale come assessore tecnico nel 2013, non ho più notizie. Credo, come molte persone serie, stia lavorando per la sua professione, quella di formare giovani preparati e seri per il futuro di questa terra. Io lo faccio da 18 anni, alzandomi anche alle quattro del mattino per raggiungere la mia sede di lavoro. Certamente di persone come loro, Flavia Zisa, Roberto Cafiso, ma di molti, moltissimi, si sente la mancanza.
Stiamo morendo di due cose. Dei miasmi assassini del Petrolchimico e della spazzatura esalante che da anni fa scempio dei nostri polmoni. Concretamente cosa si può fare?
Smettere forse di parlare, proclamare, fare comunicati inutili, passerelle trafelate e “sudate” e amministrare la città. Ma vedi, se alla base c’è solo il bisogno di esserci, di occupare posti e avere incarichi, senza la vera competenza si rimane sempre allo stesso punto. Smettere di dare incarichi, smettere di foraggiare per acquisire consenso e controllo, piuttosto amministrare. Riaprire le carte e fare azioni concrete. Possibilmente non sbagliando i bandi, non facendoci sbeffeggiare dalla Corte dei Conti, dal TAR. Lavorare sulle cose per cui si è chiamati oppure riconoscere l’incapacità manifesta. Non credo accada questo a Siracusa. Qualcuno che ha avuto coraggio perché ha scritto che la mia generazione, in questa città, dinanzi agli incarichi, ai favori, al denaro, si è chinata e continua a farlo. Sono d’accordo. Ci lamentavamo tanto dei nostri “padri” senza capire che “bevevamo lo stesso veleno”.
Giuseppe Patti e Rosario Lo Bello hanno fatto tempo addietro un incontro sulla varietà dei Sistema Siracusa che, a loro dire, non è uno solo, ma diversi..
Sono d’accordo con loro. Pensa, mio marito, e chissà quanti altri professionisti seri a Siracusa, per il Sistema Siracusa ha perso pure il lavoro. E non ne trova alcuno, evidentemente per lo stesso sistema…se non sei “dentro un sistema” rimani solo. Ecco, quello che succede in una città che lascia indietro persone preparate per sistemare sempre altri, sempre gli stessi. Eppure, preferiamo rimanere in silenzio o indegnamente usarlo a proprio vantaggio sapendo di mentire. Ho trovato vergognoso, ad esempio, che qualcuno abbia usato l’argomento Sistema Siracusa in campagna elettorale, pensando di acquisire credito. Ha ottenuto qualcosa in modo indegno, sapendo di spargere fango. E pensando, ancora peggio, di lavare con un colpo di spugna tutto l’indomani. Anche in campagna elettorale devi essere un uomo. Ho, invece, assistito a forme di penosa isteria.
Da addetta ai lavori, qual è il tuo pensiero schietto sull’informazione a Siracusa? Con tante testate on line la trasparenza dovrebbe essere un dato di fatto. Invece..
Cosa dirti? Per fortuna non vivo di giornalismo ma di libri che studio per insegnare ad uomini e donne ad essere liberi. Come per ogni settore professionale, credo dunque che anche nel giornalismo ci siano colleghi stimabili, molto stimabili ed altri no. Certo, pur schierati alcuni ho trovato poco dignitoso a volte, ed entro nel personale, che scrivano sui social di altri colleghi offendendoli, a volte in modo pesante. Prima o poi troveranno chi li denuncia. Anche questo è frutto di quello che viviamo. Una città affamata con persone affamate. Per il resto non ho niente da dire.
Università a Siracusa. Abbiamo un consorzio senza avere le facoltà che ne dovrebbero determinare l’esistenza. Un Consorzio che si è beccato anche l’Ostello della Gioventù senza bando e con palesi ambiguità.
Di fatto è così. Ricordo tutto della Facoltà di Beni Culturali. Ricordo anche il motivo per cui è “morta” e ricordo anche le persone impegnate politicamente per quella causa. Forse oggi per ricominciare a guardare con positività sarebbe giusto non compiere quegli stessi errori, e non avere quelle stesse persone a fare politica attiva e, spero, neanche nelle retrovie. Perché Beni Culturali è stata accompagnata “alla morte”. Quante speranze, quanti progetti ….quanti giovani. Una pagina triste. Ancora più triste incontrare quei ragazzi che fanno tutt’altro per sopravvivere. Sul Consorzio Universitario non ho un’idea precisa perché, difatti, non ci danno un’idea precisa a noi comuni mortali. Ricordo le lotte di Salvo Sorbello e Cetty Vinci che volevano venisse chiuso per l’eccessivo sperpero di denaro. Ripeto, non lo so. Poi, però, leggo le carte e vedo che il Comune, ovvero uno degli enti consorziati come vengono definiti, quindi solo il Comune perché la Provincia non dà un euro a nessuno, sostiene la Facoltà di Architettura con importanti somme dai 20mila euro per borse di studio ai giovani ai 30mila per Corsi di Archeologia…tutte cose legittime, per carità, allora perché è rimasta e rimane Università di Catania? Perché non è possibile fare un salto di qualità e separarsi da Catania? Cosa ha legato, e continua a legare le due città, in una condizione di continua subalternità? Ce lo spieghino, allora. Dunque, mi chiedo, se già noi, e solo noi, sosteniamo con sede e servizi perché offriamo altro denaro? E ancora, perché nel cda del Consorzio Archimedeo non esiste una rappresentanza degli studenti, solitamente vigili e attenti a tutto? E ancora, il caso Ostello della Gioventu’. Se dandolo all’Università di Catania è l’unico modo per farlo rinascere, poi a questi studenti diamogli un modo per andare a lezione in Ortigia con bus regolari tutto il giorno, perché altrimenti mi sembra una punizione più che un premio. Oppure si pensa che tutti gli studenti siano muniti di macchine e suv? E poi, vuole la politica, perché alla fine di questo si tratta, figure impegnate in questo Consorzio? Che lo faccia ma che abbiano dimestichezza con gli ambienti, che siano persone preparate al ruolo. Parlo di Ministero dell’Università e della Ricerca, parlo del Ministero della Pubblica Istruzione, parlo di decine di persone che hanno già a che fare con i settori giornalmente e che sappiano muoversi bene per far crescere questa città e questo Consorzio. Parlo di persone, professori, che si intendono di protocolli d’intesa e convenzioni tra Istituti di Alta Cultura, Conservatori piuttosto che persone che all’Università ci sono andati solo per la loro laurea. Senza nulla togliere alla bontà dei singoli. Come vogliamo crescere in determinati settori se non mettiamo persone all’altezza, che vivono il mondo accademico, universitario e anche scolastico? Siracusa di questo ha bisogno. E’ come assistere ad un piccolo mondo antico mentre fuori, a Ragusa, Catania, Messina, Roma esiste la realtà vera con persone competenti, fatta di gente che cresce e fa crescere i giovani. A Siracusa dobbiamo “appaltare”…dobbiamo occupare, dobbiamo “sistemare”, come dicevano una volta i nostri nonni…devo “sistemare” i miei figli…..ecco. Un gesto di apparente altruismo che nasconde il veleno del sistema clientelare. Così, ai nostri figli non resterà che fuggire, come già fanno.