Politica

PIPPO GENNUSO: HANNO TENTATO IN TUTTI I MODI DI FARMI FUORI, MA SONO UN OSSO DURO, UNO CHE HA SEMPRE LAVORATO

Rep: Se ne va un 2018 tremendo. Un anno di infamie, persecuzioni e nello stesso tempo di lotta. Sono stato più volte ferito come uomo, padre e politico, ma non ho mollato contro i complotti non solo dei miei  avversari storici, ma anche della mafia che ha cercato di mettermi in una trappola infernale, senza  però, riuscirci.

Nella mia vita ho sempre avuto la schiena dritta e sono stato un grande lavoratore. Il fatto che oggi gli altri mi considerano un imprenditore di successo, mi lascia indifferente. Sono rimasto com’ero 40 anni fa, pronto a sbracciarmi quando serve e a dare una mano d’aiuto agli “ultimi”. E come accade in questi casi , nell’essere umano subentra l’invidia, la gelosia, la denigrazione.  Le ho subite sulla mia pelle, ma non ho mai mollato, anche se in questo 2018 sono state tante le notti passate insonne a farmi tante domande a pormi tanti interrogativi. Sicuramente nella mia vita qualche errore l’avrò pur commesso, ma la legalità non l’ho mai infranta, i soprusi li ho combattuti, la mafia l’ho denunciata, rischiando pure la mia vita e quella dei miei figli. Sono stato sommerso dal fango di chi non è mai riuscito ad entrare nel Parlamento siciliano, di chi non è mai riuscito ad avere un’azienda, dei falliti della vita che hanno utilizzato strumenti subdoli per tentare di farmi la guerra. Sono però un osso duro, un combattente, una persona che in 30 anni di politica attiva non ha mai preso una lira prima ed un centesimo dopo. I pagnottisti ed i tangentisti sono altri. Quei radical chic che attraverso le tangenti hanno portato i soldi a casa per i loro affari. Sono cose distanti mille miglia dal mio modo di pensare e di agire. Tutto questo lo scrivo per spiegare ai miei concittadini, rosolinesi e siracusani perchè il 2018 mi ha portato lontano dalla politica, dal contatto con la gente. Per dieci mesi sono stato costretto a difendermi dalle accuse infondate ed infamanti, dalle continue illazioni di certa stampa e di certi giornalisti.

Alla vigilia di Natale ho riunito i miei amici sotto lo slogan “Siracusa riparte”. Non saranno parole da social, ma fatti concreti. Con il mio impegno all’Assemblea regionale siciliana, voglio ridare dignità alla mia Rosolini. Sono troppe le cose che non vanno. Nella Finanziaria regionale inserirò progetti che possono essere realizzati, che offrano lavoro in una realtà che ha toccato il fondo tra i Comuni della provincia di Siracusa. Progetti cantierabili significa offrire opportunità di lavoro per giovani in cerca di occupazione e per quanti non ce l’anno più. Dobbiamo creare non il reddito della mancia, ma il reddito della dignità che è attuabile soltanto con il lavoro regolarmente retribuito e non con una pioggia di denaro pubblico per restare a casa incollati alla tv. Dobbiamo ridare forza all’Agricoltura ed alla pesca, incentivando le aziende che investono in tecnologie. Ma ci sono anche infrastrutture che non possono rimanere cattedrali nel deserto. Mi riferisco all’autostrada Siracusa – Gela,  tratto Rosolini – Modica, alle strade provinciali come la Pachino – Rosolini, ancora non finanziata, ai ponti pericolanti dell’intero territorio della provincia di Siracusa. Ma c’è anche da migliorare la Sanità realizzando l’ospedale provinciale nella Piana di Cassibile. Non dimentico neppure la questione ambientale della zona industriale di Siracusa, dove la politica deve smetterla di barattare qualche posto di lavoro in cambio della salute dei cittadini. Va pure sostenuta l’azione del governo della Regione sulla vertenza romana per quanto riguarda la defiscalizzazione dei prodotti petroliferi e il costo dei biglietti degli aerei, dove realtà insulari come la nostra, sono svantaggiate. C’è tanta carne al fuoco, ma dobbiamo fare sentire la voce del popolo e della democrazia.

Per questo ultimo dell’anno, faccio volutamente sapere a chi continua a diffamarmi nel territorio, con spettacoli da talk show, che stasera brinderò al 2019 con Coca Cola assieme ai miei nipotini. Lo Champagne è roba da colletti bianchi.

Buon Anno

Pippo Gennuso