Politica

I MIASMI ASSASSINI/ DOPO L’INCHIESTA DI RAI3 SUI MORTI DI TUMORE, LA REPLICA ARROGANTE DEGLI INDUSTRIALI: ABBIAMO IL CONTROLLO DELLE EMISSIONI

Dopo l’inchiesta di Rai3, dopo tanti morti per cancro, dopo bambini malformati, dopo le puzze che stanno massacrando Augusta, Siracusa, Melilli e Priolo. Dopo tutto questo Confindustria Siracusa acquista spazi nei giornali più diffusi e racconta che tutto va bene, che le grandi imprese non inquinano e hanno tutto sotto controllo, che forse sono le piccole aziende a non essere in regola, ma che le stesse sono difficilmente controllabili. Una vergogna. Addirittura Diego Bivona (nella foto), presidente dell’associazione degli industriali di Siracusa ha l’ardire di dichiarare che “le aziende hanno realizzato cospicui investimenti per contenere le emissioni in atmosfera utilizzando le migliori tecnologie, predisponendo piani di controllo e monitoraggio dettagliati, costantemente aggiornati ed hanno tutto l’interesse a che l’impegno profuso in tale direzione non sia vano e produca i benefici sperati”. Cioè: Le aziende hanno speso, hanno il monitoraggio, speriamo che funzioni, che vada bene. No, dottor Bivona, intanto in tutti questi anni non ci sono state le aziende ambientaliste di cui lei dice e questo lo sanno tutti, meglio degli altri le centinaia di famiglie che hanno perso delle vite per le emissioni selvagge del Petrolchimico. Così non può funzionare visto che grazie alla mancanza di leggi specifiche sulle emissioni, le aziende che lei difende continuano a farsi i cazzi loro. O meglio per loro il profitto, abbondante, garantito, per la nostra comunità i morti, tanti morti.

C’è scritto nell’introduzione de Il Patrimonio degli Equivoci: “Il rapporto della Sicilia con il patrimonio culturale è un insieme di contraddizioni. Abbiamo costruito le raffinerie alle porte di Siracusa accerchiando e minacciando #Thapsos, la capitale della #Sicilia nell’Età del bronzo, 1400 a.C., a pochi chilometri dal Teatro greco dove, da cento anni si svolgono le rappresentazioni classiche…”

Così il giornalista Domenico Iannacone ha realizzato un eccellente lavoro giornalistico andato in onda su I Dieci Comandamenti raccontando magistralmente una realtà pazzesca, la nostra disgraziatissima realtà. Ma le trasmissioni televisive possono solo denunciare ciò che la classe dirigente di questo Paese e di questa Regione continua a ignorare. Per far prendere coscienza ai cittadini ci vorrebbe la politica…che non c’è.

E non c’è nemmeno il sindacato che osserva un silenzio connivente, che consente a Confindustria di fare la vittima, “la trasmissione di rai3 non ha avuto il nostro contraddittorio””, e che si consente di stare zitto e mosca davanti ad un disastro ambientale di questo tipo, coi lavoratori che per tumori muoiono a bizzeffe. Il sindacato infatti non dice nulla sulla denuncia di Rai3 e non dice nulla nemmeno sulle denunce di tutti gli intervistati, a partire da padre Palmiro Prisutto. Un osceno silenzio/assenso.

“Un tempo esisteva un pittoresco borgo marinaro: Marina di Melilli.
Era un paese con tutti i servizi poi vennero le industrie che mandarono via, o meglio deportarono, tutti gli abitanti. Tranne uno: Salvatore Gurreri.
Salvatore non voleva andare via perchè quella casa, se l’era costruita con le sue mani… dopo qualche tempo Salvatore fu trovato morto “incaprettato”.
Salvatore era l’ultimo abitante di Marina di Melilli”.

Che aggiungere? Da noi magari non ci sarà la mafia tradizionale, ma in questa vicenda dei miasmi che ammazzano impunemente centinaia e centinaia di padri di famiglia ci sono atteggiamenti mafiosi, evidenti e incontrastati. Già, incontrastati dalla politica e dal sindacato. Siamo soli.