EZECHIA PAOLO REALE: I SIRACUSANI MI AVEVANO SCELTO, UNO SCRUTINIO IRREGOLARE NON MI HA DATO IL RUOLO DI SINDACO. BROGLI CERTI COL SISTEMA DELLA SCHEDA BALLERINA. IN ALCUNE SEZIONI MANCANO 2MILA VOTI, IN ALTRE SONO STATI REGISTRATI 1.500 VOTI IN PIU’ DE VOTANTI.
L’avvocato Ezechia Paolo Reale va dritto al cuore della questione: ci sono stati brogli alle ultime elezioni, probabilmente con il sistema della scheda ballerina. I siracusani mi hanno scelto come sindaco, ma un scrutinio irregolare mi ha tolto i voti che pure avevo avuto. Ho fatto ricorso e a primavera la verità dovrebbe essere ristabilita e io sarò il sindaco legittimo di Siracusa. Ma vediamo, senza tecnicismi, quello che dice Ezechia Paolo Reale: «Il mio ricorso sui brogli verrà depositato nella prima metà di settembre al Tar di Catania da un professionista del Foro di Messina specializzato in diritto elettorale. Ci aspettiamo una decisione in tempi molto brevi e possibilmente entro la primavera prossima. L’analisi dei verbali ha messo in luce un numero sconcertante di irregolarità. In alcune sezioni mancano oltre 2 mila voti registrati, in altre ne sono registrate circa 1500 in più dei votanti. Parecchie schede sono sparite e quindi è legittimo il sospetto che sia stato attivato in alcune sezioni il meccanismo della scheda ballerina che consente di controllare il voto dell’elettore. Non immaginavo il livello: assoluta inadeguatezza da parte di chi è preposto alla cura della democrazia, cioè alla correttezza del risultato elettorale. Il mio ricorso non tende solamente a vedere confermata una posizione personale che gli elettori probabilmente mi hanno conferito e che uno scrutinio irregolare mi ha tolto, ma vuole essere un monito forte per le successive elezioni. Non possiamo pretendere che il cittadino torni a votare se poi il suo voto viene cancellato o svilito da chi avrebbe il compito di tutelarlo. Insomma le prossime elezioni devono essere regolari, queste sono state certamente irregolari. A primo turno ho ricevuto oltre 20 mila voti, un numero che il sindaco Italia non ha raggiunto neanche
al ballottaggio. Credo che le persone mi abbiano votato per avere dei risultati concreti in difesa dei più deboli e in favore delle zone periferiche e sento il dovere di utilizzare queste ventimila preferenze per portare avanti il mio programma insieme a tutti coloro che lo vorranno. Non interpreto il ruolo di capo dell’opposizione come aggressione precostituita al governo della città ma, al contrario, come capacità di realizzare ciò che alla città effettivamente serve. Non mi sento un sindaco-ombra perché per esserlo oltre alle responsabilità bisogna avere i poteri. Non mi sento neanche capo di una giunta-ombra che non ha motivo di esistere. All’interno della nostra coalizione e soprattutto delle liste civiche che l’hanno animata, abbiamo istituito delle commissioni di studio sui singoli problemi per dare supporto all’attività dei nostri consiglieri comunali e consentire alla città di avere risposte concrete sulle emergenze più evidenti.
Il caso Maniace è un bruttissimo episodio che spero servirà alla città per comprendere i giusti percorsi della sua rinascita. Il problema del bar Maniace non è estetico, su questo voglio essere chiaro. Mi fido del parere della Soprintendenza perché hanno la cultura e i titoli per dire ciò che è conforme ai criteri di tutela dei beni culturali. Il grande problema che emerge dalla vicenda è l’atteggiamento predatorio dei privati sui beni pubblici e il fatto che gli amministratori di tali beni favoriscano questo approccio fraintendendo valorizzazione con speculazione. A Siracusa non è un caso singolo, tanti sono gli affidamenti di beni comuni ad imprenditori privati. La carenza di fondi per tutelarli e
valorizzarli non può più essere una scusa valida per consentirne ad altri una gestione puramente speculativa. Credo che questo sia il vero problema del caso Maniace. In quest’ottica, più che le dimissioni del sindaco, sarebbe opportuno sottolineare la necessità di un cambiamento radicale rispetto alla politica del sindaco Garozzo e l’opportunità che il nuovo sindaco – che pure ha piena responsabilità
degli errori del passato – affronti i problemi che sorgeranno con accenti di verità in modo da evitare gravi cadute d’immagine come quella riportata nel momento in cui la sua difesa ad oltranza del bar Maniace – sia nella conferenza stampa all’Urban center sia su Radio Radicale – si è poi scoperto essere basata su menzogne. Io avrei fermato i lavori non perché mi piaccia o non mi piaccia la costruzione (e a questo punto lo dico: non mi piace soprattutto per la posizione nella quale è stata realizzata), ma perché avrei interamente ripensato alla politica dell’affidamento e della gestione dei beni culturali.
Non penso ad una terza candidatura anche perché credo che il ricorso mi darà ragione. Credo anche che due esperienze elettorali così intensamente vissute siano sufficienti. Anche se un numero sempre crescente di persone continua a chiedermi di non mollare per
poter cambiare un sistema che sta opprimendo la città”.