PIPPO CASCIO: SIRACUSA HA UNA ECONOMIA DEBOLE PER REAGIRE ALL’INQUINAMENTO DELL’ARIA
Pippo Cascio, al Comune è successo quello che ti aspettavi o i siracusani riescono sempre a sorprenderti?
Assolutamente no, pensavo che, questa volta, Ezechia Paolo Reale sarebbe riuscito a raggiungere l’obiettivo. Come nella precedente tornata elettorale, invece, il ballottaggio gli ha dato torto, nonostante avesse sfiorato la vittoria al primo turno. I giochi delle alleanze, al secondo turno, sono sempre un mistero in cui nulla è scontato. I giochi di potere sono sempre dietro l’angolo, anche se mi sembra che alcuni candidati a sindaco, adesso diventati assessori, siano in buona fede e coerenti con la loro identità culturale. Altri un po’ meno…
La Garozzo Band ha sostanzialmente fatto un disastro. Italia accogliendo quattro candidati sindaco è riuscito a vincere. Ora che succede?
Succede che esploderanno le contraddizioni. La sinistra che ha appoggiato Italia, portandolo alla vittoria, è la stessa che ha fatto grandi battaglia per la vivibilità del centro storico, contro l’utilizzazione “usa e getta” di Ortigia nell’esclusiva ottica dello sviluppo turistico. Adesso la convivenza con un sindaco che, nel passato, da assessore al turismo ha avuto una linea del tutto opposta sarà davvero difficile. Ma se sono riusciti ad andare d’accordo Salvini e Di Maio, riusciranno nella convivenza anche i nostri amministratori locali.
Artisti con cachet abituale di 300-500 euro hanno invece avuto da un candidato cinquemila euro un mese e anche pochi giorni prima dal voto..
E’ una vecchia storia, che si ripete ad ogni elezione. Al di là degli schieramenti politici, chi ha il potere lo utilizza, machiavellicamente, secondo i propri obiettivi. Inoltre, il settore degli spettacoli è perfetto per questo tipo di operazioni, perché la congruità dei prezzi è assolutamente soggettiva e la discrezionalità è ormai la regola. Pe convalidare questa teoria, basta verificare, anche a livello nazionale, come uno stesso artista venga pagato in maniera diversa a seconda delle piazze in cui si esibisce e della disponibilità economica delle diverse amministrazioni locali.
Lavoro manco a parlarne?
Il problema dell’occupazione non può essere certo risolto dalle amministrazioni locali. I sindaci non hanno responsabilità e competenze specifiche, per cui la questione va affrontata con una strategia d’intervento che investa il governo nazionale. I sindaci, però, hanno l’obbligo di lenire i mali della disoccupazione, con politiche sociali che tengano conto delle nuove povertà e delle esigenze delle famiglie. La riforma del Titolo Quinto della Costituzione, peraltro, potenzia, con il principio di prossimità, il potere di intervento delle amministrazioni locali. Certo ci vogliono assessori alle politiche sociali all’altezza della situazione, e, fino ad oggi, non è stato certo il caso di Siracusa.
L’aria inquinata? Ci sono iniziative di volontari, ma andiamo sempre peggio
L’inquinamento è uno di quei fenomeni che si percepisce quando ormai è troppo tardi, quando i danni sono ormai irreversibili sull’ambiente e sulle persone. E ciò che sta accadendo a Siracusa, per anni devastata dalle industrie ed oggi con un’economia troppo debole per reagire adeguatamente. Così, la gente continua a morire tra l’indifferenza generale, che si è trasformata in abitudine al male estremo. Sensibilizzare l’opinione pubblica per stimolare le capacità di difesa delle comunità locali dovrebbe essere compito del sindaco e della giunta. La comunicazione sociale, però, non è certo un punto di forza del Comune di Siracusa, che continua a sfornare, a ritmo da ciclostile, archeologici comunicati stampa nell’era della comunicazione globale, in cui metodologie e tecniche ormai da anni puntano su tutt’altro.
I portatori di voti continuano ad essere eletti…
Se non cambia la maniera di fare politica, di contattare l’elettorato, di coinvolgere la società civile sui grandi temi dello sviluppo sostenibile la rappresentanza in Consiglio comunale continuerà ad essere il risultato di accordi che passano sulla testa della gente. E, fino ad oggi, mi sembra che sia cambiato molto poco.
Dopo la riapertura continua la gestione casareccia del teatro comunale
I teatri comunali rappresentano l’anima delle città. Dalla loro attività si evince la vitalità culturale delle comunità locali, la tensione etica di chi li frequenta. Sulla base di questi parametri, Siracusa è un’anima morta, con un teatro che non ha ancora una gestione definitiva, incompleta e senza un cartellone degno della fama della città. E, quel che è peggio, con un costo d’accesso all’utilizzazione della struttura assolutamente spropositato, che blocca sul nascere qualunque iniziativa. Una gestione, anche se casereccia, dovrebbe prevedere una programmazione, che in questo caso manca del tutto.
Dello spoglio elettorale del 10 giugno, verbali in bianco, preferenze in esubero e altro, che idea ti sei fatto?
L’idea di dilettanti allo sbaraglio. Non credo ci sia stata malafede, ma solo inesperienza ed incapacità. Ormai la politica si è così tanto dequalificata da far fare un passo indietro a chi, nel passato, per impegno civile (non certo per soldi) accettava di fare il presidente di seggio, forte di esperienza sul campo e di grande qualificazione professionale. Adesso, invece, siamo in caduta libera.
Da uno che come giornalista ne ha viste tante, che consiglio daresti a maggioranza e opposizione?
Ho visto passare davvero tante amministrazioni. Ci sono sindaci (uno per tutti Concetto Lo Bello) che ricordo con piacere per l’attaccamento alla città, altri che sono precipitati nell’oblio subito dopo la loro esperienza amministrativa (ed in questo caso preferisco non fare nomi, anche perché sarebbe in tanti). Da giornalista, aprioristicamente, non sono né a favore, né contro i governi locali, Valuto i fatti e cerco di dare il mio contributo d’analisi nel segno del bene comune. Per questo ritengo che maggioranza ed opposizione, davanti ad un malato terminale come Siracusa, abbiano il dovere di mettere da parte guerre per bande e rivalità, collaborando per trovare soluzioni che leniscano il grande malessere che coinvolge le fasce più deboli della popolazione.
Siracusa è quella che vediamo o è anche una città sfortunata?
Siracusa è una città molto sfortunata, che marcia al minimo tecnico, mentre avrebbe grandi potenzialità per correre veloce sulla strada maestra dello sviluppo economico e sociale. Balzare agli onori della cronaca per essere un “caso” di malaffare di livello nazionale; avere una gestione del teatro greco che si occupa (anche se poco e male) della stampa internazionale, senza riuscire poi a comunicare con la città; avere un sevizio d’igiene urbana tra i più disastrati d’Italia (tanto per fare qualche esempio) la rende non semplicemente sfortunata, ma proprio bersagliata dalla malasorte. L’antidoto contro il malocchio? E’ molto semplice ed è stato anche promesso da tutti i candidati a sindaco, in campagna elettorale: discontinuità con il passato, ascolto della comunità locale e capacità di interpretare le reali esigenze della gente. Fatto questo la dea bendata tornerà a sorridere.