Politica

OGGI MI SONO SVEGLIATO SINDACO, MA QUELLA TELEFONATA HA ROVINATO TUTTO

Oggi mi sono svegliato Sindaco di Siracusa cioè, a dire il vero, provo ad immaginare cosa vuol dire essere un candidato e poi, l’eletto Sindaco di Siracusa. La prima sensazione che provo è che, al di là delle parole e delle cose che dico o che mi dicono, se mi guardo allo specchio, vedo sempre me stesso. Ed è la prima delusione perché essere candidato Sindaco è una figata. Vuoi mettere uscire da casa e girare per una Città tappezzata dal tuo viso bello e sorridente; facce di tutte le misure: Cartelloni 8×4, 6×3, 1×0,60, fino ai “santini” tascabili stampati in decine di miglia di copie cioè, cento volte di più dei possibili voti che prenderò.

Sono felice. Se non faccio caso a coloro che mi sfottono, a quelli che senza conoscermi mi definiscono stronzo, agli invidiosi che già sono certi della mia sconfitta, il mio ego è arrivato alle stelle e sono già contento di questa notorietà. La sensazione più bella è che una candidatura è decisa di solito nel salotto di casa, al più in soggiorno, discutendone con gli amici di sempre e con tua grande goduria per avere già conquistato la leadership dei soliti quattro amici. Poi ci sono i consensi di chi non ti aspetti che, per amore o per interesse personale, ti dicono che ti voterà e ti farà votare. Se tra gli sponsor c’è l’amico medico o, l’avvocato o il consulente, sei già a metà dell’opera perchè queste figure professionali, si dice che portino un sacco di voti. Certo, essere sponsorizzato da un muratore o da un elettricista non è una gran cosa. Saranno pure brave persone che ti votano, anche se non ti suonano le trombe ogni giorno per fartelo sapere ma, non è elegante, non è scic, insomma quel voto lo voglio ma meglio non dirlo a voce alta. E poi ci sono le riunioni, i dibattiti, le conferenze stampa, i passaggi in televisione, le interviste.

La goduria del candidato è indescrivibile perché il rito prevede che, dopo ogni evento, ci sono sempre i soliti amici che ti leccheranno per dirti quanto sei bravo, bello e buono. Ovviamente, da candidato, mi piacerebbe aver un dossier segreto di tutti i miei avversari per poterli “ fottere” intervenendo sui loro punti deboli che, non è una cosa molto legale, ma sappiamo bene che a Siracusa in politica, le schifezze si vendono a tanto al chilo e non succede mai niente. Al massimo può scattare qualche piccola inchiesta della magistratura che, dopo anni d’indagini e processi, il più delle volte, finisce in una prescrizione se non in un’assoluzione per non avere commesso il fatto perché, dare del cretino a qualcuno e si dimostra che il qualcuno è veramente cretino, non è un reato. Peccato che la campagna elettorale dei candidati a Sindaco, ufficialmente duri solo un mesetto o giù di lì, perché il gioco è bellissimo e per il tempo che dura, ti senti un semi Dio ma, tutti giochi devo pur finire e siamo giunti all’ultimo miglio.

Il giorno delle elezioni. Io ho dato per scontato che vincevo al primo turno ma, un eventuale ballottaggio non è neanche tanto male. In fondo, altri quindici giorni di visibilità non sono niente male per il mio ego che è già arrivato così in alto che, non lo vedo più neanch’io. Finalmente mi hanno eletto Sindaco! Vuoi mettere le feste con lo spumante sotto il Vermixio? Anche il bagno a mare alla Marina non è male. Baci e strette di mano a più non posso. Abbracci! E le mangiate di ringraziamento dove le mettiamo? Per una notte tutto o quasi, è consentito.

Mi sveglio l’indomani delle elezioni, abbastanza rimbambito ma altrettanto felice, gasato, pronto per le ritualità della proclamazione e squilla il telefono: “ Ti volevo fare gli auguri e ricordarti che gli amici ti hanno votato e si aspettano grandi cose da te. Ti do un consiglio. Non ti dimenticare degli amici”. Sarò pure rimbambito e leggermente euforico ma questa telefonata avrei voluto che non ci fosse perché, se il maresciallo che è stato preposto all’intercettazione del mio telefono  ha capito bene, vuoi vedere che penserà che io sarò il Sindaco di una Città un pò mafiosa? Peccato, il sogno era andato bene fino a prima della telefonata, vuol dire che mi giro dall’altra parte del letto e proverò a sognare un finale più bello.

Enrico Caruso