CANDIDATI IL 50 PER CENTO DEGLI USCENTI. DI QUESTI TEMPI CI VUOLE FACCIA DI C..O
Di questi tempi non ci sono molti argomenti di cui parlare in quel di Siracusa ed è predominante il dominio della politica su tutto. Senza dubbio alcuno, tra qualche settimana dovremo scrivere dei nuovi Consiglieri Comunali che saranno 32 e contestualmente, dovremo scrivere dei 576 siracusani che non saranno eletti e che si chiederanno come mai non ce l’hanno fatta o punteranno il dito su qualcuno o qualcosa che, secondo loro, gli ha impedito il successo elettorale. Qualcuno se ne farà una ragione, qualcun altro piangerà e s’incazzerà per un pò di tempo e ci sarà pure chi tirerà un bel sospiro di sollievo per la fine della competizione elettorale.
I magnifici sette (che non è il titolo del film western di Sergio Leone) candidati a Sindaco di Siracusa Midolo, Granata, Reale, Moschella, Randazzo, Italia e l’unica e sola rappresentante femminile, Russoniello, per adesso, fanno i bravi ragazzi e tutti parlano bene dei loro avversari oppure non ne parlano per niente ma, evitano elegantemente di accoltellarsi in pubblico, come probabilmente avverrà con l’avvicinarsi della giornata di votazione del 10 giugno. La novità, se così la vogliamo definire, è che i candidati a Sindaco, cinque su sette, si sono resi disponibili a un confronto pubblico dove alla fine del dibattito la cosa che più ha ricordato dell’evento chi ha assistito, sembra siano state le varie tipologie di calzature indossate dai candidati. Tutte molto sportive, quasi a indicare che tutti fossero pronti alla corsa verso non si sa bene dove. Le male lingue hanno trovato coerente che il dibattito fosse stato fatto prevalentemente con… i piedi!
Altra cosa che si è notata, è stata l’assenza del candidato leghista Midolo e della candidata cinque stelle Russoniello che, forse, così hanno voluto così ribadire come loro fossero un tutt’uno con Roma è potrebbero essere futuri alleati anche a Siracusa, quando uno dei due diventerà Sindaco.
Siccome mi sono azzardato a dire questa cosa a un gruppo di amici al bar, mi hanno letteralmente subissato di pernacchie e qualcuno, senza riuscirci, ha provato pure a prendermi a calci. Il Toto-Sindaco dice che in questa prima fase, i candidati che potrebbero facilmente andare al ballottaggio sono Ezechia Paolo Reale e Fabio Moschella, non fosse altro perché Gino Foti ha già fatto la sua puntata e “pendola” tra l’uno e l’altro, in attesa di lanciare l’affondo finale per uno dei due candidati. Fabio Granata ha presentato una squadra di governo della Città che meriterebbe una migliore sorte, piuttosto che amministrare una piccola Città di provincia del Sud Italia, corrotta, sporca e un pò mafiosa. Praticamente vola alto. Talmente alto che se cade si fa male.
Giovanni Randazzo è l’alieno che non ti aspetti di vedere, quello che ti chiedi: “ ma chi c’ià spicckia”? Uno che parla di lealtà nella Città di Gettonopoli, nella Siracusa dove tanti Consiglieri sono indagati per truffa alle casse del Comune per aver mistificato un lavoro che forse non avevano ma buono per farsi pagare gli stipendi dai siracusani. Anche Francesco Italia sembra arrivare dal nulla, dal non previsto, dall’improvvisazione. Sembra quasi un condimento buono per tutto: per la pasta, per l’insalata, per un panino, pure per una granita e brioche, dove Lui è intercambiabile, una volta granita, l’altra brioche. Fare politica non è per tutti e più che cervello, di questi tempi ci vuole faccia e se si ha la faccia come il culo, il gioco è fatto perché si è aggiunta anche la fortuna che non guasta mai.
Tutti questi candidati a Sindaco saranno accompagnati da ben 19 liste di candidati al Consiglio Comunale e tra i 608 candidati, sorpresa delle sorprese, troviamo nomi di ex che si ripresentano e più esattamente, un buon 50% dei consiglieri uscenti e molti provenienti dalle Circoscrizioni che non ci sono più. Ci sono anche alcuni dei protagonisti di Gettonopoli a cui manca solo che nei manifesti, accanto alla loro faccia, scrivano il motto del Marchese del Grillo: “ io, sono io e voi non siete un cazzo”.
Tutto sembrerebbe logico, lineare, un po’ meschino ma, coerente.
Enrico Caruso