Politica

VALERIA TROIA: CREDO CHE SARA’ UNA CAMPAGNA ELETTORALE EDUCATIVA

Un tecnico prestato alla politica, mamma in servizio costante, esperta nella progettazione europea e, adesso, alla guida di un movimento civico che mette insieme uomini e donne che si sono conosciuti negli ultimi tre anni.

“Sì, diciamo che questa è la sintesi di parte della mia vita”, racconta Valeria Troia, 37 anni, laureata in Pedagogia all’Università di Bologna con un Master in Progettazione Europea, consulente in Europrogettazione per Enti Locali ed Enti privati, giovane imprenditrice nel settore delle Energie rinnovabili.

“Molte esperienze che mi hanno formata dopo la laurea – racconta riferendosi al rientro a Siracusa dopo l’esperienza emiliana – Cooperative sociali, gruppi, formazione, anche tirocinio con i minori in centri di recupero. Un percorso che mi ha consentito di continuare quanto ho appreso durante il periodo accademico.”

Guarda al modello Emilia Romagna e non nasconde di essersi ispirata a esperienze e novità avviate in quella terra.

“Credo che bisogna sempre guardare altrove – continua – ma non perché ci si debba sentire inferiori. L’osservazione aiuta a vedere modelli trasferibili anche nella nostra realtà. Si impara e si cresce. Per diventare modello bisogna migliorarsi e questo lo si può fare grazie alle competenze che abbiamo, allo studio e alla capacità di farsi contaminare da altre realtà.”

Assessore per mille giorni della giunta Garozzo, ha poi lasciato nonostante il grande apprezzamento cresciuto in città grazie al suo impegno per le politiche scolastiche e l’innovazione. Confermerebbe anche oggi quelle dimissioni?

“Ritengo che ogni cosa abbia il suo tempo – sottolinea – Ho sempre ringraziato il sindaco per avermi concesso di operare e di portare avanti una politica che ha coinvolto i cittadini. Le dimissioni sono state un atto di coerenza e rispetto nei confronti di quelle tante persone che hanno condiviso un percorso diverso da quello abituale.”

Perché è stato diverso?

“Perché la gente vuole sentirsi coinvolta – ripete come un mantra – Le città possono cambiare solo se le cambiano i cittadini. Credo che questa città ha dimostrato di non essere indolente e rassegnata. C’è voglia di fare e di darsi.”

Lei ha lasciato il PD alla vigilia del voto del 4 marzo, poi ha fondato un movimento civico, è stata indicata come possibile candidata a Sindaco e ora ha detto sì alla coalizione che sostiene Fabio Moschella sindaco con il Partito Democratico. E la coerenza di cui sopra?

“Non sono mai stata candidata a Sindaco – precisa Valeria Troia – Insieme ai compagni di viaggio di Prossima non abbiamo mai presentato nessuna candidatura. Siamo partiti dalle esigenze della città, ascoltando le persone anche attraverso una campagna virale che abbiamo ribattezzato Camaffari. Il PD l’ho lasciato perché l’ho sentito distante dalle mie corde. Ne sono stata componente dell’assemblea nazionale, ma credo che si siano perduti il contatto con la gente e la capacità di presentarsi uniti sugli obiettivi.

La mia coerenza l’ho marcata con Prossima. Siamo in tanti e crediamo nell’impegno civico; entusiasmo che abbiamo ritrovato anche in Fabio Moschella e in quelle altre parti della coalizione che lo sosterranno. La coerenza è non farsi sopraffare dalle vecchie logiche di ruoli e ricerca dei ruoli a prescindere. A Prossima siamo in tanti e ognuno di noi ha un bagaglio di esperienza non indifferente. Abbiamo solo deciso di metterci a disposizione della città.”

Sì, tutti a disposizione della città ma le novità sembrano poche.

“Non credo. Si percepisce una voglia di civismo. Non bisogna, naturalmente, demonizzare nessun partito; credo sarà una campagna elettorale educativa sotto molti punti di vista. Per i partiti rimasti, per alcuni politici di vecchia data, per quei giovani che si vogliono spendere. Ritengo che l’unica strada percorribile sia quella del pieno coinvolgimento delle persone. Dai più piccoli agli anziani. La città possono spiegartela loro e chi fa politica dovrebbe, a volte, ricordare di essere innanzitutto un cittadino”.

Senta, mi dica la verità, ma lei a tutto questo entusiasmo ci crede veramente?

“Molte volte l’entusiasmo viene affiancato agli sprovveduti e ai visionari. Ritengo che l’entusiasmo sia necessario per coinvolgere chi ti sta accanto. Ognuno di noi ha atteggiamenti diversi, sensibilità e tempi diversi. Ci si entusiasma quando si lavora insieme, si sviluppano idee e iniziative. Credo che una buona dose di entusiasmo aiuti ad affrontare meglio le cose. Le stesse difficoltà di una campagna elettorale bisogna aggredirle; mai farsi prendere dallo sconforto. Questo atteggiamento merita pochi secondi, poi bisogna ripartire”.

Sono tutte così le persone che frequenta?

“Non tutte, e anche io ho i momenti in cui freno. Ma la bellezza di una comunità, che sia un movimento oppure un quartiere, sta nel comprendere che bisogna mettersi a tirare il convoglio quando qualcuno arranca. Serve sempre una locomotiva e guai a sentirsi sempre alla testa.”