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ELENA CALIGIORE: LA VERITA’ NON PIACE ALLE FINTE ANIMALISTE

Vi ricordate la canzone di Antoine: “Se sei buono, ti tirano le pietre … Se sei bello, ti tirano le pietre … Se  sei brutto,  ti tirano le pietre … sarà così finché vivrai … Sempre pietre in faccia prenderai !!!”. Ebbene a Siracusa   per essere definite  volontarie animaliste devi avere un IBAN , una PostePay e Paypal. Dopo averle pubblicate  in Facebook,  puoi cominciare a postare foto di cani massacrati, cuccioli abbandonati, gatti seviziati – non importa se le foto le cerchi in Internet ed il cane  o gatto massacrato era stato fotografato in Cina o in  Papuasia – l’importante è scuotere le tasche  degli allocchi  che poi ti mandano denaro. Magari  poi con quei soldi fai altro e non aiuti i cuccioli ma  te li vendi, insomma sulla loro pelle ci guadagni. Magari li mandi in stallo a Milano e poi spariscono, magari trovi il veterinario consenziente che  e‘ consapevole  che ti sta intestando decine di cani con il microchip e non ti chiede cosa ne fai di tanti cani. Non ti chiede che fine  fanno. Non informa l’ASP di competenza per avvertire di questi numerosi   cani  che  certe volontarie si intestano e  non chiede una verifica delle denunce di ritrovamento. Non ti invita a segnalare  e   fare sterilizzare la cagna o le cagne che hanno partorito e  che magari sono in uno stallo segreto per  fare appunto cucciolate. Tutto fila liscio  se non c’è la ‘cattiva’ di turno che fa notare certe anomalie del mondo malato animalista e  di finte volontarie! Ma secondo queste  ‘passacani’  io non sarei volontaria. Infatti non ho PostePay, non ho Paypal, non posto l’Iban dove  viene versata la mia pensione di ex docente. Per queste ‘signore’  avrei rubato  per una vita i soldi allo Stato  e adesso secondo loro  sono dedita a costruire villette, sempre con i soldi rubati allo Stato. Apprendo solo adesso che le insegnanti siamo ricche e le nostre pensioni sono sufficienti a costruire  villette. Insomma le pietre  loro (le volontarie autonome ma che vivono e agiscono in branco) le  tirano, peccato che  non mi scalfiscono trattandosi di grossolane falsità.  Anzi  mi stimolano a raccogliere altre prove  sul loro traffico di animali.

A nessuno importa se le sante animaliste volontarie autonome di Siracusa  poi con i soldi che chiedono per i cani  vanno dal parrucchiere a farsi stirare i capelli, a farsi le meches, vanno a passare la serata in discoteche milanesi e tanto altro! Nessuno si pone il problema, l’importante è raccattare pietre per lapidare chi le  ha ‘sputtanate’. Per restare in tema, ma  queste volontarie autonome di Siracusa, non potrebbero fare il mestiere più antico del mondo? Fareste meno danni  soprattutto agli animali e a chi li ama realmente. Eppure queste ‘passacani’  sono sfacciate, si mostrano persino  in riunioni  alla presenza di candidati sindaci, stanno al tavolo della presidenza con qualche  canuzzo di razza in mano. Qualche altro cane, rigorosamente di razza lo hanno a casa  e però  … si dichiarano amici degli animali, volontarie autonome  di Siracusa. Millantano in giro di essere state  guardie zoofile di un’associazione nazionale (falso!) e  continuano a  usare i randagi per i loro traffici e per lucrare. Noi  come  settimanale ‘I Fatti di Siracusa’, dopo mesi, restiamo ancora pazientemente in attesa di aver l’accesso agli atti per capire dove sono i  tanti randagi, quelli di quartiere  e quelli   passati dalle mani di certe  volontarie siracusane e spariti al Nord!! Le direttive del Ministero sono chiare e la recente Ordinanza  Regionale sulla mobilità dei cani e gatti  è altrettanto  chiara. Forse per questo la contestano!! Il mancato rispetto della normativa in vigore sulla mobilità dei  cani e gatti e sulla iscrizione all’anagrafe canina (e felina) non è dovuto solo a chi vuole lucrare su queste creature ma anche a veterinari consenzienti e a chi ha il dovere di verificare ciò che da anni si vocifera su certo volontariato. Evidentemente  chi dovrebbe verificare non lo fa con rigore e regolarità, magari così favorendo qualcuno! Queste pseudo volontarie ci definiscono pubblicamente in maniera offensiva e noi rispondiamo che faremo rispettare, come sempre, la normativa Costituzionale sul Diritto /Dovere  all’Informazione. Questo facciamo da sempre con rigore e documentazione!!!

Elena Caligiore