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CARUSO: A SIRACUSA CHIUDONO 804 IMPRESE ARTIGIANE E I CANDIDATI DICONO MINCHIATE A RUOTA LIBERA

Finita la settimana dei preamboli, ci avviamo a grandi passi verso il 10 giugno per l’elezione del nuovo Sindaco di Siracusa e occorre registrare che tutti i candidati Sindaco, hanno fatto la loro brava conferenza stampa di presentazione del candidato, degli assessori e in alcuni casi, anche dei nomi dei consiglieri in lista. Tutto secondo copione e tutto dentro i termini previsti dalla Legge che impone di fare tutte le presentazioni e registrazioni entro i quarantacinque giorni prima della data fissata per  le votazioni. S’incominciano anche ad intravvedere i programmi elettorali e per chi ha pazienza di leggerli, diventa più chiaro cosa ha in mente di fare, se eletto, ogni singolo candidato. Non che i programmi siano stati rispettati al 100% in passato ma, indubbiamente, diventa più chiaro che idea di città mette in campo ogni singolo candidato a Sindaco.

Per le notizie sin qui raccolte tra i vari candidati, in tutti i programmi trovano qualcosa da condividere e qualcuno è anche ripetitivo o condivisibile con altri schieramenti. Non è difficile affermare che tutti vogliono occuparsi di lavoro, di come promuoverlo, di come rilanciarlo e a leggere i programmi, viene da riflettere sul perché il Sindaco Garozzo, uscente e ricandidato, non abbia pensato alle ricette che da più parti si propongono per il lavoro che oggettivamente, non sono nulla di nuovo rispetto a quello che abbiamo sentito dire in passato.

Una delle cambiali che il Sindaco uscente lascia ai suoi successori o a se stesso se rieletto, è ad esempio che tra il 2016 e il 2017 a Siracusa, si sono perse 804 imprese artigiane, numero che è denunciato dal Presidente di Casartigiani Michele Marchese, leggendo i dati del Registro delle Imprese pubblicati da Unioncamere. Un numero che si ricava dai dati di registrazione di nuove imprese pari a 3581 a fronte di 4385 cessazioni e che rappresenta un dato drammatico per l’asfittica economia siracusana, perché arriva dopo dieci anni di crisi economica e dopo che l’ISTAT ci fa sapere che l’Europa e l’Italia sono in ripresa, come a dire che Siracusa in queste dinamiche di sviluppo non c’è.

Lo scorporo dei dati non lascia scampo a valori negativi in tutti i comparti, dalle costruzioni ai trasporti, dalla ristorazione all’autonoleggio ecc.

E’ quindi bellissimo sapere che ci siano nove candidati a Sindaco di Siracusa; è altrettanto bello sapere che 600 o 700 candidati al Consiglio Comunale sono mossi dal sacro fuoco del servire la Città e i suoi cittadini; è interessantissimo leggere che tutti questi candidati sono portatori sani di proposte per incrementare il reddito della Città e dei siracusani; è sconfortante che tutto questo fare e dire siano solo chiacchere! 804 imprese artigiane in meno nel tessuto urbano della Città sono numero drammatico che coinvolge migliaia di persone, oltre il singolo artigiano sparito e questo numero, fa il paio con una Camera di Commercio che non c’è più e che il Presidente Agens della nuova Camera del Commercio del Sud Est, ha dichiarato che per l’edificio camerale di Siracusa, il futuro che si prospetta è quello di farlo diventare una specie di Palazzo dei Congressi.  Non so perché ma, a queste dichiarazioni, mi è venuto in mente il Cine Teatro Verga e se la matematica non è un’opinione, di buco nell’acqua a Siracusa ne basta uno, due sarebbero troppi. Il tempo dei proclami è finito da un po’ e se non vogliamo continuare a contare le attività che spariscono, oltre alle belle parole servono persone oneste e capaci per competere alla conquista del governo della Città di Siracusa.  I candidati a Sindaco sono sempre 9 o forse qualcuno in più. Anche qui la matematica ci aiuta a capire: se il candidato è uno, la cazzata vale uno; se i candidati sono 9, le cazzate si moltiplicano per nove con l’incremento del 3,14  che porta ad un numero infinitesimale di fesserie.

Non sono molto bravo in matematica ma, raccontata la storiella come la racconto io, posso andare a braccetto con Archimede perché in fondo, Siracusa persa è e persa rimane. Cartia docet.

Enrico Caruso