Politica

PROSPERO DENTE: IL PRIMO TURNO DELLE AMMINISTRATIVE DI GIUGNO SARA’ COME LE PRIMARIE

Due chiacchere con Prospero Dente, giornalista e documentarista, Segretario provinciale di Assostampa Siracusa, nonché Componente del prestigioso Comitato Scientifico del Museo Leonardo da Vinci e Archimede. La prima domanda è relativa alla non facile fase politica che stiamo vivendo. Da poco si sono concluse le elezioni nazionali.
1. Qual è, a suo avviso, lo scenario che si prospetta in città, in relazione alle prossime scadenze elettorali?
«Le Amministrative hanno sempre qualcosa di diverso rispetto alle Politiche. Dinamiche diverse, maggiore personalizzazione della scelta, variabili sulle alleanze visibili e, soprattutto, su quelle nascoste. Sarà una competizione forse anomala con un primo turno che, probabilmente, rappresenterà una sorta di primarie generali. Vedo una riscoperta del valore civico e questo lo ritengo interessante. Il cittadino deve riappropriarsi del proprio ruolo. Essere soggetto politico a tutti gli effetti. Comprendere che è l’unica autentica forza per migliorare le cose. “Il cambiamento, disse Obama nel suo discorso di saluto alla fine del suo mandato, arriva solo quando le persone comuni sono coinvolte, impegnate, e unite nell’esigerlo.»
2. Il suo personale bilancio sull’attuale Amministrazione, giunta ormai alla fine del suo mandato che, tra luci ed ombre, ha avuto sostenitori ma anche tanti detrattori. Ci sono stati, ritiene, dei risultati positivi? E se si, quali? Cosa andrebbe invece cambiato o migliorato?
«C’è stato entusiasmo, almeno nella prima parte del mandato. Poi qualcosa è cambiato; sicuramente negli equilibri che avevano creato questa maggioranza e anche nell’approccio di alcuni suoi componenti con la città. Un difetto caratteriale che molto spesso si paga. Resta, indubbiamente, la coerenza mostrata nella vicenda giudiziaria, la fermezza nel difendere la città dal default. Ma non so se possa bastare, oggi, per chiedere nuova fiducia. Qualcosa sembra essersi rotto.»
3. Il prossimo Sindaco di Siracusa, a suo avviso, che caratteristiche dovrebbe avere e perché.
«Credo che ogni Sindaco debba avere coraggio e capacità di fare sistema. Non sono doti comuni e diffuse. Sono innate e, nel secondo caso, frutto di esperienza. Credo, comunque, che la capacità di ascolto sia fondamentale. Recepire le istanze senza chiudersi nel Palazzo e avere la voglia di condividere il progetto per la città. Chi guiderà Siracusa dovrà farlo insieme ad altre 120 mila persone e agire ogni volta per dare un senso ad ognuno di loro.»
4. Sono assolutamente convinta che la ripresa di Siracusa passi attraverso la valorizzazione della sua vocazione turistica. Belle coste, paesaggi mozzafiato e tanta, tantissima cultura. Cosa andrebbe fatto, secondo lei, in questa direzione.
«Parlarne di meno e programmare. Troppe parole e troppi ragionamenti tra i soliti noti. In molti rappresentano se stessi e partecipano a questo o quel tavolo. La nostra debolezza è il protagonismo, il singolarismo. Spendiamo parole vuote per provocare solo un rumore verbale. Manca la sostanza. Sento parlare di turismo e delle sue potenzialità da oltre trent’anni. Bisogna programmare dopo avere studiato il territorio ed essersi confrontati con altre realtà. Non è una mortificazione. Imparare aiuta. Il turismo non dobbiamo subirlo, dobbiamo comprenderlo, indirizzarlo e metterlo a sistema con tutti i settori produttivi della città.»
5. La stampa a Siracusa: corretta e super partes lettura degli accadimenti, prese di posizioni à la page, “stampa libera in libera censura” o cos’altro ancora?
«La stampa siracusana vive la crisi della stampa mondiale. È un settore che sta mutando e sta trasformando la professione. Probabilmente ce ne siamo accorti troppo tardi. E ora siamo in fase di recupero; ma non sarà semplice. Il giornalista non deve mai dimenticare di essere un cittadino che deve raccontare i luoghi che vive e abita. Non citiamo maestri o simboli del giornalismo, facciamo il nostro lavoro e, soprattutto, facciamo comprendere a molti personaggi improvvisati che esistono grazie a chi li mette in pagina. E credo di poter dire che, nei tanti anni trascorsi a scrivere, tante volte abbiamo esaltato e reso leggibili improbabili personaggi. La stampa è, in parte, quello che offre il territorio; e non mi sembra che siamo messi proprio bene.»
Carmen Perricone