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ORAZIO MAGLIOCCO: NON SEMPRE LO ZUCCHERO E’ DOLCE, VI SPIEGO COME PREVENIRE IL DIABETE MELLITO

Abbiamo chiesto al dottor Orazio Magliocco, specialista Medicina Interna e malattie sistemiche e metaboliche. Diabetologo, Geriatra, Eco color Doppler, Vascolare tronchi sovraortici ed arti inferiori, terapia del dolore, osteoporosi. Dirigente Medico presso Ospedale Trigona di Noto, un articolo per spiegare la maniera migliore di fare prevenzione per quanto riguarda il Diabete Mellito. Ecco il suo intervento:

Il termine Diabete deriva dal greco “passare attraverso” e Mellito dal latino “dolce come il miele” ed identifica una malattia per cui la concentrazione di zucchero nel sangue è così elevata da poter attraversare i reni ed essere riscontrata nelle urine.
Il Diabete Mellito è una patologia endocrinologica caratterizzata dall’aumento della concentrazione di glucosio nel sangue dovuta ad un difetto nella produzione o nella funzionalità dell’insulina, ormone secreto a livello del pancreas e indispensabile per il metabolismo degli zuccheri. Nel Diabete Mellito, l’alterazione del metabolismo glucidico ( Zuccheri ) si associa ad alterazione del metabolismo lipidico (Grassi ) e protidico ( Proteine ) determinando complicanze cardiovascolari pericolose per la vita.
L’Ordine Mondiale della Sanità differenzia due principali tipi di diabete:
Il diabete di tipo 1, caratterizzato da mancanza di produzione di insulina, ed insorge prevalente in età giovanile; il diabete di tipo 2 caratterizzato da inefficiente utilizzo dell’insulina presente nell’ organismo, in quantità eccessive.
Mentre il Diabete di tipo 2 è potenzialmente prevenibile, agendo sulle cause e i fattori di rischio di insorgenza, il Diabete di tipo 1 ha meccanismi di azione non ancora noti e non è possibile adottare strategie di prevenzione che abbiano successo.
Il diabete di tipo 2 è molto più comune del tipo 1, rappresenta la maggioranza dei casi di diabete in tutto il mondo (circa il 90%). Una maggiore circonferenza addominale (girovita) ed un alto indice di massa corporea sono associati a rischio di
diabete di tipo 2, sebbene il rapporto possa variare tra una popolazione e l’altra; inoltre i
casi di diabete di tipo 2 nei bambini, in passato rari, stanno aumentando in tutto il mondo.
La prevenzione è da considerarsi il metodo più efficace per scongiurare l’insorgere del
Diabete di tipo 2 ed è molto più terapeutico di qualsiasi farmaco.
Studi come il Diabetes Prevention Program e il Finnish Diabetes Prevention Study, dimostrano inequivocabilmente che un’alimentazione sana e l’esercizio fisico permettono di ridurre del 58-60% il rischio di diabete per persone predisposte allo sviluppo della malattia.
I fattori di rischio che individuano una persona a rischio di diventare diabetica sono:
– età superiore a 45 anni
– sovrappeso (specialmente se localizzato all’addome)
– vita sedentaria
– parentela (a maggior ragione se di primo grado) con un diabetico
– per le donne aver partorito un figlio di peso superiore a 4 Kg o aver sofferto di diabete gestazionale
– riscontro di glicemia a digiuno alterata (fra 110 a 125 mg/di)
– ipertensione arteriosa
– appartenenza a gruppi etnici ad alto rischio (ispanici, asiatici, africani).
– Neonati che pesano alla nascita più di 4 kg o meno di 2,5 kg sono più a rischio di
sviluppare insulino-resistenza e diabete di tipo 2 da adulti.
Circa 422 milioni di persone nel mondo hanno il diabete e la diffusione di tale patologia è
direttamente proporzionale al numero di persone obese o in sovrappeso.
Lo stile di vita della società occidentale, caratterizzato da vita sedentaria, costante stress
lavorativo – sociale, scorretto introito alimentare, consumo di pasti veloci ed ipercalorici,
si ripercuote negativamente sul metabolismo.
Comportamenti quotidiani corretti come alimentazione equilibrata e attività fisica regolare
consentono di prevenire la progressione da prediabete a diabete in una misura variabile
dal 40 al 60%, dopo un periodo di trattamento di 3-6 anni, e ridurre il rischio di complicanze micro e macrovascolari, come Infarto Cardiaco ed Ictus Cerebrale.
Lo studio americano Diabetes prevention program (Dpp) e lo studio finlandese Diabetes
prevention study indicano le linee di azione che dovrebbero essere seguite per un virtuoso
stile di vita.
I protocolli di entrambi gli studi prevedono riduzione del peso corporeo contenuta, dell’ordine del 5-7%; riduzione del contenuto di grassi totali della dieta al di sotto del 30% dell’apporto calorico totale, con preferenza per i grassi insaturi (omega-3) e monoinsaturi (acido oleico) ed consumo di grassi saturi di origine animale al di sotto del 5%; aumento dell’apporto di fibre eguale o superiore a 15 g/die ed attività fisica moderata di almeno 30 minuti al giorno.
L’effetto benefico ottenuto da un corretto stile di vita persiste a distanza di molti anni, dal
termine dell’intervento attivo.
L’impiego di alcuni farmaci (metformina, acarbose, pioglitazone) possono prevenire, in
una certa misura, la progressione dal prediabete al diabete, ma, a differenza degli interventi sullo stile di vita, non è esente dal rischio di effetti collaterali e l’effetto benefico è limitato al periodo di assunzione del farmaco.
In fondo si tratta di passeggiare almeno 30 minuti al giorno, su superficie piana.
L’attività fisica regolare e costante, riduce l’insulinoresistenza e favorisce il consumo delle
calorie introdotte, mentre una dieta equilibrata, permette di assimilare nutrienti essenziali
al benessere soggettivo.
Nei pazienti diabetici un obiettivo ragionevole è rappresentato da un calo ponderale graduale di 0.5-1 kg/settimana, raggiungibile con una riduzione di 500-1000 kcal/die rispetto a quella richiesta per il mantenimento del peso medio.
Una moderata riduzione dell’apporto calorico (300‑500 kcal/die), associata ad un modesto
incremento del dispendio energetico (200‑300 kcal/die) permette una lenta e progressiva
perdita di peso (0,45‑0,90 kg/settimana).
La dieta del paziente diabetico prevede un contenuto di carboidrati pari al 45-60 % del
totale, tenendo presente che alimenti con la stessa quantità di carboidrati possono determinare differenti risposte glicemiche regolate da un differente indice glicemico.
Alimenti ricchi in fibre solubili hanno un basso indice glicemico e sono da preferire rispetto altri alimenti. Per quanto riguarda l’apporto proteico, deve essere pari al 10-25% delle calorie totali, mentre i grassi saturi devono rappresentare non più del 7-8% e l’introito lipidico totale essere compreso entro il 35% dell’apporto calorico totale.
Trovo efficace e di facile comprensione, consigliare di incrementare l’introito quotidiano di frutta e verdura, assicurare 5 pasti al giorno, di cui 2 spuntini ricchi in fibre, ridurre al minimo l’introito di grassi e preferire metodi di cottura salutari: come al vapore ( conserva perfettamente le caratteristiche dei principi nutritivi), Pentola a pressione, Cottura al forno.
Consapevole di diversi studi presenti in letteratura medica che evidenziano una concreta possibilità di ridurre l’insorgenza di Diabete e delle complicanze cardio vascolari annesse, non resta che evitare di essere causa dei nostri mali!
Dott. Orazio Magliocco
Email: o.magliocco@me.com