Politica

ELENA CALIGIORE: RICORDATE LA TRUFFA DEGLI AGNELLINI SUL WEB?

Volevo fare gli Auguri di una Serena Pasqua senza crudeltà sugli animali ma non è ancora  il momento. La strada per fare rispettare ed  applicare i Diritti degli Animali è ancora lunga. Voglio  ricordare quell’agnellino che desideravo  salvare e che comperai due anni addietro  da chi  in  Facebook  proponeva di salvarne almeno 200 (50 euro ciascuno). Accadde a Siracusa!!!  Di quella creatura , dopo aver versato la quota, non seppi mai nulla, non lo vidi mai,  neanche in foto da poter mostrare alle mie nipotine. Coloro che fecero quella proposta truffa hanno dimenticato e continuano, ancora oggi, la scalata nel mondo animalista alla ricerca di presidenze e poltrone varie in associazioni di protezione animali. Io non ho dimenticato quella creatura mai conosciuta! Continuo ad immaginarla felice che corre  nei campi. Ogni Santa Pasqua dedicherò un pensiero a quel piccolino e alle migliaia di agnellini che vengono sacrificati per imbandire le tavole degli italiani o per organizzare ‘salvataggi truffa di agnellini’ per riempire le loro luride  tasche. Voglio qui  riportare parte di un toccante articolo di Susanna Tamaro pubblicato sul Corriere della Sera nel 2010. Il titolo: Il pianto degli agnelli ed il dolore del mondo. “Le urla degli agnelli sono un rumore di fondo, uno dei mille rumori che frastornano i nostri giorni. E forse non sapere ascoltare questo lamento è il non saper ascoltare tutti i lamenti — i lamenti delle vittime delle guerre, dei malati, dei bambini torturati, uccisi, delle persone seviziate, abbandonate, dei perseguitati, di tutte quelle voci che invano gridano verso il cielo”.  “Chi non ha mai visto gli agnellini giocare, non avrà mai un’immagine chiara della gioia che può pervadere la vita. Si inseguono in gruppi, sterzano, cambiano direzione, saltellano sulle zampe anteriori e posteriori, se c’è un punto più alto nel pascolo, una roccia, un tronco abbattuto, un fontanile, fanno a gara a saltarvi sopra e questo per loro è il massimo divertimento, e poi di nuovo riprendono a rincorrersi, ogni tanto si affrontano e si caricano a testate, simulando l’età adulta. Poi le madri li richiamano, e allora è tutto un correre, un raggiungere con misteriosa abilità, tra la folla del gregge, la propria genitrice, uno spingere con testa, un vibrare di codine soddisfatte. Sul pascolo scende allora il tenero silenzio della poppata. Ma poi un giorno, poco prima della Pasqua, mentre gli agnellini pan di spagna sorridono invitanti sui banchi dei supermercati, nelle campagne arrivano i furgoni e caricano i piccoli delle pecore e delle capre. La gioia se ne va dai pascoli e subentrano gli strazianti belati delle madri che per tre giorni corrono incredule da un lato all’altro chiamando a gran voce le loro creature con le mammelle gonfie di latte. Poi, dopo tanta agitazione, sulle campagne scende il silenzio e i pascoli tornano ad essere delle distese brulle in cui i corvi zampettano tra le madri svuotate dal dolore. Intanto gli agnellini, avvolti nel cellophan, sono arrivati nei banconi dei supermercati: interi, a pezzi, o solo la testa, che pare sia una prelibatezza. Non posso non sussultare quando vedo, schiacciati dalla pellicola, quegli occhi opachi e quei dentini che già strappavano la prima erba”. Avrei voluto vivere l’ esperienza così ben descritta da Susanna Tamaro, avrei voluto vedere correre nei prati quei 200 agnellini siracusani da salvare dalle tavole pasquali, come proponevano in Facebook  le  due ‘famose’ animaliste siracusane. Invece seppi che quelle creature furono  strappate prematuramente  alle madri per proporne l’acquisto nel malefico social Facebook.  Alcuni morirono perché non adeguatamente svezzati. Degli altri nessuna notizia! Se  fossero  stati salvati davvero, sarebbero diventati un gregge!  Dove?  In quale zona?  Curati da chi?  Mi resta solo un triste ricordo, disprezzo e disistima totale per chi quelle creature  NON LE SALVO’, MA INTASCO’!!!!

Elena Caligiore