Politica

SALVATORE SEQUENZIA SUGLI ARRESTI ECCELLENTI: LA GIUSTIZIA UTILIZZATA COME ARMA IMPROPRIA

SCRIVE SALVATORE SEQUENZIA: Magistrati e avvocati che si macchiano di questi infami reati vanno interdetti perpetuamente dall’esercizio della loro professione.
Purtroppo, malgrado l’impegno profuso dalla magistratura inquirente e dalle forze dell’ordine oggi siamo ancora di fronte a un sistema, quello giudiziario, che si auto-tutela ricorrendo all’arma più potente che l’uomo abbia mai escogitato per imporre non la civiltà del diritto ma quella del potere e dell’impostura: la Giustizia.
Ciò che affiora da questa vicenda è solo la punta dell’iceberg di uno scontro fra poteri legati ad interessi obliqui, ramificati, proteiformi che investono il mondo finanziario, quello politico-affaristico, alcuni apparati dello Stato e della società sino ad estendersi nel cuore di tenebra della società civile, dove il lupo, per azzannare e compiere i propri misfatti, si traveste ancora impunemente da agnello.
Fu presago Pierpaolo Pasolini nel suo viaggio a Siracusa nel 1959, consegnato in un reportage – La lunga strada di sabbia – di cui consiglio la lettura ai miei amici.
Quel ‘soggiorno siracusano’ avrà anche altre significative “presenze” nella scrittura pasoliniana.
Il ‘diario’ di quel soggiorno, infatti, si depositerà, in modo enigmatico, tra le pieghe della scrittura di Petrolio, intersecando le riflessioni e le ricerche che, più tardi, Pasolini condusse a proposito di alcune tra le pagine più oscure della storia della nostra nazione: la vicenda dell’Eni e di Mattei, le trame segrete tessute dai magnati del petrolio con i servizi segreti americani ed inglesi ed il ruolo giocato da apparati ed istituzioni dello Stato, presenti in Sicilia e a Siracusa.
Ieri come oggi.
Salvatore Sequenzia