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EZECHIA PAOLO REALE: LA MIA CITTÀ PRIGIONIERA DA CINQUE ANNI, RITROVIAMO INSIEME L’ORGOGLIO DI ESSERE SIRACUSANI

Rep: Non una candidatura ma un appello a tutte le forze della città, non un uomo solo al comando ma l’idea di una guida indipendente che sappia raccogliere una coalizione estesa, alternativa all’attuale governo della città, e interessata solo al bene di Siracusa. Queste le parole di avvio all’incontro con la stampa di oggi del portavoce di Progetto Siracusa, Ezechia Paolo Reale – E’ arrivato il momento – ha detto Reale – di lasciarsi alla spalle il clima di veleno, di violenza verbale, di critiche feroci che hanno animato e contraddistinto questi ultimi cinque anni. E’ arrivato il momento di riprendersi l’orgoglio, l’idea di comunità persa tra episodi squallidi che hanno imposto dinanzi ai media dell’intera nazione un volto della città ingiusto e che non conoscevamo. Vorrei poter tornare a dire, insieme a tutti i miei concittadini, sono orgoglioso di essere siracusano”.

Accanto al lui, al Circolo velico Lakkios, i due consiglieri Salvo Sorbello e Cetty Vinci, ed alcuni dei candidati di Progetto Siracusa alle nuove elezioni amministrative, Lucia Catalano, Emiliano Bordone, Ivan Scimonelli, Ivana Fuggetta.

Un appello, dunque quello del Portavoce di Progetto Siracusa a lasciare alle spalle la totale assenza di programmazione, la totale assenza di un’idea di città del domani, quel deserto delle idee che ha contraddistinto in negativo gli ultimi cinque anni. Abbandoniamo senza rimpianti – ha aggiunto Reale – una politica che non ha guardato al futuro, che non ha saputo elaborare nè un Piano regolatore né individuare anche la sola area per il nuovo ospedale, che ha trascurato il Piano particolareggiato per Ortigia, il piano del traffico, il piano di smaltimento dell’amianto, il piano di utilizzo delle spiagge.

“E’ arrivato il momento di rendere chiaro che Progetto Siracusa – ha concluso Paolo Reale – vuole continuare ad occuparsi di questa città per averla più pulita, più legale, più competitiva, più serena, una città che sia tale anche per i meno fortunati e non solo per il salotto buono o per gli amici. E’ arrivato il momento della speranza in cui uomini e donne si rimettano insieme e si rimbocchino le maniche. Dove eravamo rimasti? E’ la stessa frase di Enzo Tortora, un uomo che tanto ha ingiustamente sofferto e pagato nella sua vita e con la stessa frase, dolce e priva di risentimento, voglio rivolgermi a tutti i siracusani e dire loro, dove eravamo rimasti? La mia città ingiustamente prigioniera per cinque anni ed io sempre qui con la volontà di unire tutti e partire di nuovo insieme, senza divisioni, senza incomprensioni. Per una moderna democrazia partecipata. Non si può più continuare solo a galleggiare. E’ tempo di futuro”.