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DOPO SCROFANI E SPADARO, SI DIMETTE ANCHE PICCIONE. A QUESTO PUNTO GAROZZO, SENZA LA FIDUCIA DEI SUOI ASSESSORI E DEI CONSIGLIERI, DEVE LASCIARE

Precipitano le cose a palazzo Vermexio. Dopo le dimissioni di Scrofani e Spadaro arrivano anche quelle dell’assessore ai vigili urbani e alla mobilità, Piccione. Il sindaco Garozzo chiaramente non ha più nessun controllo sull’esecutivo che potrebbe addirittura vedere ulteriori dimissioni ad horas. Insomma, Garozzo è sostanzialmente sfiduciato dagli assessori da lui stesso nominati, perde quasi la metà dei consiglieri cosiddetti di maggioranza ed è davvero strano che l’opposizione non si faccia sentire per chiedere provvedimenti nell’esclusivo interesse della città. Anche i più sprovveduti di politica sanno bene che giunti a questo punto l’unica, dignitosa strada d’uscita per il sindaco resta quella di rassegnare le sue dimissioni. Si è aperta una voragine, Garozzo ha scritto che assumerà ad interim le rubriche di Scrofani e Spadaro. Ora che fa assume ad interim anche quelle di Piccione, e poi quelle del tentennante Coppa? Resistere sulla poltrona a questo punto sarebbe folle, praticamente destinando all’immobilismo per tre mesi la città e Siracusa non se lo può davvero permettere. Nel suo comunicato pomeridiano Garozzo si è chiesto i motivi per cui Scrofani si è dimesso? Lo dicono chiaramente gli stessi centristi. “Avevamo chiesto a Garozzo – afferma Scrofani – di lavorare per una nuova sindacatura, ma lui è fissato, vuole ricandidarsi e non accetta nessun progetto diverso. Una posizione irragionevole vista la caduta della sua credibilità e lo scarso feeling elettorale coi sireacusani. Corretto prendere le distanze”. Insomma, i centristi chiedevano un progetto e una nuova candidatura a sindaco mentre Garozzo voleva e vuole ricandidarsi e basta, anche se non se lo fila nessuno.