PROIBITO NOMINARE GESU’ NELLE SCUOLE? LE IDEE BALZANE DI CERTE MAESTRE SIRACUSANE, MA DOVE SIAMO ARRIVATI?
Con il dovuto rispetto verso le Istituzioni ed i ruoli svolti dalle persone, come ad esempio i dirigenti scolastici, cui competono certamente oneri e responsabilità non comuni, trovo DEPRECABILE il recente trend (se non proprio accanimento di natura compulsiva-ossessiva) dimostrato da alcuni insegnanti o presidi verso le festività cattoliche e le loro espressioni più dirette, come strenne natalizie o presepi. Da mamma, da cittadina e da osservatrice attenta di costume, credo che la Scuola sia tenuta in primis al rispetto delle tradizioni, da trasmettere quindi agli alunni, con passione ed entusiamo. I primi a crederci, certamente, dovrebbero essere loro. Prese di posizioni ottuse tolgono credibilità alla Scuola, come quelle del dirigente di una scuola di Palermo, tristemente famoso per avere scatenato polemiche a mai finire sui social e persino una petizione con dissensi aperti sul suo operato, circa 9000 firme contro il provvedimento di relegare in magazzino o in anditi nascosti delle statue religiose. Ma perché? Di cosa ti vergogni, Direttore? A prescindere dalle convinzioni personali di ciascuno, non si vorranno eliminare secoli di storia, di religione, di cultura? Prima di rispondere di sì, ricordiamoci che della nostra storia, della nostra religione e della nostra cultura si tratta. Hanno fatto bene ad opporsi i genitori. Faremmo bene tutti ad opporci, come genitori e cittadini, quando non viene rispettata la nostra religione, com’è accaduto in una scuola di Siracusa, qualche anno fa, quando maestre “illuminate” dell’asilo ci spiegarono che alla recita di Natale non sarebbe stato nominato Gesù per rispetto della minoranze. Ma scherziamo? Per rispetto delle minoranze accogliamo, accettiamo, impariamo la convivenza pacifica, non imponiamo il nostro credo. Ma per rispetto di noi stessi preserviamo i nostri modi di essere, di vivere e di credere. È un mondo al rovescio quello in cui alcuni educatori possano DISEDUCARE. A mio sommesso avviso occorre un nostro intervento, fermo e deciso. Una presa di posizione dura e senza tentennamenti. Difendiamo le nostre radici perché senza radici siamo niente e nessuno: delle barchette in preda alla tempesta. Un’opinione.
Carmen Perricone