PIPPO GIAQUINTA (LEGA AMBIENTE): NON C’E’ INFORMAZIONE E PREVENZIONE SULLA PERICOLOSITA’ DEGLI INCIDENTI NELLA ZONA INDUSTRIALE
Scrive Pippo Giaquinta di Lega Ambiente:
“Incendio all’interno della raffineria Esso di Augusta. E’ accaduto nei giorni scorsi , il 1 Dicembre 2017, poco dopo le 12.
Fiamme e poi una colonna di fumo, visibile a distanza. Nessun operaio è rimasto coinvolto. Immediato l’intervento delle squadre antincendio aziendali. Secondo le informazioni raccolte, le fiamme hanno avuto origine dall’impianto vacuum, dove si opera il processo di distillazione degli idrocarburi. Sarebbe fuoriuscito del prodotto da una pompa, causando probabilmente lo scoppio di un compressore.”
Queste poche righe lette su di un giornale on-line sono il segno che ormai alla questione industriale e alla sicurezza del polo petrolchimico si da’ una importanza marginale e le questioni che ancora oggi sono sollevate dall’incidente sono da relegare in un angolo senza importanza. Tutto ciò per i timori mai nascosti che il polo petrolchimico siracusano è l’unica fonte di reddito e di investimenti in provincia di Siracusa. Si cerca pertanto di non creare allarme sociale e non disturbare piu’ di tanto gli industriali ed i manovratori per paura che quella cattedrale nel deserto siracusano scompaia lasciando morti sul campo, inquinato da decenni di sversamenti incontrollati nell’ambiente. Ci chiediamo inoltre e chiediamo alle istituzioni chi sta controllando le prescrizioni imposte dalla magistratura, alla Esso e alla Lukoil? La politica e le istituzioni sono ormai sostituite dai consulenti della autorità giudiziaria? I lavori imposti e le relative progettazioni sono già in esecuzione e se no stiamo aspettando solo che arrivino i sigilli della magistraturà? Ma ripetiamo ancora una volta , se questo incidente fortunatamente senza gravi conseguenze e del quale chiediamo di accertarne le cause e gli urgenti interventi di manutenzione, fosse successo in un’altra area della zona industriale precisamente nella zona sud dell’Isab impianti Sud, dove insistono numerosi centri commerciali affollati da migliaia di visitatori ignari dei rischi adiacenti , cosa sarebbe successo? La Direttiva 82/501/CEE, la cosiddetta Direttiva “Seveso”, recepita in Italia con il DPR 17Maggio 1988 n. 175. poi seguita dalle Direttive europee 96/82 CEE (nota anche come Direttiva Seveso II)
e 2003/105/CE, recepite con il Decreto legislativo 334/99 e con il Decreto legislativo n.238 del 2005 , prevede che i cittadini residenti nei paesi limitrofi agli stabilimenti industriali a rischio di incidente rilevante siano informati costantemente dei rischi presenti.
Ebbene ancora oggi niente di tutto ciò viene fatto sia nei paesi e sia nei veri centri commerciali. Tali centri commerciali oltretutto presentano caratteristiche più complesse dei comuni in quanto affollati da migliaia di cittadini più ignari , in quanto frequentatori saltuari ,e quindi non adeguatamente consapevoli del problema. Pertanto agli organi competenti chiediamo ancora instancabilmente quali sono i piani di emergenza per eventuali incidenti industriali per tali luoghi? Quali informazioni sono state date ai cittadini, alle maestranze , ai lavoratori operai ed impiegati operanti nei centri commerciali di città giardino, Belvedere, o di Melilli ? Sono state mai effettuate eventuali prove ed esercitazioni e prove di evacuazione in caso di incidente industriale rilevante?e quali vie di evacuazione sono state predisposte in caso di tali eventi?
Legambiente
Pippo Giaquinta