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DIMEZZATI I RIMBORSI PER IL SISMA DEL 1990. ZAPPULLA: FARO’ RICORSO ALLA CORTE COSTITUZIONALE

REP:

Colpo di mano del governo che dopo quattro lustri d’attesa dimezza i rimborsi dovuti ai nostri dipendenti per il sisma del 1990. Ne dà notizia l’on. Pippo Zappulla che annuncia anche un ricorso alla corte costituzionale. Dopo circa 20 anni di attesa e estenuanti contenziosi si è davvero alla fase del rimborso. La corsa ad ostacoli intentata dall’Agenzia Centrale delle Entrate con una serie di incredibili interpretazioni restrittive è, infatti, finita.  Grazie, infatti,  ad un emendamento approvato nella legge finanziaria del 2015 a firma mia e dell’On. Berretta e decine di sentenze, ultima recentissima della Cassazione viene riconosciuto il diritto al rimborso anche ai lavoratori dipendenti.

Ma proprio quando si trattava solo di sapere con quali tempi e modalità il Mef e l’Agenzia delle Entrate  intendono procedere al rimborso ecco il blitz del Governo. Viene presentato e approvato al Senato, e ieri alla Camera,  un provvedimento  con cui nel ribadire positivamente il diritto al rimborso anche per i lavoratori dipendenti al contempo però  di fatto si riduce del 50%  quanto dovuto il rimborso agli aventi diritto.

L’articolo 16-octies testualmente recita “ …..in relazione alle istanze di rimborso presentate, qualora l’ammontare delle stesse ecceda le complessive risorse stanziate  i rimborsi sono effettuati applicando la riduzione percentuale del 50% sulle somme dovute”…..e poi continua  “ a seguito dell’esaurimento delle risorse stanziate  non si procede all’effettuazione di ulteriori risorse”.

E’ del tutto evidente che i 90 milioni ( non si capisce se il Governo intende stanziarne altri)  allo stato previsti nel capitolo di bilancio sono assolutamente insufficienti al soddisfacimento del rimborso ed è altrettanto  chiaro che in modo furbo, scorretto e surrettizio si sta procedendo ad una riduzione generalizzata  del rimborso del 50%.

E’ una scelta politicamente gravissima e inaccettabile perché viola il principio di rispetto elementare dei diritti dei lavoratori e dei contribuenti e , a mio avviso, presenta inoltre palesi tratti di incostituzionalità. In tal modo infatti il Mef e l’Agenzia delle Entrate stanno, infatti,  realizzando una sorte di transazione di massa, unilaterale e coatta senza il parere indispensabile degli aventi diritto.

Per queste ragioni oltre alla ferma e intransigente contrarietà  mi riservo di presentare urgenti provvedimenti legislativi e uno specifico ricorso alla Corte Costituzionale per invalidare  la scelta e riconoscere l’intero ammontare dei tributi versati.